L'azienda ha illustrato i suoi obiettivi: 800 pensionamenti obbligatori, più una ulteriore riduzione del personale di 2.700 unità, moratoria sugli inquadramenti, mobilità territoriale e professionale. FABI: "Contrari su tutta la linea"
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UNICREDIT, RIPARTE IL CONFRONTO SUL PIANO INDUSTRIALE

L’azienda ha illustrato i suoi obiettivi: 800 pensionamenti obbligatori, più una ulteriore riduzione del personale di 2.700 unità, moratoria sugli inquadramenti, mobilità territoriale e professionale. FABI: “Contrari su tutta la linea”
UNICREDIT, RIPARTE IL CONFRONTO SUL PIANO INDUSTRIALE

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Riparte il confronto tra Unicredit e le organizzazioni sindacali sul piano industriale 2011-15. Oggi c’è stato l’incontro d’apertura a Milano e l’azienda ha illustrato gli obiettivi da centrare nel prossimo quadriennio.
Entro il 2015 la banca pur confermando di essere intenzionata a ridurre il personale di 3.500 unità, così come annunciato nel piano presentato lo scorso novembre, ha detto che nei prossimi 4 anni dovranno andare obbligatoriamente in pensione 800 lavoratori.
Una riduzione della platea dei pensionabili certi determinata dalla riforma Fornero che ha spostato in avanti l’età pensionabile e che dunque farà sì che il Gruppo non possa più giungere, soltanto attraverso i pensionamenti, a un significativo contenimento dei costi così come inizialmente progettato.
Per questo, hanno spiegato i Responsabili delle risorse umane di Unicredit, sarà necessario integrare le uscite con altre misure orientate a tagliare le spese sul personale: dalla moratoria sugli inquadramenti, che porterà a una maggiore flessibilità dei ruoli, fino al ricorso della mobilità territoriale e professionale infragruppo, anche per favorire l’internalizzazione di alcune attività al momento appaltate ad esterni e dunque la nuova occupazione, e alla fruizione obbligatoria delle ferie da parte del lavoratore.
Insomma: mano libera nella gestione del personale.
“Esprimiamo forte contrarietà rispetto a questo piano industriale”, ha commentato a caldo il Coordinamento FABI in Unicredit, “in quanto contiene solo tagli e non prospetta sufficienti misure che diano sviluppo e rafforzino il presidio delle aree di business. Ribadiamo, inoltre, che non accetteremo nessuna iniziativa unilaterale da parte dell’azienda”.
Milano 06/06/2012
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