CREDIOP: lavoratori in piazza

CREDIOP: lavoratori in piazza

iv style=”text-align: justify”>Sciopero con annessa manifestazione di protesta, quello organizzato oggi dai lavoratori di Crediop, istituto di credito controllato dal Gruppo franco-belga Dexia.

Riuniti davanti alla sede generale della banca, in via XX Settembre a Roma, e supportati dalla FABI, i dipendenti hanno dato vita a un sit in e al termine della giornata una loro delegazione è stata ricevuta dalla Banca d’Italia.
Dura la critica mossa alla Capogruppo Dexia.
Formalmente in vendita dal 2009, da quando cioè la Commissione europea ha chiesto la ristrutturazione del Gruppo e la cessione delle attività non strategiche, tra cui appunto il Crediop, che in base all’accordo dovrebbe essere venduto entro ottobre 2012, la banca ad oggi non ha trovato alcun acquirente.
E, tra l’latro, non risulta nemmeno che sia stato nominato, come da prassi, l’advisor che sovrintenda all’operazione di vendita.
“La casa madre francese”, attacca Giuseppe Piroux, rappresentante sindacale aziendale della FABI in Crediop, “nonostante le nostre pressioni, continua a temporeggiare. In 4 anni la capogruppo ha per ò prelevato un terzo dell’ attivo del nostro istituto, che nel 2008 ammontava a 62 miliardi, per ripianare i suoi debiti d’oltralpe”.
“Stiamo assistendo a un vero e proprio depauperamento delle risorse e delle professionalità del Crediop, che da due anni a questa parte ha praticamente cessato qualsiasi operatività”, denuncia Piroux.
“Di questo passo, temiamo di andare incontro ad una crisi strutturale che avrà inevitabili ripercussioni sull’occupazione. Siamo seriamente preoccupati per i 200 lavoratori impiegati nel gruppo”, attacca il rappresentante sindacale della FABI.
Nel 2010, intanto, c’è già stata la prima sforbiciata: 34 lavoratori sono stati obbligati al prepensionamento (la FABI non ha firmato l’accordo, ndr.).
Il timore è che il Crediop, prestigioso istituto di credito con oltre 90 anni di storia da sempre dedito al finanziamento delle maggiori infrastrutture del Paese, venga chiuso e che i suoi lavoratori siano mandati a casa.
E oggi a dare manforte ai dipendenti della banca c’erano anche i lavoratori del Fonspa, l’istituto controllato dalla statunitense Morgan Stanley che versa in una situazione analoga a quella del Crediop.
Ufficialmente l’azienda è in vendita dal 2008, ma ad oggi non è stato individuato nessuno acquirente, sono cessate le attività e i posti di lavoro sono sempre più in bilico.
Un immobilismo già da tempo duramente contestato dalla FABI.
Roma 28/06/2011
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