L'azienda ha annunciato entro il triennio 1000 nuovi esuberi e interventi su orario di lavoro, ferie e straordinari. La FABI: "No a taglio del costo del lavoro e a obbligatorietà di uscite. Ripristinare gli accordi aziendali"">

INTESA, PRONTA UNA NUOVA SFORBICIATA SUL PERSONALE

L’azienda ha annunciato entro il triennio 1000 nuovi esuberi e interventi su orario di lavoro, ferie e straordinari. La FABI: “No a taglio del costo del lavoro e a obbligatorietà di uscite. Ripristinare gli accordi aziendali”
INTESA, PRONTA UNA NUOVA SFORBICIATA SUL PERSONALE
Altri 1000 esuberi in vista entro il 2015 nel Gruppo Intesa Sanpaolo. è quanto ha comunicato ieri l'azienda nell'incontro con la FABI e gli altri sindacati.

Le eccedenze di personale saranno la diretta conseguenza della chiusura di circa 1000 filiali - a detta della banca - "improduttive", di cui la metà già realizzata, e saranno gestite attraverso il Fondo di solidarietà, l'ammortizzatore sociale di categoria.

A determinare questo ennesimo intervento sul costo del lavoro, il calo di redditività registrato dal Gruppo negli ultimi mesi e l’entrata in vigore della riforma pensionistica, che ha comportato un aumento degli accantonamenti al Fondo esuberi e un aggravio di costi, spostando quindi a giugno 2015 il raggiungimento degli obiettivi economici dell’ultimo piano d’impresa.

Per raggiungere gli obiettivi di piano del piano di impresa 2011/13 di riduzione del costo del lavoro di 300 milioni di euro e migliorare la produttività il Gruppo intende utilizzare anche altre leve, che impatteranno notevolmente sul personale come: l’incremento dell’orario di sportello (dalle 8:00 alle 20:00), il blocco degli straordinari e la decurtazione delle ferie.

Scettici i sindacati. “Abbiamo replicato”, hanno detto le organizzazioni sindacali a margine dell’incontro, ” che una maggiore produttività non pu ò essere unicamente conseguenza della riduzione del costo del lavoro e ribadito che la futura trattativa dovrà ricercare un equilibrio tra gli obiettivi aziendali e l’indispensabile riconoscimento del ruolo dei lavoratori, attraverso un rinnovato impianto economico e normativo di Gruppo. Ci riferiamo a professionalità e inquadramenti, mobilità, conciliazione tempi di vita e di lavoro, equità salariale (anche nelle componenti variabili), indennità e provvidenze. In quest’ambito chiediamo il ripristino del buono pasto per i Part-Time”.
Insomma, le organizzazioni sindacali, FABI in testa, chiedono a gran voce il ripristino degli accordi aziendale, scaduti il 30 giugno scorso.
“Non si pu ò discutere di produttività senza prima affrontare il nodo del rinnovo degli accordi aziendali, che costituiscono per i lavoratori un patrimonio di diritti da non disperdere”, ha commentato Giuseppe Milazzo, Coordinatore FABI di Intesa Sanpaolo.
Quanto alle 1000 uscite preventivate entro il 2015, la FABI ha già posto le sue condizioni. “Non siamo disponibili ad accettare pre-pensionamenti obbligatori. Incentivi economici e volontarietà degli esodi sono punti sui quali non transigeremo”.
Prossimo incontro con l’azienda previsto il 26 settembre.
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