L'azienda ha inviato ai sindacati una lettera in cui si comunica l'avvio di un processo di ristrutturazione con interventi sul costo del personale. La FABI: "Disponibili a ragionare, ma vanno salvaguardati i posti di lavoro"
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BANCA POPOLARE PUGLIA E BASILICATA, 180 POSTI A RISCHIO

L’azienda ha inviato ai sindacati una lettera in cui si comunica l’avvio di un processo di ristrutturazione con interventi sul costo del personale. La FABI: “Disponibili a ragionare, ma vanno salvaguardati i posti di lavoro”
BANCA POPOLARE PUGLIA E BASILICATA, 180 POSTI A RISCHIO
Sono 180 i posti di lavoro a rischio in Banca Popolare Puglia e Basilicata. Nei giorni scorsi, infatti, l'azienda ha inviato ai sindacati una lettera in cui si comunica l'avvio di un processo di ristrutturazione con interventi sul costo del personale, anche mediante riduzione degli organici considerati in esubero. Nonostante non ci sia un piano industriale che preveda una generale riorganizzazione della banca, attraverso eventuali accorpamenti o chiusure di filiali, l'azienda ha comunque deciso, viste le difficoltà riscontrate nell'ultimo bilancio, di tagliare i costi di personale.

"Nella lettera si parla di circa 105 dipendenti della rete commerciale e 75 della direzione generale. La trattativa - spiega Paolo Baldassarra, Coordinatore FABI in BPPB - è iniziata il 3 giugno e dovrebbe concludersi entro la fine di luglio. Quello che la FABI, d'intesa con gli altri sindacati, vuole è ovviamente salvaguardare prima di tutto i posti di lavoro. Certo è che l'azienda è ferma sulla necessità di un contenimento piuttosto netto dei costi del personale, per questo si sta pensando a forme di accordo diverse quali uscite e prepensionamenti che siano per ò volontari e incentivati".

Nonostante una partenza rigida da parte della banca, nell’ultimo incontro i sindacati hanno potuto constatare una parziale apertura finalizzata a trovare una soluzione quanto più possibile condivisa.

“Riteniamo – prosegue Baldassarra – che in assenza di un vero piano industriale che giustifichi una riorganizzazione dell’azienda non sia possibile ragionare solo in termini riduzione del costo del personale, anche se appare sempre come la soluzione più semplice. Questa ipotesi infatti non risolverebbe il vero problema ovvero quello della necessità di un rilancio commerciale di un’azienda comunque solida, possibile, a mio avviso, solo con un aumento di capitale”.

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