iv style=”text-align: justify”>Se nella fase di stesura della piattaforma contrattuale dovessero emergere divergenze tra le organizzazioni sindacali, l’ultima parola passerà ai lavoratori.
Saranno loro, attraverso un referendum, a promuovere o bocciare la piattaforma.
E l’esito della consultazione sarà vincolante.
Lo prevede l’accordo firmato ieri da Fabi, Fisac Cgil, Uilca, Fiba Cisl, Dircredito, Sinfub e Ugl Credito.
“Un accordo storico e particolarmente innovativo “, lo ha definito il Segretario generale della FABI Lando Sileoni, “perché rafforza il criterio della rappresentatività dei sindacati ma vincolandolo al consenso dei lavoratori.
L’accordo parla chiaro: nel caso si verifichi una rottura del fronte sindacale, non saranno certo le banche a condurre i giochi del rinnovo del contratto, ma saranno i lavoratori ad avere l’ultima parola. Non permetteremo mai che la controparte, come purtroppo invece è già avvenuto in altri settori, vedi Pomigliano, si avvantaggi di un’eventuale spaccatura del fronte sindacale per imporre con più facilità le sue condizioni”.
L’accordo definisce dettagliatamente tutte le regole per la stesura della piattaforma contrattuale: se in fase negoziale ci fossero rilevanti dissensi tra sigle si sospenderà il confronto per 15 giorni e si tenterà di ricomporre il tavolo sindacale.
Se non si dovesse ricucire lo strappo, sarà convocato il referendum dei lavoratori.
Intanto la presentazione all’Abi della piattaforma contrattuale unitaria è prevista per il 7 aprile. “Nella prefazione”, ha anticipato Sileoni oggi al quotidiano Il Sole 24 Ore, “ci sono i cardini delle nostre rivendicazioni che, premessa la parte economica e l’occupazione giovanile, chiede una lente d’ingrandimento sui costi di gestione delle banche, sugli stipendi dei manager, sui sistemi incentivanti e sulle pressioni commerciali”.
Roma 24/03/2011