POP. BARI: si ristruttura ma…

POP. BARI: si ristruttura ma...

iv>Dopo tre mesi di trattative, la Banca popolare di Bari ha firmato l’accordo con la Fabi e gli altri sindacati sulla ristrutturazione aziendale.

Uscite volontarie e incentivate di personale che nel triennio 2010-13 maturerà i requisiti pensionistici e stabilizzazione dei lavoratori precari con un’anzianità di servizio superiore ai 12 mesi. Non solo. è stata scongiurata anche l’ipotesi di esternalizzazione di alcune attività, che avrebbe coinvolto 95 dipendenti, e ai lavoratori è stata assicurata l’erogazione del VAP 2011, inizialmente messa in discussione dall’azienda per i negativi risultati di bilancio conseguiti nell’ultimo anno.
Questi i punti principali dell’accordo siglato venerdì.
Gli esodi da realizzarsi nell’arco del triennio saranno in tutto 120 (40 all’anno) e i lavoratori che sceglieranno di andare in pensione riceveranno un incentivo economico che varia dalle 12 alle 6 mensilità.
“Con questo accordo”, commenta la rappresentanza sindacale FABI in Banca Popolare di Bari, “abbiamo evitato che la ristrutturazione aziendale avviata dalla banca avesse impatti traumatici sui lavoratori e abbiamo convinto il management a ridurre il numero di uscite di personale nel triennio 2010-13”.
All’inizio dell’operazione, infatti, la Popolare di Bari aveva dichiarato ben 280 esuberi.
Un numero che, grazie al pressing sindacale, è sceso successivamente a quota 120.
Solo se entro il 2013 non si dovessero raggiungere le unità fissate, la banca procederà alla risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro per coloro che hanno raggiunto i requisiti pensionistici e ricorrerà all’attivazione del Fondo di Solidarietà per dare il via ai prepensionamenti.
Per quanto riguarda invece le assunzioni, i sindacati hanno ottenuto la stabilizzazione di 36 lavoratori precari della Popolare di Bari, già impiegati presso gli sportelli da almeno un anno.
Nell’accordo, inoltre, la banca ha dato la disponibilità a incontrarsi con le sigle sindacali a luglio 2012 per discutere di possibili nuove assunzioni, nel caso il programma di ristrutturazione aziendale abbia portato a una riduzione complessiva del costo del lavoro, aprendo le porte anche all’eventuale possibilità che ci sia un turn-over padri figli. Questi ultimi dovranno per ò almeno essere in possesso di una laurea triennale e di una conoscenza adeguata degli strumenti informatici.
“Nostro obiettivo”, commenta la FABI, “sarà quello di favorire nuova occupazione. Intanto siamo riusciti ad assicurare a colleghi che dal 2008 lavoravano con contratto a tempo determinato un rapporto di lavoro stabile. Una conquista che ci rende particolarmente soddisfatti”.
Infine, l’azienda oltre a retrocedere dal proposito di esternalizzare alcune sue attività si è impegnata a internalizzare rami d’azienda parzialmente appaltati ad esterni come l’Anagrafe, la Tesoreria enti, i Titoli, l’help desk e il call center, il Protocollo, l’Archivio e il Legale.
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