Sollecitata dai Sindacati, la governatrice del Friuli ha confermato la disponibilità della Regione a intervenire in sede nazionale ed europea a salvaguardia dell'occupazione. Con la chiusura di Hypo Alpe Italia, rischiano il posto 370 persone
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HYPO ALPE ADRIA BANK, IL FRIULI CON LA FABI IN DIFESA DEI LAVORATORI

Sollecitata dai Sindacati, la governatrice del Friuli ha confermato la disponibilità della Regione a intervenire in sede nazionale ed europea a salvaguardia dell’occupazione. Con la chiusura di Hypo Alpe Italia, rischiano il posto 370 persone
HYPO ALPE ADRIA BANK, IL FRIULI CON LA FABI IN DIFESA DEI LAVORATORI
La governatrice del Friuli, Debora Serracchiani, raccoglie l'invito della FABI e degli altri sindacati e si schiera con i 370 lavoratori di Hypo Alpe Adria Bank, l'azienda austriaca che, secondo fonti accreditate, sarebbe a un passo dal chiudere la rete italiana.

Nell'ultimo incontro con le Organizzazioni Sindacali, avvenuto venerdì, la governatrice ha confermato l'attenzione e l'interesse della Regione per la salvaguardia dell'operatività dell'impresa e la tutela dell'occupazione" e si è detta pronta a "stabilire sinergie", con i presidenti di Veneto e Lombardia, Luca Zaia e Roberto Maroni, territori in cui la banca è presente per incidere adeguatamente sul livello nazionale e internazionale anche in termini di peso istituzionale e territoriale. "E' intenzione della Regione - ha concluso Serracchiani - coinvolgere la Rappresentanza italiana e quella regionale a Bruxelles per aprire un dialogo diretto con la Commissione Europea anche su questo tema".

“Plaudiamo al tempestivo intervento della governatrice a auspichiamo che l’azione congiunta di sindacati e istituzioni possa realmente portare a soluzioni che tutelino i lavoratori”, hanno commentato a caldo Guido Fasano e Nicoletta Simonetti, rispettivamente Coordinatore FABI Udine e Coordinatrice di Hypo Alpe Adria Bank.

Una banca in bilico. Il taglio della rete italiana sarebbe solo l’atto finale di “cura dimagrante” che dura ormai da oltre due anni. L’istituto dal 2011 a oggi è stato infatti al centro di una serie di durissime ristrutturazioni, che, attraverso scorpori e cessioni di rami d’azienda, hanno inciso notevolmente sull’occupazione.
L’ultima procedura si è conclusa proprio a febbraio presso il Ministero del Lavoro con il licenziamento di 97 dipendenti, “mitigato” dall’introduzione di un assegno di sostegno al reddito biennale attraverso il Fondo Emergenziale a beneficio dei lavoratori licenziati, ottenuto dalla FABI e dagli altri sindacati al termine di una sofferta trattativa.
Complessa la vicenda di Hypo alpe Adria Bank. La banca è stata nazionalizzata dal governo austriaco nel 2009 che l’ha così salvata dal fallimento. All’istituto sono andati aiuti di stato per circa 2, 2 miliardi. Ma l’Unione Europea aveva posto ai vertici condizioni precise: la banca, una volta incassati i prestiti pubblici, avrebbe dovuto essere risanata ed essere poi messa sul mercato.

Eppure a distanza di 4 anni dal crollo, pare che ben poco sia cambiato. La banca non è stata privatizzata, i conti arrancano e l’Unione Europea non è più disposta ad aspettare.

Dalla sede generale austriaca dell’istituto quindi stanno seriamente prendendo in considerazione la possibilità di smantellare la rete italiana.

Non sono ancora ben chiari i modi e i tempi dell’abbandono dell’Italia. Fonti della holding riferiscono soltanto che, dal momento in cui il piano sarà approvato a livello europeo e diventerà operativo, la controllata italiana dovrà cessare le sue attività.

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