Le organizzazioni sindacali scrivono a Sacconi: "Firmi subito i decreti per garantire la validità del Fondo emergenziale e del nuovo Fondo di Solidarietà. Intervenga, inoltre, per assicurare il reddito ai lavoratori con la finestra spostata in avanti"
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LA FABI “SVEGLIA” IL MINISTRO DEL LAVORO

Le organizzazioni sindacali scrivono a Sacconi: “Firmi subito i decreti per garantire la validità del Fondo emergenziale e del nuovo Fondo di Solidarietà. Intervenga, inoltre, per assicurare il reddito ai lavoratori con la finestra spostata in avanti”
LA FABI

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La FABI e le altre organizzazioni sindacali del credito hanno scritto ieri una lettera al ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, sollecitandolo a varare i decreti ministeriali attuativi del nuovo accordo sul Fondo di Solidarietà firmato l’otto luglio e del vecchio accordo sul Fondo emergenziale del 2009.
Obiettivo: far sì che i lavoratori bancari possano continuare a beneficiare degli ammortizzatori sociali di categoria.
Ma i sindacati hanno anche chiesto al Ministro di garantire l’assegno di sostegno al reddito a quei lavoratori attualmente collocati sul Fondo esuberi la cui finestra pensionistica è stata spostata di un anno in avanti per effetto del D.L. 78 del 2010.
“Questa lettera”, commenta Mauro Bossola, segretario generale aggiunto FABI, “è la prima di una serie di iniziative che intraprenderemo nei giorni a seguire per sensibilizzare i ministeri competenti alle nostre richieste.
La priorità è soprattutto quella di assicurare un reddito a quei lavoratori ai quali è stata prolungata la permanenza sul Fondo oltre i limiti consentiti, per effetto dello spostamento avanti della loro finestra pensionistica, e che quindi rischiano di non ricevere nei prossimi mesi il loro assegno d’esodo”.
Una questione particolarmente delicata a cui i sindacati chiedono di trovare al più presto una soluzione.
Nell’ultimo incontro, svoltosi il 2 febbraio, con i rappresentanti del Ministero, si legge nella lettera, “si concord ò che la copertura economica sarebbe stata garantita con onere a carico del Fondo Sociale per l’occupazione e la formazione”
“Oggi – dice ancora Bossola – l’INPS non ha ancora ricevuto istruzioni (dallo stesso Ministero) per proseguire il pagamento degli assegni con la conseguenza che ci si potrebbe ritrovare senza assegno di accompagnamento alla pensione e senza pensione!”
“C’è un costo per il bilancio statale?”, attaccano la FABI e le altre sigle, “Sì. Ma sarebbe stato sufficiente che il Decreto non avesse effetto retroattivo (una mostruosità giuridica ricorrente) e salvaguardasse, come sempre avvenuto, gli Accordi stipulati prima della sua emissione per azzerare qualsiasi costo”.
Fondo emergenziale. Nella lettera i sindacati hanno chiesto anche al ministero di varare il decreto ministeriale che proroghi la validità del Fondo emergenziale. Il vecchio decreto attuativo scade infatti il 31 dicembre. Al momento sono circa 350 i lavoratori che usufruiscono dell’assegno erogato dalla sezione emergenziale, istituita nel 2009 per asicurare un reddito a quei bancari licenziati che non avevano i requisiti anagrafici per accedere al Fondo di Solidarietà.
L’Accordo (sul Fondo emergenziale, ndr) fu recepito dal D.M. 26 aprile 2010 n. 51635 che decadrà il 31 dicembre 2011. Non c’è traccia del Decreto definitivo, senza il quale i lavoratori licenziati non potranno fruire del sostegno
economico, dei percorsi di riconversione e di riqualificazione professionale a carico dell’Ente bilaterale Fondo Banche ed Assicurazioni, dei processi di outplacement previsti dall’Accordo “, scrivono ancora la FABI e le altre organizzazioni
“C’è un costo per il bilancio dello Stato? No, nessun costo. Soltanto l’insipienza, l’indifferenza,
l’estenuazione burocratica del Ministero evidentemente immunizzato, a dispetto della sua missione, contro i drammi sociali di migliaia di famiglie”, accusano i sindacati.
Accordo dell’otto luglio sul Fondo di Solidarietà. Anche in questo caso nessuna risposta dal ministero.
L’Abi e sindacati hanno firmato l’accordo per il potenziamento e il riordino del Fondo di Solidarietà lo scorso 8 luglio. Eppure nonostante siano passati 3 mesi, il ministero non ha ancora firmato il decreto di recepimento che renda operativo quanto concordato da aziende e sindacati.
Questo ritardo comporta notevoli problemi nel rendere operativi quegli strumenti contrattuali per promuovere nuova occupazione e salvaguardare posti di lavoro introdotti dalla nuova intesa, come i contratti di solidarietà difensiva ed espansiva.
Contratti la cui applicazione, peraltro, è già stata prevista già in alcuni grandi Gruppi, a cominciare da Intesa Sanpaolo, con l’ accordo sul piano d’impresa 2011-13 siglato lo scorso 29 luglio.
Eppure denunciano si sindacati, “Del Decreto di recepimento nessuna traccia! C’è un costo per il bilancio statale? Nessun costo. Ogni anno viene stanziato un plafond per i Contratti di solidarietà; se ci saranno i fondi anche i lavoratori bancari potranno fruirne; se non ci saranno, no”.
“Ministro Sacconi l’inconcludenza apatica del Ministero di fronte all’urgenza di dar corso immediato alle tutele sociali concordate dalle Parti, senza scaricare oneri sul bilancio statale, osteggia e logora la fiducia e la volontà collaborativa che, ostinatamente, continuiamo a nutrire verso le Istituzioni”.
“Le chiediamo, pertanto”, concludono i sindacati nella missiva, “un incontro urgente ed un impegno personale diretto”.
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