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MPS, SULLA CESSIONE DEL BACK OFFICE SCENDE IN CAMPO SILEONI
Il Segretario Generale della FABI chiede che ai 1100 lavoratori del back office siano assicurate tutele normative ed occupazionali, come da accordi sul piano industriale. “No a mobilità territoriale dipendenti, no a perdita di autonomia della banca”

A pochi mesi dal via al processo di esternalizzazione del back office del Gruppo MPS, il Segretario Generale della FABI, Lando Maria Sileoni, scende in campo per chiedere l'applicazione di tutte le tutele e garanzie occupazionali per i 1100 lavoratori oggetto di cessione, già previste dal piano industriale firmato lo scorso 19 dicembre da FABI, FIBA CISL, UGL e UILCA.
Proprio oggi infatti l'amministratore delegato Fabrizio Viola ha annunciato che Il CDA di MPS ha dato mandato per trattare in esclusiva con due partner, Accenture e Bassilichi, per l'outsourcing delle attività dei Poli dell'ex Consorzio operativo (escluse, quindi, la rete commerciale e le aree territoriali).
Il confronto con i sindacati per gestire l'operazione partirà ad ottobre con l'obiettivo di raggiungere un'intesa che tuteli i dipendenti in outsourcing nel solco di quanto già stabilito dall'accordo sul piano industriale 2012-15 firmato a dicembre, che prevede a favore del personale ceduto il mantenimento del contratto del credito, oltre che dei livelli occupazionali anche in caso di cessione a terzi.
"Nella cruciale, complessa e decisiva evoluzione della strategia di risanamento e di rilancio del Gruppo MPS, la FABI continuerà a perseguire con assoluta determinazione la difesa: dell'occupazione, del reddito, delle attese professionali, delle barriere contro la mobilità.
Per queste ragioni, verificheremo il rispetto dell'accordo sul piano industriale, firmato il 19 dicembre 2012, che prevede ampie tutele e stringenti garanzie occupazionali per i lavoratori del back office oggetto di oustourcing", ha dichiarato a margine dell'incontro il Segretario Generale della FABI, Lando Maria Sileoni.
"Al tempo stesso, valuteremo i requisiti della nuova società a cui verranno conferite le lavorazioni e ci opporremo con fermezza ad ipotesi di partnership con aziende orientate, per vocazione strategica, alla mobilità territoriale dei lavoratori".
Quanto all'attuazione del piano industriale, "continueremo a garantire l'accesso volontario al Fondo di solidarietà, nell'ambito della riduzione, imprescindibile, di tutti i costi operativi diversi da quelli del personale, comprese le remunerazioni del top management", ha precisato Sileoni.
"In quanto rappresentanti dei lavoratori, siamo massimamente interessati al salvataggio e alla rinascita del Gruppo MPS, insieme alle economie ed alle comunità di riferimento.
Vogliamo proseguire su questa via, che coniuga istanze di giustizia e coesione sociale dei lavoratori.
"Con un'avvertenza fondamentale", ha sottolineato il leader della FABI, "se il dibattito internazionale sul Piano industriale del Gruppo MPS e sulle sua efficacia di rilancio dovesse essere piegato strumentalmente a creare le condizioni per la perdita di autonomia della banca, l'opposizione della FABI sarà intransigente e senza quartiere".
L'incontro dei sindacati con l'amministratore delegato Viola. Nel corso dell'incontro che si è svolto oggi a Siena, oltre a presentare i dati della semestrale, Viola ha anche chiarito che non c'è alcuna necessità da parte dell'azienda di modifica del piano industriale, sia in termini economici sia occupazionali, pur precisando che la trattativa in corso sul piano di riorganizzazione coinvolge in primis interlocutori istituzionali e solo in seconda battuta la banca.
La risposta è arrivata a seguito del pressing della FABI che proprio la settimana scorsa, all'indomani del monito del Commissario Europeo Almunia a proseguire sulla strada della riduzione dei costi a e modificare il piano, aveva proclamato la sua ferma contrarietà a ulteriori tagli al personale.
Una posizione ribadita anche oggi e supportata da FIBA CISL, UGL e UILCA. I sindacati hanno poi rimarcato la necessità per i lavoratori di operare in un ambiente di lavoro privo di esasperate e continue pressioni commerciali, chiedendo quindi al management un intervento per limitare queste politiche demotivanti.
Infine, sono anche arrivate le prime rassicurazioni sulla cessione del back office. Secondo Viola, Bassilichi e Accenture, le due società interessate a rilevare le lavorazioni, sarebbero disponibili a mantenere le attività sui territori di riferimento e a rispettare gli accordi sul piano industriale per quanto riguarda le tutele normative e occupazionali dei lavoratori.
Siena 08/08/2013
Leggi la dichiarazione sulle Agenzie di Stampa
RADIOCOR 8 AGOSTO 2013
15:45 – Mps: Fabi, esternalizzazione back office rispetti tutele lavoratori
Sileoni: ‘Lotta senza quartiere se banca perdera’ autonomia’
(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 08 ago – “Nella cruciale, complessa e decisiva evoluzione della strategia di risanamento e di rilancio del Gruppo Mps, la Fabi continuerà a perseguire con assoluta determinazione la difesa dell’occupazione, del reddito, delle attese professionali, delle barriere contro la mobilità. Perci ò verificheremo il rispetto dell’accordo sul piano industriale, firmato il 19 dicembre 2012, che prevede ampie tutele e stringenti garanzie occupazionali per i lavoratori del back office oggetto di outsourcing’. E’ la dichiarazione di Lando Maria Sileoni,
segretario del sindacato bancario autonomo Fabi.
‘Al tempo stesso – assicura Sileoni – valuteremo i requisiti della nuova società a cui verranno conferite le lavorazioni e ci opporremo con fermezza ad ipotesi di partnership con aziende orientate, per vocazione strategica, alla mobilità territoriale dei lavoratori. Continueremo a garantire l’accesso volontario al Fondo di solidarietà, nell’ambito della riduzione, imprescindibile, di tutti i costi operativi diversi da quelli del personale, comprese le remunerazioni del top management”.
Il segretario della Fabi lancia infine un avvertimento: “Se il dibattito internazionale sul piano industriale del Gruppo Mps e sulle sua efficacia di rilancio dovesse essere piegato strumentalmente a creare le condizioni per la perdita di autonomia della banca, l’opposizione della
Fabi sarà intransigente e senza quartiere’.
ANSA 8 AGOSTO 2013
Mps: Fabi, per lavoratori back office rispettare tutele
(ANSA) – ROMA, 8 AGO – ”Bisogna rispettare le tutele e le garanzie occupazionali per i lavoratori del back office oggetto di esternalizzazione, come da accordo sul piano industriale”.
Lo chiede il segretario generale del sindacato Fabi, Lando Sileoni, a proposito delle trattative fra Mps e le due società Bassilichi e Accenture.
”Verificheremo – spiega – il rispetto dell’accordo sul piano industriale, firmato il 19 dicembre 2012, che prevede ampie tutele e stringenti garanzie occupazionali per i lavoratori del back office oggetto di outsourcing”. ”Al tempo stesso, valuteremo i requisiti della nuova società a cui verranno conferite le lavorazioni, e ci opporremo con fermezza a ipotesi di partnership con aziende orientate, per vocazione strategica, alla mobilità territoriale dei lavoratori”.
”In quanto rappresentanti dei lavoratori – spiega – siamo massimamente interessati al salvataggio e alla rinascita del Gruppo Mps, assieme alle economie e alle comunità di riferimento. Vogliamo proseguire su questa via, che coniuga istanze di giustizia e coesione sociale dei lavoratori con un’avvertenza fondamentale: se il dibattito internazionale sul Piano industriale del Gruppo e sulla sua efficacia di rilancio dovesse essere piegato strumentalmente a creare le condizioni per la perdita di autonomia della banca, l’opposizione della Fabi sarà intransigente e senza quartiere”. (ANSA)
ADNKRONOS 8 AGOSTO 2013
MPS: FABI SU ESTERNALIZZAZIONE BACK OFFICE, RISPETTARE TUTELE OCCUPAZIONALI =
Roma, 8 ago. – (Adnkronos) – ”Nella cruciale, complessa e decisiva evoluzione della strategia di risanamento e di rilancio del gruppo Mps, la Fabi continuerà a perseguire con assoluta determinazione la difesa: dell’occupazione, del reddito, delle attese professionali, delle barriere contro la mobilità. Per queste ragioni, verificheremo il rispetto dell’accordo sul piano industriale, firmato il 19 dicembre 2012, che prevede ampie tutele e stringenti garanzie occupazionali per i lavoratori del back office oggetto di outsourcing”.
Ad affermarlo in una nota e’ Lando Maria Sileoni, il segretario generale della Fabi, il sindacato di maggioranza dei lavoratori bancari.
”Al tempo stesso -sottolinea-, valuteremo i requisiti della nuova società a cui verranno conferite le lavorazioni e ci opporremo con fermezza ad ipotesi di partnership con aziende orientate, per vocazione strategica, alla mobilità territoriale dei lavoratori.
Continueremo a garantire l’accesso volontario al Fondo di solidarietà, nell’ambito della riduzione, imprescindibile, di tutti i costi operativi diversi da quelli del personale, comprese le remunerazioni del top management”.
In quanto rappresentanti dei lavoratori, aggiunge, ”siamo massimamente interessati al salvataggio e alla rinascita del gruppo Mps, insieme alle economie ed alle comunità di riferimento. Vogliamo proseguire su questa via, che coniuga istanze di giustizia e coesione sociale dei lavoratori. Con un’avvertenza fondamentale: se il dibattito internazionale sul Piano industriale del gruppo Mps e sulla sua efficacia di rilancio dovesse essere piegato strumentalmente a creare le condizioni per la perdita di autonomia della banca, l’opposizione della Fabi sarà intransigente e senza quartiere”.
ASCA 8 AGOSTO 2013
Mps: Sileoni, rispettare tutele e garanzie per lavoratori esternalizzati
08 Agosto 2013 – 15:37
(ASCA) – Roma, 8 ago – ”Rispettare tutele e garanzie occupazionali per i lavoratori oggetto di cessione, come da accordo su piano industriale. No a società orientate alla mobilità territoriale dei lavoratori e no alla perdita di autonomia della banca”, così Lando Sileoni, Segretario generale della Fabi, il sindacato di maggioranza dei lavoratori bancari. ”Nella cruciale, complessa e decisiva evoluzione della strategia di risanamento e di rilancio del Gruppo Mps, la Fabi continuerà a perseguire con assoluta determinazione la difesa: dell’occupazione, del reddito, delle attese professionali, delle barriere contro la mobilità. Per queste ragioni, verificheremo il rispetto dell’accordo sul piano industriale, firmato il 19 dicembre 2012, che prevede ampie tutele e stringenti garanzie occupazionali per i lavoratori del back office oggetto di outsourcing”, sottolinea il numero uno della Fabi. ”Al tempo stesso, valuteremo i requisiti della nuova società a cui verranno conferite le lavorazioni e ci opporremo con fermezza ad ipotesi di partnership con aziende orientate, per vocazione strategica, alla mobilità territoriale dei lavoratori. Continueremo a garantire l’accesso volontario al Fondo di solidarietà, nell’ambito della riduzione, imprescindibile, di tutti i costi operativi diversi da quelli del personale, comprese le remunerazioni del top management. In quanto rappresentanti dei lavoratori, siamo massimamente interessati al salvataggio e alla rinascita del Gruppo Mps, insieme alle economie ed alle comunità di riferimento. Vogliamo proseguire su questa via, che coniuga istanze di giustizia e coesione sociale dei lavoratori. Con un’avvertenza fondamentale: se il dibattito internazionale sul Piano industriale del Gruppo Mps e sulle sua efficacia di rilancio dovesse essere piegato strumentalmente a creare le condizioni per la perdita di autonomia della banca, l’opposizione della Fabi sarà intransigente e senza quartiere”, conclude Sileoni. red/men