Il Coordinamento FABI di Intesa Sanpaolo dà mandato alla Delegazione sindacale trattante di attuare tutte le iniziative, comprese lo sciopero generale, per contrastare i progetti dell'azienda. "Costo del lavoro già calato del 2%. Ora siano i vertici a pagare"">

INTESA SANPAOLO, FABI: INTERVENIRE SU MANAGER NON SU LAVORATORI

Il Coordinamento FABI di Intesa Sanpaolo dà mandato alla Delegazione sindacale trattante di attuare tutte le iniziative, comprese lo sciopero generale, per contrastare i progetti dell’azienda. “Costo del lavoro già calato del 2%. Ora siano i vertici a pagare”
INTESA SANPAOLO, FABI: INTERVENIRE SU MANAGER NON SU LAVORATORI
La FABI conferma la sua contrarietà ad alcune misure proposte dal Gruppo Intesa Sanpaolo per contenere i costi di gestione aziendale in aumento, rispetto ai piani prestabiliti, anche a causa dell'entrata in vigore della riforma delle pensioni che ritarda l'uscita dei lavoratori.

In vista dell'incontro con i vertici del Gruppo fissato il 18 giugno, i Coordinatori territoriali FABI di Intesa Sanpaolo, riuniti oggi a Milano con i rappresentanti sindacali aziendali delle aziende del Gruppo, hanno dato mandato alla Delegazione trattante di intraprendere tutte le azioni necessarie, compreso lo sciopero generale dei lavoratori del Gruppo, per contrastare i progetti dell'azienda.

“Il Coordinamento FABI”, recita la delibera conclusiva, “rigetta il principio che i maggiori oneri derivanti dalle nuove disposizioni sugli esodati siano fatti pagare ancora ai lavoratori con misure drastiche su tutele e garanzie, così come dichiarato dalla banca”.

“è lo stesso bilancio consolidato 2011 che evidenzia dove sono i veri costi da tagliare”, attacca la FABI.

Il documento indica, infatti, chiaramente che l’anno scorso l’azienda ha già dato una sforbiciata al costo del personale facendolo diminuire del 2%, con una riduzione pari a 109 milioni di euro.

Contemporaneamente al management sono andati a titolo di retribuzione ben 76 milioni di euro, mentre le spese per le consulenze professionali sono ammontate a 230 milioni.

“Quindi”, sottolinea il Coordinamento aziendale FABI di Intesa Sanpaolo, “sono i lavoratori che hanno pagato gli stipendi e i bonus dei top manager”.

Inaccettabile dunque un nuovo tentativo da parte dell’azienda di ridurre ulteriormente il costo del lavoro.

“La FABI”, conclude la delibera, “pretende rispetto sul piano d’impresa 2011-14 e certezza dell’applicazione dell’accordo sulle uscite del 29 luglio 2011, un confronto serio con l’azienda sulla sperimentazione del nuovo orario di apertura delle filiali fino alle 19, conferma degli accordi d’armonizzazione, ritiro del piano che prevede la chiusura di 1000 sportelli sul territorio”.

In caso contrario sarà sciopero.

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