INTESA: a rischio il Piano

INTESA: a rischio il Piano

iv style=”text-align: justify”>Nessuna deroga al blocco delle relazioni sindacali. Anche il Coordinamento FABI in Intesa Sanpaolo, riunito mercoledì scorso a Riccione, ha ribadito che non discuterà con la controparte il piano industriale recentemente presentato da Ca de Sass ai mercati.

La posizione è stata chiaramente espressa nella mozione conclusiva approvata all’unanimità dal Coordinamento. Nel quale non solo si è sottolineato che fino al 31 maggio sono sospese le trattative, ma si è anche chiesto un intervento di Intesa Sanpaolo presso l’Abi per sbloccare la situazione, essendo Ca De Sass una delle associate più influenti.
Altrimenti “la discussione del nuovo piano di impresa si presenterà in salita”, scrive la FABI.
Il 7 aprile scorso l’Abi ha infatti disdettato l’accordo che prevede l’accesso volontario dei lavoratori bancari al Fondo esuberi. Ci ò significa che le banche non saranno più tenute a chiedere l’adesione dei lavoratori ai piani di prepensionamento. Le uscite diventeranno così obbligatorie.
Una mossa contro cui la FABi e le altre organizzazioni sindacali si sono duramente opposte proclamando dal 28 aprile al 31 maggio il blocco della contrattazione e chiedendo alla controparte il ripristino immediato dei vecchi accordi.
La situazione attuale, in assenza di un ripensamento dell’Abi, rende dunque impossibile al coordinamento FABI un confronto con Intesa sul nuovo piano industriale e la gestione delle conseguenti ricadute occupazionali. Un piano complesso che prevede il blocco del turnover per 3mila dipendenti e 5mila riconversioni professionali.
“Provvedimenti”, scrive la FABI, “che richiederebbero un elevato livello di coesione sociale all’interno delle aziende del Gruppo, dovranno essere invece affrontati nel nuovo clima di rottura pretestuosamente introdotto dall’ABI.
Per questo motivo dovrebbe essere chiaro interesse del Gruppo intervenire per rettificare una posizione dell’ABI profondamente sbagliata e antistorica”.
“Se l’Abi non farà dietrofront”, attacca Giuseppe Milazzo, Coordinatore FABI in Intesa Sanpaolo, “sarà impossibile gestire il piano industriale del nostro Gruppo. Il blocco del turn-over si tradurrebbe in un blocco delle assunzioni e un Gruppo come IntesaSanpaolo non pu ò pensare di innovare senza i giovani
Mai potremmo, infatti, risolvere un piano che toccherà oltre 8mila lavoratori senza volontarietà e rispetto delle persone e delle normae contrattuali, sia per le 5mila riconversioni che per le 3000 uscite preventivate nel triennio 2011-2014.
Milano 06/05/2011