FEDERAZIONE AUTONOMA BANCARI ITALIANI

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CONTRATTO

E POLIZZA SANITARIA:

CONTINUA LO SCEMPIO

 

Abbiamo ripetutamente messo in allarme i colleghi sul modo di fare sindacato del primo tavolo in Banca d’Italia, ma soprattutto lo abbiamo fatto durante la gestione e la conclusione della trattativa scorsa, che ha visto l’Amministrazione ottenere l’avallo di Falbi, Sibc e Cida su tutta una serie di deleghe in bianco sulla gestione del personale.

In particolare la Banca:

·       ha incassato il via libera per la smobilitazione della carriera Se.Ge.Si. senza la minima garanzia per i colleghi interessati;

·       ha incassato l’assenso per l’unificazione di due compagini che in passato hanno vissuto vita professionale e sviluppi di carriera “paralleli” e separati fra di loro, senza valutare preventivamente gli effetti della futura “sovrapposizione”;

·       ha incassato per il secondo rinnovo contrattuale consecutivo il costo ZERO sulla riforma delle carriere (negli ultimi venti anni, infatti, solo grazie a Falbi-Sibc-Cida non c’è stata riforma delle carriere!!!);

·       ha incassato la formazione a ZERO ore, che con totale discrezionalità, a suo esclusivo giudizio, oggi riserva a chi ritiene più “fedele” e “meritevole”;

·       ha incassato la facoltà di “riconvertire” in una tantum il riconoscimento economico strutturale della produttività aziendale pur trovandosi di fronte all’immenso sforzo sostenuto dal personale in un periodo di straordinario cambiamento come quello del changeover.

 

Avevamo sostenuto a giugno scorso che la delega in bianco sottoscritta da Falbi Sibc e Cida rappresentava la prima tranche della “lettera Desario”.

I fatti, purtroppo, continuano a darci ragione: visto l’attuale andamento del negoziato e leggendo i comunicati dei firmatari del primo tavolo, abbiamo il timore che poco o nulla verrà discusso se non ulteriori spazi discrezionali da lasciare alla Banca.

Inaccettabile, ad esempio, è stata l’affermazione fatta dalla Delegazione in merito all’orario di lavoro, secondo la quale sarebbe inutile parlarne nei prossimi incontri perché, in base ad una direttiva comunitaria, entro giugno dovrebbe essere emanata, dal governo, una nuova legge sull’argomento.

Abbiamo replicato che, attenendosi a tale criterio, qualunque dispositivo di legge, più o meno prossimo, potrebbe modificare gli istituti contrattuali tanto da renderne inutile la preventiva contrattazione!!!

Per quanto attiene la formazione, la misera proposta di istituire un pacchetto di 40 ore individuali nel biennio (sic!), sulle cui modalità di “erogazione” ai colleghi ancora grava la più nebulosa vaghezza, bisogna rilevare come la Banca, anche in questo caso, abbia trovato un altro modo per “risparmiare”. Tale pacchetto, infatti, andrebbe a riassorbire l’istituto della quadrimestrale, figura normativa che, nel bene e nel male, garantiva comunque a tutti i dipendenti un diritto da “reclamare” perché previsto contrattualmente.

 

Al di là di queste specifiche questioni, la nostra delegazione ha continuato, in tutti gli incontri, a respingere totalmente il metodo e la filosofia sottostanti al negoziato in corso.

 

CARRIERE

Sulle carriere abbiamo più volte ribadito che l’esigenza più forte per i colleghi è quella di ritrovare uno slancio professionale per il futuro. La soluzione prospettata dalla Banca, non risponde certamente a tale esigenza.

Primi funzionari, Coadiutori principali, Assistenti superiori, Operatori capo, Operai di Prima Super debbono essere ricoinvolti in un ciclo professionale premiante, certamente non garantista, ma equo e trasparente.

Nuovi gradi dovranno essere posti DAVANTI a loro, raggiungibili attraverso l’impegno e la dedizione che sempre hanno profuso in Banca d’Italia; nessuno di loro,  dovrà più avere il timore di essere “parcheggiato” su un binario morto, al di fuori del ciclo produttivo del nostro Istituto.

L’allarme già suonato, in modo dirompente, sulla vicenda Se.Ge.Si, deve far riflettere tutti gli altri dipendenti. Se la Banca continuerà ad avere gioco facile, grazie ad un primo tavolo accondiscendente e privo di controproposte, il “recinto” in cui l’Amministrazione sta tentando di rinchiudere i colleghi dei Servizi Generali, sarà successivamente costruito intorno agli operai, poi agli amministrativi-cassieri, poi ai coadiutori, poi ai funzionari e così via in una logica di dividi et impera

 

SE.GE.SI.

Fortunatamente la categoria si è destata dal torpore e dalla sfiducia in cui i Sindacati firmatari l’avevano fatta cadere con la firma degli accordi di giugno 2002.

La risposta decisa, che molti altri hanno condiviso pur non partecipando ufficialmente allo sciopero, ci ha fatto capire che la partita è ancora tutta da giocare.

Pur se dal 17 c.m. sono iniziati a Roma i colloqui per l’avanzamento a Vice assistente, sui quali verificheremo la reale partecipazione dopo lo sciopero del 3 marzo, quel che conta, comunque, è che la FABI, al tavolo delle trattative, continuerà a difendere i diritti dei colleghi SACRIFICATI e CONDANNATI da un accordo sciagurato; siamo convinti che, con il mandato conferitoci dall’iniziativa del 3 marzo, partecipata “ufficialmente e non” da circa il 50% degli addetti, costringeremo Banca e primo tavolo ad affrontare in primis la questione Se.Ge.Si. Confidiamo che lo stesso nostro atteggiamento potranno assumerlo quei Sindacati (CGIL e CISL) che hanno dato “appoggio” ufficiale alla nostra iniziativa di protesta.

 

POLIZZA SANITARIA

Anche su questo fronte siamo fortemente preoccupati per l’evoluzione della vicenda; innanzitutto per il fatto che gli attori della proposta siano gli stessi che il 25 luglio scorso firmarono quel capolavoro della Polizza Unisalute!

In quell’occasione, per la prima volta nella storia, i dipendenti furono chiamati dalla Banca a “contribuire” di tasca propria per il pagamento del premio, sottraendo soldi al finanziamento del CASC, per di più ottenendo in cambio un  peggioramento delle prestazioni… e Falbi Sibc e Cida “acconsentirono”.

In questa circostanza, invece, le parti si sono invertite: sarebbero state  le tre Organizzazioni di cui sopra a fare la proposta di una trattativa “diretta” - nello specifico con la CASPIE - e stavolta ad “acconsentire” sarebbe stata, suo “malgrado”, la Banca (ma la Uil, “terzo incomodo” in questa tornata, sembra raccontare cose diverse…). Non si capisce esattamente chi sia il vero promotore dell’”iniziativa”: l’unica cosa chiara è che, pur se a ruoli “invertiti”, i…protagonisti sono ancora gli stessi!

Alleghiamo al presente volantino la risposta che la nostra Organizzazione ha scritto al Capo del Servizio PINE in merito alla questione. Tale posizione verrà ribadita nell’incontro che si terrà venerdì prossimo.

A nostro avviso è gravissimo l’ennesimo ritardo con cui la Banca ha posto mano al rinnovo della polizza sanitaria. La FABI, al contrario, già nel mese di settembre 2002 intratteneva il Direttore Generale sulla questione, invitandolo ufficialmente, visto l’esito disastroso del rinnovo effettuato nel corso dell’estate, e con modalità scorrette e poco trasparenti, a provvedere subito ad un interpello a livello europeo tra le primarie Compagnie Assicurative e le migliori Casse Mutue. Tutto ciò, lo ribadivamo anche nella lettera, nell’interesse dei colleghi e per il buon nome dell’Istituto.

Oggi, invece, la proposta pervenutaci consisterebbe in una trattativa diretta con una sola cassa mutua, nello specifico la CASPIE, senza alcuna gara pubblica d’appalto né alcun interpello; in tal modo, qualunque esito assumerà la trattativa, non avremo certezze di aver raggiunto il miglior risultato, in quanto saranno mancati tutti i termini di paragone. La domanda, poi, che ci si pone è come si possa affidare una polizza sanitaria del valore di circa quindici miliardi delle vecchie lire, senza scontare alcuna gara pubblica. Ciò può dar adito a legittimi sospetti e illazioni: ci possono essere dietro interessi particolari e poco nobili? E da parte di chi?

Alla nostra Organizzazione, al momento, non risulta nulla di tutto ciò; abbiamo comunque risposto negativamente alla proposta sopra descritta, poiché riteniamo che l’unica via possibile per individuare il “miglior offerente” del servizio richiesto, nel rispetto dei diritti doveri riservati agli enti pubblici, sia una “gara” ufficiale tra quanti più concorrenti possibili.

Se tale selezione dovesse indicare la cassa mutua in questione, la Caspie, come la migliore per qualità/quantità/costo dei servizi offerti, la FABI sottoscriverà per prima l’accordo per la sua designazione.

 

Venerdì, in conclusione, non mancheremo di protestare con il Segretario Generale per aver dedicato il prossimo incontro, il primo di soli quattro nei prossimi due mesi!!!, esclusivamente alla polizza sanitaria.

Il contratto langue, dobbiamo affrontare tematiche scottanti, la più urgente delle quali è quella dei Se.Ge.Si.: non permetteremo alla Banca il ripetersi delle “manfrine” messe in opera durante la scorsa trattativa per dilatare a suo piacimento, con l’avallo del primo tavolo, i tempi del negoziato.

 

Roma, 19 marzo 2003                                                LA SEGRETERIA NAZIONALE