Galli: "Sconfiggere l'ingiustizia nella distribuzione della ricchezza".
Sileoni: "Chi non ha capito che bisogna far riuscire lo sciopero del 31 ottobre, è destinato a perdere la partita più importante!"
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XII CONGRESSO FABI PERUGIA E TERNI

Galli: “Sconfiggere l’ingiustizia nella distribuzione della ricchezza”.
Sileoni: “Chi non ha capito che bisogna far riuscire lo sciopero del 31 ottobre, è destinato a perdere la partita più importante!”
XII CONGRESSO FABI PERUGIA E TERNI
"Debito pubblico, disoccupazione, calo del Pil, Spread, eccetera, non sono i problemi veri, bensì solo i sintomi di mali ben più radicali e riassumibili in pochi termini forse desueti ma assolutamente veri, una profonda ingiustizia nella distribuzione della ricchezza tra le parti sociali".
Parte da questa premessa la relazione della Segreteria provinciale di Perugia per il XII Congresso della FABI umbra, che poi addita impietosamente le responsabilità ad una politica subalterna ad un'economia finanziarizzata e che ha come fine ultimo il profitto ad ogni costo.
La situazione è ben nota: siamo in un preciso momento storico, frutto di uno scientifico percorso di ridefinizione di squilibri sociali, in cui stanno venendo a maturazione istanze e rivendicazioni non più conciliabili né tantomeno mediabili, attraverso i tradizionali strumenti della negoziazione politica o sindacale.
In questa prospettiva va letta anche la disdetta da parte dell'Abi del Contratto Nazionale, cui va data una risposta unanime e decisa, con la proclamazione dello stato di agitazione e lo sciopero, deciso per il 31 ottobre, che deve assolutamente riuscire, pena il rischio di un arretramento complessivo e grave della categoria.
Le banche piangono miserie, ma poi continuano nel vergognoso comportamento che se ne infischia dei problemi veri delle aziende, preoccupati solo di accaparrarsi stipendi da favola, mentre richiedono sacrifici ai soliti noti, i lavoratori.
Questo è il sistema bancario in crisi, che invoca un giorno sì e l'altro pure sacrifici, moderazione salariale, riforme strutturali, esuberi ad oltranza, licenziamenti facili, cassa integrazione? E l'etica? E la responsabilità sociale?
I banchieri ne fanno strame, evocandoli talvolta solo nei giorni di festa, e dando l'impressione di voler prendere in giro i lavoratori.
Un'assemblea attenta segue la relazione e annuisce sui punti più significativi, partecipe nell'analisi di una situazione, ahimè ben nota e vissuta da molti.
Il messaggio che scaturisce è che "Va recuperato seriamente un modello sociale di banca attenta a famiglie, imprese e territorio. Il rilancio deve passare, tuttavia, anche attraverso una seria riorganizzazione del settore, gestito da oltre 30 anni dai soliti personaggi e da sistemi di potere obsoleti e talvolta antiquati. Occorre quindi, in altre parole, promuovere il ricambio generazionale ai vertici delle banche".
"La classe dirigente ha responsabilità evidenti perché non ha saputo dare risposte alla crisi, disorientando spesso la stessa clientela e i lavoratori con infiniti e repentini cambiamenti di modelli distributivi".
Non ha peli sulla lingua il Coordinatore della FABI umbra, Corrado Galli, che sottolinea i passaggi più significativi, col tono della voce.
Dura e senza mezzi termini anche l'analisi della situazione locale, con un Pil arretrato di circa 15 anni. Le numerose crisi delle aziende si ripercuotono sulle banche.
BANCA POPOLARE DI SPOLETO: Commissariamento in atto e ricerca di nuovi assetti societari, con forti preoccupazioni su una possibile delocalizzazione dei centri decisionali in ambiti extra regionali.
CASSE DI RISPARMIO DELL'UMBRIA: Create solo 9 mesi fa dalla fusione delle società di Intesasanpaolo in Umbria, le previste ampie deleghe per le autonomie creditizie e in materia di gestione del personale sono state accentrate invece su Firenze. Continua inoltre la riduzione di sportelli con relative conseguenze occupazionali.
GRUPPO MPS: presenza capillare in Umbria con oltre 60 sportelli. Oltre a varie chiusure in atto e riduzioni dei poli territoriali a meri distaccamenti a smaltimento, sono prevedibili ulteriori negative ripercussioni dal durissimo piano industriale in via di definizione.
UBIS GRUPPO UNICREDIT: Sostanziale riduzione del polo di back office di Perugia, con trasferimenti di personale verso la rete sportelli e progressivo svuotamento operativo delle strutture rimaste.
SISTEMA DEL CREDITO COOPERATIVO: continue spinte ad aggregazioni e ricapitalizzazioni di un sistema ad oggi frammentato e di scarso impatto quantitativo sul potenziale creditizio regionale.
"In questo contesto come Sindacato - continua Galli - stiamo svolgendo un ruolo fondamentale nel coinvolgimento di tutti i soggetti, Banche, Istituzioni, politica per evitare la perdita dei centri decisionali locali per le conseguenze che ci ò inevitabilmente comporta".
Che fare per contrastare tutto ci ò? Sicuramente con un rinnovamento della classe dirigente sindacale, per andare verso una decisa ripresa del percorso di crescita quantitativa e qualitativa.
Il Sindacato deve essere inoltre oggi più che mai - secondo la Segreteria FABI umbra - un sindacato di "servizio", dove non ci sono più spazi per rendite di posizione o rilassamenti, perché i problemi da affrontare sono tali e tanti che chi oggi occupa un ruolo come quello del sindacalista deve avere la motivazione e la capacità di affrontare tutte le innumerevole criticità del prossimo futuro.
L'intervento di Mauro Morelli, Segretario Nazionale, ha richiamato tutti alla coesione e alla determinazione nel ricacciare indietro le pretese dei banchieri di sfilarci il Contratto Nazionale, costato molti sacrifici e lotte dal 1948 ad oggi. "I Banchieri, che prendono 10/15 mila euro l'ora, pretendono di ridurre i nostri salari, di ridimensionare il Fondo di sostegno al reddito, di rottamare i cinquantenni, condannandoli ad un futuro di povertà. Per questo non dobbiamo mollare e combattere compatti per sconfiggere questo progetto ingiusto, proveniente peraltro da campioni di avidità, che non hanno certo dimostrato grandi capacità imprenditoriali".
Poi ha concluso: "In questi mesi si gioca il nostro futuro e le parole della battaglia sono "obbligatorietà o volontarietà. Noi faremo la nostra parte, ma occorre che ciascun bancario faccia la sua".
L'intervento del Segretario Generale, Lando Maria Sileoni, ha descritto una situazione "disastrosa", in cui si rischia davvero di rimanere senza Contratto Nazionale, per un'improvvida decisione dell'ABI, mai venutanella storia del nostro settore, che prospetta una vera anarchia contrattuale.
"Nessuno starà fuori da questo progetto e tutti devono sentirsi personalmente coinvolti. Siamo tutti sotto attacco e dobbiamo rispondere con uno sciopero generale della categoria compatto e duro".
Poi Sileoni continua: "Andiamo allo sciopero perché vogliamo un Contratto, oppure saremo allo sbando. Dev'essere chiaro a tutti: lo sciopero del 31 ottobre deve riuscire ad ogni costo".
"Atto scellerato" ha definito Sileoni quello di alcuni irresponsabili, che delegittimano il sindacato e cercano di portare avanti una politica miope, attenta solo all'interesse di piccoli gruppi, senza farsi carico degli interessi generali della categoria.
"Abbiamo l'obbligo di far riuscire questo sciopero e dopo sederci a un tavolo con la controparte per vedere quali sono le condizioni per rinnovare il Contratto Nazionale. A quel tavolo dobbiamo sederci forti del risultato dello sciopero, altrimenti le nostre armi saranno spuntate".
"Tutti sappiamo che questo modello di banca è finito e va cambiato" - ha continuato Sileoni - "La banca online deve diventare un'opportunità e non l'occasione per tagliare posti di lavoro e, quindi, va gestita di concerto banche-sindacati. Per ottenere questo risultato serve una cabina di regia con personaggi di spessore, ma soprattutto indipendenti, per disegnare insieme un nuovo modello di banca".
"Le sofferenze bancarie, 140 miliardi di euro di partite deteriorate, chi li paga? - conclude Sileoni - "Né ABI né Banca d'Italia ci dicono chiaramente chi paga per le sofferenze bancarie di causate dai soliti notii. Tutto ci ò deve finire".
Infine, con voce veemente: "Chi non ha capito che siamo ad una battaglia decisiva, chi non ha capito che bisogna far riuscire lo sciopero del 31 ottobre, destinato a perdere la partita più importante!".
Un lungo applauso ha salutato l'intervento appassionato del Segretario Generale della FABI.
Ampio e partecipato il dibattito, cui sono seguite le votazioni per l'elezione degli organismi territoriali e dei delegati al Congresso Nazionale del prossimo marzo.

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