Partita la procedura ma l'azienda non ha dato informazioni sufficienti sugli impatti che il nuovo modello di rete avrà. FABI: "Vogliamo vederci chiaro. Azienda fornisca dettagli su ricadute occupazionali e motivazioni del piano, altrimenti mobilitazione"
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BANCO POPOLARE, ? SCONTRO SUL NUOVO MODELLO DI RETE

Partita la procedura ma l’azienda non ha dato informazioni sufficienti sugli impatti che il nuovo modello di rete avrà. FABI: “Vogliamo vederci chiaro. Azienda fornisca dettagli su ricadute occupazionali e motivazioni del piano, altrimenti mobilitazione”
BANCO POPOLARE, ? SCONTRO SUL NUOVO MODELLO DI RETE

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è scontro tra sindacati e Banco Popolare sul nuovo modello di rete che l’azienda vuole mettere in piedi a partire dal prossimo gennaio.
La FABI e le altre Organizzazioni Sindacali hanno infatti giudicato “carente” l’informativa che la banca ha illustrato loro tra mercoledì e giovedì. Per questo hanno deciso di abbandonare il tavolo di trattativa invitando l’azienda a revocare il piano.
In particolare i sindacati contestano la carenza di informazioni sugli impatti che la revisione della rete avrà sui lavoratori e il fatto che, sempre nell’informativa, non siano stati sufficientemente spiegati i motivi per i quali si intende avviare un’ennesima ristrutturazione della rete.
Se la banca non tornerà sui suoi passi e darà le informazioni necessarie ad avviare un serio confronto, hanno spiegato la FABI e gli altri sindacati, si valuteranno iniziative idonee a tutela dei lavoratori.
La riorganizzazione degli sportelli. I piani dell’azienda parlano di una vera e propria rivoluzione del modello distributivo, che partirà da gennaio 2014: chiuderanno 50 agenzie e le Direzioni territoriali di Lodi, Novara e Verona, mentre gli sportelli saranno suddivisi in due categoria: hub e spoke con una differenziazione tra filiali tradizionali e filiali specificamente rivolte alle imprese.
Ad essere trasformate in hub saranno 394 agenzie, mentre 705 saranno quelle adibite a spoke, ossia filiali leggere, prive di responsabile ma facenti capo agli hub.
Una trasformazione che secondo il Gruppo si rende necessaria proprio in conseguenza della dei ricavi che non accenna a fermarsi a causa della perdurante recessione e dell’attuale basso livello dei tassi d’interesse, penalizzante per l’intero sistema.
Le ricadute sul personale. Nell’informativa illustrata ai sindacati, l’azienda non ha fornito indicazioni sull’effettivo numero di lavoratori coinvolti ma ha detto chiaramente che l’operazione potrà comportare trasferimenti e processi di mobilità del personale, interventi di riqualificazione e fungibilità delle mansioni, ossia possibilità che venga chiesto al lavoratore di svolgere compiti non in linea con il proprio inquadramento.
E proprio quest’ultimo argomento dovrà essere oggetto di trattativa a parte, poiché la banca, con l’applicazione del nuovo modello di rete, intende disdettare le previsioni del Contratto Integrativo Aziendale relative agli inquadramenti.
“Una prima valutazione, seppur frettolosa, dell’impianto proposto non ci pu ò che preoccupare seriamente”, ha dichiarato Piero Marioli, Coordinatore FABI del Banco Popolare, lanciando poi precise accuse al management.
“Negli ultimi anni si sono spese decine di milioni di euro per finanziare progetti che prevedevano creazioni di sovrastrutture destinate, non a far calare i costi, bensì a farli lievitare per poi smantellarne una buona parte e ritornare all’antico”.
“Questo per noi dipendenti non è programmazione, è semplicemente caos e sperpero di risorse che potrebbero trovare sicuramente migliore destinazione”, ha concluso Marioli.
Verona 08/07/2013