1000 bancari in piazza

1000 bancari in piazza
Mille bancari sono scesi in piazza a Bolzano il 26 ottobre 2010 per protestare contro il licenziamento di un sindacalista della FABI dalla filiale veronese della Cassa di Risparmio di Bolzano.
Armati di fischietti, tamburi e bandiere i lavoratori, scortati da un nutrito gruppo di dirigenti sindacali della FABI provenienti da tutta Italia, hanno dato vita a una manifestazione itinerante per le strade della città attirando l'attenzione di passanti e curiosi.
Il corteo è partito da piazza Walther e si è concluso intorno alle 13 davanti alla Direzione Generale della Cassa di Risparmio di Bolzano, in via Cassa di risparmio.
Al grido di "vergogna" e "collega licenziato subito reintegrato", i manifestanti hanno allestito un sit in davanti alla sede centrale della banca, intonando una serie di slogan contro la Cassa di risparmio di Bolzano accompagnati dal suono dei tamburi.
Alla manifestazione hanno partecipato anche la Segreteria nazionale della FABI, riunita eccezionalmente a Bolzano per celebrare il suo 116° Consiglio Nazionale, e le segreterie provinciali FABI di Bolzano e Verona (polo dove è avvenuto il licenziamento).
"Siamo qui per testimoniare la solidarietà e vicinanza di tutta l'organizzazione che rappresentiamo, al nostro sindacalista ingiustamente licenziato e per stigmatizzare la discutibile condotta della Cassa di Risparmio di Bolzano", hanno detto i segretari nazionali della FABI.
Il sindacalista, 38 anni, una moglie e due figli a carico, quadro direttivo con esperienza ventennale nel settore, è stato licenziato lo scorso maggio dalla filiale di Verona della Cassa di risparmio di Bolzano dopo aver subito per oltre due anni una serie di provvedimenti dal sapore intimidatorio.
A cominciare dai diversi demansionamenti di cui è stato vittima a partire dal 2008, proprio da quando ha iniziato la sua attività di rappresentante sindacale.
"Alla luce di ci ò, appare chiaro e inequivocabile come il licenziamento del nostro dirigente sia solo l'ultima e la più pesante di una lunga serie di intimidazioni messe in atto dalla Cassa di risparmio di Bolzano, verso un collega colpevole soltanto di aver denunciato la cattiva gestione delle filiali della banca nell'area di Verona, dove tra l'altro, da due anni a questa parte, si e' assistito a un elevato e anomalo numero di dimissioni da parte dei dipendenti (10 su 80)", ha spiegato la Segreteria nazionale della FABI.
"Vogliamo inoltre sottolineare", ha denunciato la Segreteria, "che da maggio ad oggi l'azienda ha rifiutato qualsiasi tipo di confronto con il nostro sindacato, disconoscendone di fatto il ruolo e la rappresentatività. Una condotta molto grave che adesso è al vaglio della magistratura del Lavoro".
Il sindacato ha infatti presentato ricorso al Tribunale di Bolzano contro la banca affinché il licenziamento sia annullato. L'udienza è attesa per la fine di novembre.
Bolzano 26/10/2010

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CORRIERE DELL’ALTO ADIGE 27/10/10
Fabi, corteo contro la Sparkasse – Quasi mille in difesa di un lavoratore veronese. La banca prende atto e non commenta – Manifestanti da tutta Italia: “Riassumete il collega licenziato”
BOLZANO — Si chiama Fabio, ha 38 anni, moglie e due figli a carico: contro il suo licenziamento da parte della Cassa di risparmio di Bolzano, avvenuto a maggio nella filiale di Verona, si è mobilitato il più grosso sindacato italiano dei bancari, la Fabi, 100mila iscritti su 350mila addetti in Italia, che ha organizzato appositamente il consiglio nazionale in Alto Adige e ieri, dalle 11.30 alle 12.30, ha messo in atto un corteo da piazza Walther alla sede della direzione della Sparkasse, dove ha tenuto un chiassoso sit-in. Fabio ha partecipato, ma non ha parlato in prima persona. Lo farà solo dopo l’esito della causa pendente.
«Mille bancari sono in piazza per protestare contro il licenziamento di un sindacalista della Fabi — ha spiegato Marco Muratore, responsabile Fabi di Verona — avvenuto per motivazioni assolutamente pretestuose». Armati di fischietti, tamburi e bandiere i lavoratori, scortati da un nutrito gruppo di dirigenti sindacali provenienti da tutta Italia, hanno dato vita alla al grido di «vergogna» e «collega licenziato subito reintegrato».
«Siamo qui per testimoniare la solidarietà di tutta l’organizzazione al nostro sindacalista ingiustamente licenziato e per stigmatizzare la discutibile condotta della Cassa di risparmio di Bolzano — ha sottolineato Luca Bertinotti, membro della segreteria nazionale —. In tutta Italia ci sono problemi di trasferimenti e sanzioni, ma un licenziamento in tronco di questo tipo è inaccettabile, tanto più che la direzione della banca non ha mai voluto concederci nemmeno un incontro». Ha aggiunto Muratore: «Il collega, quadro direttivo con esperienza ventennale nel settore, è stato licenziato lo scorso maggio dalla filiale di Verona dopo aver subito per oltre due anni una serie di provvedimenti dal sapore intimidatorio. A cominciare dai diversi demansionamenti di cui è stato vittima a partire dal 2008, da quando ha iniziato la sua attività di rappresentante sindacale. Appare chiaro come il licenziamento del nostro dirigente sia solo l’ultima e la più pesante di una lunga serie di intimidazioni messe in atto dalla Cassa di risparmio contro il nostro sindacato, colpevole di aver denunciato la cattiva gestione delle filiali della banca nell’area di Verona, dove tra l’altro, da due anni a questa parte, si sono dimessi 10 su 80 e dove gli iscritti alla Fabi ora sono 51 su 80 dipendenti complessivi. I motivi del licenziamento? Pretestuosi, legati ad attività che il collega ha fatto in quanto anche cliente della banca. Procedure normali in qualsiasi istituto, non alla Carispa».
«Vogliamo inoltre sottolineare — ha proseguito Muratore — che da maggio ad oggi l’azienda ha rifiutato qualsiasi tipo di confronto con il nostro sindacato, disconoscendone di fatto il ruolo e la rappresentatività. Attendiamo per fine novembre la discussione del caso davanti ai magistrati . Ma i vertici della banca sappiano che siamo qui fino a mercoledì, pronti ad incontrarli a qualsiasi ora». Il sindacato ha presentato ricorso al Tribunale di Bolzano affinché il licenziamento venga annullato. Solidarietà ai manifestanti è arrivata da Sinistra ecologia e libertà: «Chiediamo alla giunta provinciale e al sindaco di Bolzano di attivarsi nei confronti dei vertici della banca».
La direzione della Carispa ha affidato la replica ad uno scarno comunicato: «Con stupore, la Cassa di risparmio di Bolzano prende atto dell’iniziativa del sindacato Fabi, ma, per principio, non prende posizione in merito a un contenzioso in corso».
Felice Espro
ALTO ADIGE mercoledì 27 ottobre 2010
La manifestazione della Fabi: «Cassa di Risparmio, comportamento antisindacale». Protesta contro la Sparkasse
BOLZANO. Alcune centinaia di delegati sindacali e dipendenti bancari di tutta Italia ieri mattina hano manifestato in centro a Bolzano contro il licenziamento di un sindacalista Fabi (il maggior sindacato di categoria) da parte della filiale veronese della Cassa di Risparmio.
«Si tratta – attacca Marco Muratore, segretario della Fabi di Verona – di un licenziamento assolutamente ingiustificato, avvenuto per futili motivi. Invece di un semplice richiamo, la Cassa di Risparmio ha allontanato il proprio dipendente. è un chiaro tentativo di limitare l’attività sindacale di un nostro delegato». Il licenziamento risale a maggio: «Da allora – prosegue Muratore – il nostro collega è senza stipendio. Con questa manifestazione chiediamo che si trovi una soluzione, ma vogliamo anche sottolineare il nostro disappunto nei confronti della Sparkasse, che in questi sei mesi ha negato qualsiasi confronto con i sindacati».
Sulla vicenda è in corso una battaglia legale che a fine novembre dovrebbe portare il tribunale del lavoro di Bolzano a pronunciarsi in merito. Stringato il commento della banca: «Prendiamo atto con stupore dell’iniziativa della Fabi, ma per principio non prendiamo posizione in merito a un contenzioso in corso. A protestare sono comunque stati dirigenti sindacali, non i nostri dipendenti».
“Die Tageszeitung” mercoledì 27 ottobre 2010
Un danno d’immagine fatto in casa
di Christoph Franceschini
Ieri un corteo di 500 delegati del Sindacato dei Bancari FABI ha attraversato il centro di Bolzano per protestare contro la gestione del personale alla Cassa di Risparmio di Bolzano. La responsabilità per questo danno d’immagine si deve assumere la stessa Direzione della Cassa di Risparmio. Il suo comportamento maldestro è quasi impossibile da superare.
Un chiaro rimprovero che Norbert Plattner e Peter Schedl dovranno assolutamente accettare: quello di un comportamento particolarmente maldestro. Perché il Presidente della Cassa di Risparmio di Bolzano e il suo Direttore Generale sono riusciti a trasformare una semplice faccenda per il Tribunale del Lavoro in un caso di protesta nazionale. Una protesta che potrebbe danneggiare la pubblica immagine della Cassa di Risparmio di Bolzano, danno al quale nemmeno la più costosa campagna pubblicitaria potrebbe rimediare.
Già nel giugno 2010 il “Tageszeitung” (TZ 121/10) ha riportato dettagliatamente la storia del impiegato bancario veronese Fabio M. Il 38enne manager di banca di alto livello è stato eletto nel 2008 rappresentante sindacale del Sindacato Autonomo Bancari FABI. Da sindacalista attento, in modo chiaro ed energico, ha messo in evidenza i problemi organizzativi e quelli della gestione del personale. Ma con questa critica inizia il suo declino all’interno della Sparkasse. Viene di fatto degradato. Pochi mesi più tardi viene ordinato un primo provvedimento disciplinare a suo carico. Nel maggio 2009 la FABI e il capo del personale della Cassa di Risparmio siglano un accordo per chiudere il caso amichevolmente. Ma la pace dura soltanto poche settimane. Il dipendente veronese viene nuovamente demansionato. Fabio M. fa ricorso al Tribunale del Lavoro. I giudici bolzanini nel gennaio 2010 decidono la causa pienamente a suo favore e ordinano il reinserimento nel suo ruolo originario di competenza. Questo per ò non avviene. Il 27 aprile 2010 il padre di due figli viene licenziato dalla Cassa di Risparmio senza preavviso.
Fino a questo punto la vicenda è semplicemente un caso per il Tribunale del Lavoro, forse non molto frequente ma uno che pu ò comunque capitare. Di seguito per ò la dirigenza della Cassa di Risparmio incorre in una serie di comportamenti maldestri per motivi di arroganza e troppa sicurezza di se che fanno diventare questo conflitto di lavoro il motivo per una protesta nazionale.
Il 31 maggio 2010 il Segretario Generale Nazionale della FABI Lando Maria Sileoni per iscritto chiede un incontro con il Presidente della Sparkasse Norbert Plattner. Ma Norbert Plattner rifiuta il dialogo e un incontro di questo tipo.
Che il Segretario Generale della più rappresentativa organizzazione sindacale bancaria in Italia con oltre 100.000 iscritti non pu ò accettare un simile affronto dovrebbe essere chiaro pure alla Direzione della Cassa di Risparmio. In effetti, la reazione non si fa attendere. La vicenda finisce sulla copertina dell’edizione di giungo del giornale della FABI “La Voce dei Bancari”, con una tiratura di 200.000 copie che vengono inviate a tutti gli attori più importanti del sistema bancario italiano. Nel suo editoriale il Segretario Generale della FABI Lando Maria Sileoni aveva già annunciato che la FABI era intenzionata a tenere il suo Consiglio Nazionale a Bolzano in autunno e che in quell’occasione i delegati avrebbero protestato con un sit in davanti alla Cassa di Risparmio.
Ed è ci ò che ieri è successo. Alcune centinaia di delegati della FABI armati di fischietti, striscioni e urlando i loro slogans sono partiti da piazza Walther, hanno proseguito lungo i portici e la via Museo per arrivare alla Direzione Generale della Cassa di Risparmio.
E la Cassa? Nessuna reazione ufficiale alla protesta. Non ufficiale per ò un ulteriore faux pas. Anche se la protesta è stata annunciata dalla fine di giugno, la Cassa di Risparmio non ha ritenuto necessario ricercare un confronto serio con la FABI. Dopo tre mesi di assoluto silenzio, lunedì sera tutto ad un tratto arriva una lettera alla FABI. Il Direttore Generale Peter Schedl in questa lettera chiede alla FABI di rinunciare alla manifestazione di protesta e ricorda il danno d’immagine per il quale la Cassa eventualmente potrebbe sporgere querela. “Vediamo questa lettera come un ultimo tentativo intimidatorio”, dice la FABI. La risposta è stata formulata ieri a mezzogiorno. Da più di 300 fischietti.
“Hanno sottovalutato la situazione”
Il Segretario Generale della FABI Lando Maria Sileoni sulla protesta
e l’atteggiamento della dirigenza della Cassa di Risparmio.
TZ: Signor Sileoni, ha mai assistito a una cosa simile in tutta la sua carriera da sindacalista bancario?
Lando Maria Sileoni: No, un cosa così non mi è mai capitata. Normalmente le Banche davanti a casi particolari di conflitto si comportano diversamente. Si cerca sempre di trovare un accordo con le organizzazioni sindacali. Nel caso di Fabio M., pur non essendo una faccenda di diritto di lavoro particolarmente complicata, la Cassa di Risparmio ha preferito di mostrarsi testarda.
TZ: La dirigenza della Cassa ha rifiutato un incontro con Lei?
Si. Questo fatto mi ha molto deluso. Anche per la motivazione: Essendo questo un caso in mano alla magistratura il Presidente non pu ò più riceverci. Inoltre eravamo sempre del parere che la Cassa di Risparmio fosse intenzionata ad avere un rapporto con i sindacati all’insegna del dialogo e di un onesto confronto. Perci ò ci saremmo aspettati un atteggiamento più responsabilizzato. Invece siamo stati costretti a cambiare idea.
TZ: Così un conflitto di lavoro diventa un danno d’immagine per la Sparkasse?
Non posso ancora dirlo. Una Banca gestita da professionisti dovrebbe capire che non pu ò essere una semplice passeggiata quando ci si mette contro il più grande e più vecchio sindacato bancario in Italia. Ci ò che ci sorprende è il fatto che all’interno della Cassa ci sia una specie di vuoto di potere, un rifiuto di prendere le decisioni che competono.
TZ: Vuole dire: Il Presidente e il Direttore Generale della Cassa di Risparmio non sono all’altezza per affrontare i propri doveri?
No. Dico soltanto che entrambi hanno sottovalutato la situazione.
TZ: Come andrà avanti ora?
Sicuramente non cederemo. Da una parte continueremo con il sostegno al nostro funzionario davanti al giudice. Dall’altra parte porteremo il problema all’Associazione Bancaria Italiana ABI e chiederemo un intervento da parte loro.
CORRIERE DELL’ALTO ADIGE 26/10/10
Manifestazione. Il sindacato contro il licenziamento di un dipendente della filiale veronese – I bancari della Fabi in piazza – Corteo da piazza Walther e sit-in davanti alla sede Carispa
BOLZANO — Mille dirigenti della federazione autonoma dei bancari italiani ( Fabi ) manifesteranno questa mattina a Bolzano contro il licenziamento di un dipendente della filiale di Verona della Cassa di risparmio di Bolzano. Un corteo partirà alle 11,30 da piazza Walther e dopo aver percorso piazza del Grano, via Portici e via Museo si concluderà alle 13 con un sit in davanti alla direzione generale della cassa di risparmio, in via cassa di risparmio. Lì i manifestanti daranno vita a un sit in e a un volantinaggio. La manifestazione è stata organizzata per oggi dopo aver deciso di svolgere oggi e domani proprio nel capoluogo altoatesino la periodica riunione del consiglio nazionale, che porterà dunque in città sindacalisti bancari da tutta Italia.
Il dipendente della Cassa di risparmio di Bolzano, 38 anni, sposato con due figli, è stato licenziato lo scorso mese di maggio al termine di un periodo di tensione con il vertice della propria banca iniziato nel 2008. I problemi fra il dipendente, che oggi sarà a Bolzano per prendere parte alla manifestazione, sono iniziati nel 2008. All’epoca il bancario, con un’esperienza lavorativa ventennale e già responsabile di filiale in altri istituti di credito, è stato eletto rappresentante sindacale della Fabi nell’agenzia veronese della Cassa di Risparmio di Bolzano. «I problemi sono iniziati allora — spiega la Fabi in una nota delle segreteria nazionale —. Il sindacalista ha subito due demansionamenti, il primo dei quali è stato una sorta di commissariamento nella gestione dei suoi clienti». Una trattativa fra il dipendente e la banca sembrava aver risolto la faccenda, conclusasi con un accordo sottoscritto dalle due parti.
Invece poco dopo, nel maggio 2009 il dipendente è stato nuovamente demansionato. A quel punto è scattata la prima causa all’azienda. «A gennaio di quest’anno il tribunale del lavoro ha accolto la sua istanza — spiega ancora il sindacato — imponendone il reintegro nel ruolo che gli competeva. Il dirigente è così tornato a svolgere sia il suo lavoro che l’attività sindacale, partecipando alla trattativa per il rinnovo del contratto integrativo aziendale». Un nuovo provvedimento disciplinare è stato il prologo del licenziamento scattato a maggio e del quale si sta occupando i giudice del lavoro.
«Quello della Cassa di risparmio di Bolzano è un provvedimento gravissimo e inaccettabile, a cui la Fabi si opporrà con tutti i mezzi a disposizione — dice la segreteria nazionale della Federazione autonoma bancari italiani — . Contro questo atto gravemente lesivo dei diritti sindacali e che ha il sapore della persecuzione nei confronti di tutto il più numeroso sindacato dei bancari (con oltre 100.000 iscritti), chiederemo l’intervento del governatore della Banca d’Italia, dei presidenti dell’Abi e dell’Acri (associazione delle fondazioni bancarie, ndr)».
Damiano Vezzosi
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