I lavoratori approvano a larga maggioranza l'ipotesi d'accordo sottoscritta da FABI, FIBA, UGL e UILCA, con il 93% dei voti favorevoli. La FABI: "Sì ad azioni di responsabilità nei confronti di chi ha ridotto la banca in questa grave situazione"
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MPS, S? ALL?ACCORDO SUL PIANO INDUSTRIALE

I lavoratori approvano a larga maggioranza l’ipotesi d’accordo sottoscritta da FABI, FIBA, UGL e UILCA, con il 93% dei voti favorevoli. La FABI: “Sì ad azioni di responsabilità nei confronti di chi ha ridotto la banca in questa grave situazione”
MPS, S? ALL?ACCORDO SUL PIANO INDUSTRIALE
I lavoratori del Gruppo MPS approvano a larga maggioranza, con una media di oltre il 93% di voti favorevoli, l'accordo sul piano industriale firmato da banca e organizzazioni sindacali, Fisac Cgil esclusa, lo scorso 20 dicembre.

Un risultato giunto al termine delle capillari assemblee svolte sul territorio nazionale dalle organizzazioni firmatarie dell'intesa, che hanno visto la massiccia partecipazione dei dipendenti del Gruppo.

“Le Assemblee hanno permesso una approfondita analisi della situazione della Banca, e quindi una valutazione oggettiva dei contenuti dell’Ipotesi di Accordo, che necessita infatti di essere inquadrata all’interno del complesso contesto e della allarmante situazione in cui il Monte dei Paschi si trova”, hanno dichiarato in una nota unitaria FABI, FIBA Cisl, UGL e UILCA, “una situazione che – come abbiamo già avuto modo di sottolineare – è stata creata da una gestione politica ed amministrativa disastrosa, le cui gravi responsabilità – peraltro confermate dai recenti accadimenti – dovranno essere attentamente verificate dalle autorità preposte”.

“Nell’attesa che tali chiarimenti possano far emergere”, hanno rimarcato i sindacati, “quell’intreccio di interessi politici e personali che hanno portato alla distruzione di un patrimonio immenso, un tempo rappresentato dalla Banca e dalla Fondazione, come FABI-FIBA-UILCA-UGL ci dichiariamo fin da ora disponibili a sostenere tutte le iniziative che si dovessero rendere necessarie per intraprendere azioni di responsabilità nei confronti degli artefici dello scempio del Gruppo Monte dei Paschi sopra richiamato. Nel contempo auspichiamo una convocazione urgente dell’Amministratore Delegato per meglio comprendere la situazione e conoscere le iniziative che la Banca intende attivare”.

Quanto all’ottimo risultato delle consultazioni, i sindacati hanno sottolineato che questo è ancor più significativo “se si considera che è maturato in un contesto che ha visto le organizzazioni sindacali della Banca presentarsi ai lavoratori su una proposta non condivisa, che, anzi, è stata oggetto di strumentalizzazioni e critiche allo scopo di fare controinformazione e trascinarci in una sterile diatriba alla quale ci siamo volutamente sottratti”.

“Riteniamo, quindi”, hanno concluso le organizzazioni sindacali, “che proprio sul tema delle relazioni tra le OO.SS. del primo tavolo, sia necessario effettuare un tempestivo chiarimento, per verificare la volontà di dirimere le divergenze emerse in questa circostanza e ristabilire il rispetto delle regole di democrazia sindacale; se tale chiarimento non dovesse realizzarsi, ne prenderemo atto e proseguiremo il cammino intrapreso tra le sole forze sindacali che lo condividono”.

I contenuti dell’accordo. Nell’accordo sono state definite diverse tutele a favore dei lavoratori, compatibilmente con le improrogabili esigenze di ridimensionamento dei costi del Gruppo.

Esternalizzazione del back office. L’azienda si impegna a cedere le lavorazioni del back office a un fornitore del comparto bancario o assicurativo con la garanzia di assicurare al personale ceduto il mantenimento del contratto del credito, oltre che dei livelli occupazionali anche in caso di cessione a terzi.

Gestione degli esuberi. A partire dal 2013, saranno collocati in pensione 250 lavoratori e andranno in esodo, su base volontaria e incentivata, circa 720 persone. A tal proposito, con l’intesa sottoscritta dai sindacati, sono state completamente ripristinate le condizioni di regolare funzionamento del Fondo, che erogherà ai lavoratori esodati un assegno pari all’85% della retribuzione netta. Le prestazioni del fondo saranno finanziate da un contributo di solidarietà a carico dei dipendenti, pari a 6 giornate lavorative annue decurtabili di massimo 2 giorni di ferie arretrate.

Taglio del costo del lavoro. Sono state inoltre definite delle misure temporanee di contenimento del costo del lavoro per evitare i licenziamenti valide per i prossimi 3 anni. Tra queste, oltre alla già citata sospensione dell’attività lavorativa con corrispondente riduzione del trattamento economico pari a 6 giornate lavorative, il blocco degli straordinari e la fruizione obbligatoria delle ferie residue, banca ore e festività soppresse. Ribadito poi l’impegno da parte aziendale ad una consistente razionalizzazione delle altre spese amministrative per immobili, logistica, consulenze e comunicazione.

Contratti integrativi aziendali. Quanto alla contrattazione di secondo livello, disdettato unilateralmente dall’azienda a novembre, sono state recuperate diverse voci del contratto integrativo aziendale, come quelle relative a: permessi, trasferimenti, Previdenza Aziendale, Polizza sanitaria, Ticket pasto, Premio Aziendale, Permessi e congedi, Percorsi Professionali, Stage, condizioni al personale, orari di lavoro, polizza CIA.

Siena 24/01/2013

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