Dopo l'annuncio dell'imminente presentazione del nuovo piano di ristrutturazione, concordato con Bruxelles, FABI, FIBA, UGL e UILCA ribadiscono il loro no a eventuali sacrifici aggiuntivi per i lavoratori: "Hanno già pagato. Ora rilancio del Gruppo"
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MPS, LA FABI SBARRA IL PASSO A NUOVI TAGLI

Dopo l’annuncio dell’imminente presentazione del nuovo piano di ristrutturazione, concordato con Bruxelles, FABI, FIBA, UGL e UILCA ribadiscono il loro no a eventuali sacrifici aggiuntivi per i lavoratori: “Hanno già pagato. Ora rilancio del Gruppo”
MPS, LA FABI SBARRA IL PASSO A NUOVI TAGLI

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FABI, FIBA, UGL e UILCA ribadiscono il proprio no a ulteriori possibili tagli sul costo del lavoro nel gruppo MPS.
L’annuncio è stato dato oggi, dopo che la banca guidata da Alessandro Profumo ha confermato che il Piano di Ristrutturazione predisposto secondo le linee guida concordate con la Commissione, in coordinamento con il Ministero dell’Economia e la Banca d’Italia, è arrivato alla fase di stesura finale e che l’11 settembre approderà in Consiglio d’Amministrazione per essere discusso e successivamente approvato.
Pur non essendo ancora noti i contenuti, la FABI e gli altri sindacati hanno voluto mettere immediatamente le cose in chiaro.
“Come è stato già detto all’Amministratore Delegato Viola, nell’incontro sulla semestrale di agosto”, hanno dichiarato unitariamente FABI, FIBA, UGL e UILCA, “ribadiamo che non saranno tollerate ulteriori misure di contenimento dei livelli occupazionali e retributivi, rispetto a quelle già previste nel Piano Industriale e codificate nell’Accordo 19 dicembre 2012. I dati di bilancio, infatti, dicono chiaramente che l’obiettivo preventivato dal Piano stesso – pari a 300 milioni di euro di riduzione del costo del personale – sarà raggiunto già entro il 2013”.
“Poiché il costo degli errori della passata gestione non pu ò e non deve gravare solo sui dipendenti, è necessario proseguire, senza indugio, sulla strada già avviata del risanamento, senza ricorrere, inoltre e come già più volte da noi denunciato, a pressioni commerciali eccessive e fuori luogo, accompagnate spesso da intimidazioni neanche troppo velate, che stanno purtroppo contribuendo – in modo significativo – a peggiorare il clima interno”.
Le Organizzazioni Sindacali hanno poi invitato il management ad accelerare i tempi d’attuazione del piano industriale per poter così affrontare successivamente il discorso del rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale.
Altro punto all’ordine del giorno è la procedura di cessione del ramo d’azienda delle attività di back office del Consorzio operativo che coinvolgerà circa 1100 lavoratori. I partner a cui affidare il controllo della newco non sono ancora stati scelti, ma la FABI sta seguendo con la massima attenzione la vertenza. L’obiettivo è infatti quello di arrivare a un accordo con la controparte che recepisca tutte le tutele contrattuali e occupazionali già concordate nell’intesa sul Piano Industriale per i lavoratori oggetto di cessione.
Infine, una stoccata alla FISAC CGIL, l’unica sigla che non ha firmato l’intesa sul piano industriale e che ha proclamato in solitaria uno sciopero dei lavoratori per il prossimo 27 settembre. Un’iniziativa “che, non prendendo atto del profondo cambiamento del contesto e della reale situazione della Banca, appaiono orientati al recupero di un passato oramai impossibile da ripristinare, portando così i Lavoratori ad uno scontro senza prospettive”.
Una strategia completamente diversa da quella perseguita da FABI, FIBA, UGL e UILCA, orientata invece a ricercare “le migliori soluzioni contrattuali e delle migliori tutele possibili, in questo momento, per i Colleghi tutti.
Colleghi che stanno contribuendo, con i loro sacrifici, alla realizzazione di un pesante Piano Industriale finalizzato a rilanciare l’Azienda, sebbene essa necessiti di un deciso cambio di rotta sotto il profilo commerciale, organizzativo e manageriale, per completare il percorso di risanamento intrapreso”.
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