Le Organizzazioni Sindacali sfidano l'ABI e programmano altre due giornate di sciopero, con manifestazioni a Milano e a Roma, contro la disdetta del Contratto Nazionale. "I banchieri la ritirino". Leggi i servizi del Corriere della Sera e del Sole 24 Ore
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SCIOPERO, SI FA IL TRIS

Le Organizzazioni Sindacali sfidano l’ABI e programmano altre due giornate di sciopero, con manifestazioni a Milano e a Roma, contro la disdetta del Contratto Nazionale. “I banchieri la ritirino”. Leggi i servizi del Corriere della Sera e del Sole 24 Ore
SCIOPERO, SI FA IL TRIS

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Le Organizzazioni Sindacali sfidano l’ABI e programmano altre due giornate di sciopero, con manifestazioni a Milano e a Roma, contro la disdetta del Contratto Nazionale. “I banchieri la ritirino”. Leggi i servizi del Corriere della Sera e del Sole 24 Ore
CORRIERE DELLA SERA martedì 12 novembre 2013
Bancari, due giorni di sciopero
Due giorni di sciopero. Dopo il 31 ottobre, primo giorno di astensione dal lavoro dopo 13 anni di relazioni industriali improntate su pace e condivisione, i bancari non si fermano. Preparano il bis e il tris.
La decisione di andare avanti con la protesta è stata presa ieri dai segretari generali delle sette sigle della categoria: dalla Fabi alla Fiba Cisl, passando per Fisac Cgil e Uilca Uil.
Le due giornate di agitazione saranno accompagnate da manifestazioni e Milano a Roma.
Le date non sono ancora state decise. E questo fa pensare che esista ancora un pertugio attraverso cui far passare l’inizio di una trattativa con l’Abi, l’associazione delle banche italiane.
L’associazione aveva disdettato a metà settembre il contratto della categoria. Di qui l’inizio della protesta. Per cominciare un confronto il sindacato della categoria chiede prima di tutto una cosa: la sospensione della disdetta del contratto. Rita Querzé © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL SOLE 24 ORE martedì 12 novembre 2013
Bancari, diplomazie in campo – L’Abi ribadisce la volontà di sedersi al tavolo della trattativa LE POSIZIONI:
I rappresentanti dei lavoratori chiedono di sospendere la disdetta, ma i banchieri non sembrano disposti a fare concessioni
Cristina Casadei
Banchieri e sindacati dei bancari al lavoro perché si verifichino le opportunità di un incontro. Formale, informale, non è questo il punto, ma le conseguenze che ne scaturiranno. E quindi se riprendere le fila del dialogo per adeguare il Fondo di solidarietà alla riforma Fornero (la scadenza, dopo la proroga, è stata fissata entro la fine dell’anno) e per riscrivere il contratto. Un risultato finale che è in fondo voluto da tutti. Sul modo di arrivarci le strade divergono e qui sta alle diplomazie fare in modo che si avvicinino, consentendo per ò a ciascuna delle parti di mantenere salda la posizione.
Ieri i segretari generali delle sette sigle, Dircredito, Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Sinfub, Ugl e Uilca, si sono riuniti per riflettere sulle iniziative da mettere in campo. Dopo un week end in cui non sono arrivati da Palazzo Altieri segnali sulle richieste del sindacato. In attesa di trovare il modo per un incontro le sette sigle hanno concordato una serie di iniziative che potrebbero essere annunciate ufficialmente già oggi. I 7 segretari generali hanno convenuto di annunciare due scioperi nazionali da fare entro fine febbraio e due iniziative mediatiche con cui puntano ad attirare l’attenzione della collettività. Ancora non sono state ben definite ma potrebbero essere due manifestazioni, con due cortei, uno a Roma e uno a Milano. Nell’incontro è stata fatta anche una valutazione positiva dell’esito dello sciopero del 31 ottobre e delle richieste da portare avanti. All’unanimità è stato ribadito che per riprendere il dialogo, Abi deve togliere di mezzo la disdetta. Al di là della disdetta in sé e per sé, la questione veramente importante è quella del principio dell’ultrattività del contratto che per il sindacato è imprescindibile e non deve venire meno.
In Abi, come è emerso nei giorni scorsi, non c’è l’intenzione di sospendere la disdetta anticipata data ai sindacati a metà settembre. Dato che i mesi di anticipo si stanno a poco a poco esaurendo – secondo quanto stabilito dal contratto doveva essere data a sei mesi dalla scadenza e quindi a fine dicembre – sospenderla adesso non cambierebbe molto le cose. E comunque, consegnando la disdetta ai sindacati, i banchieri hanno rivendicato il diritto di far valere la loro parte, secondo quanto stabilisce il contratto dove è scritto che le parti devono dare la disdetta entro sei mesi. Entro sei mesi come termine ultimo, che significa poterla dare anche prima. Come ha fatto Abi che la ha consegnata a metà settembre invece che a fine dicembre. Se per il sindacato sarebbe importante avere la garanzia dell’ultrattività del ccnl, per Abi questa condizione riporterebbe ai vecchi riti e a tempi negoziali che per i banchieri sono troppo lunghi. Semmai, per ò, bisogna metabolizzare una serie di informazioni. E cioè che secondo fonti Abi i banchieri ribadiscono di voler fare il contratto collettivo nazionale di lavoro, contrariamente a quanto viene sostenuto. E ribadiscono anche di voler riformare il fondo contrariamente a quello che viene sostenuto. C’è una proposta di riorganizzazione e valorizzazione del Fondo di solidarietà che Abi ha presentato ai sindacati per la prima volta in maggio e che ha formalmente consegnato in settembre. Con i processi di riorganizzazione che si moltiplicheranno nei prossimi mesi la riforma del fondo è oggi più che mai urgente. C’è infine un’altra informazione – che forse andrebbe messa come premessa – e cioè lo scenario che va via via peggiorando, come dice Abi, ma come ammettono anche i sindacati.
Annunciare due giornate di sciopero adesso potrebbe rendere più difficile un aggancio tra le parti. Il termine di fine febbraio, per ò, potrebbe aiutare. Così come la procedura di raffreddamento e conciliazione che le parti devono esperire obbligatoriamente e preventivamente alla proclamazione dello sciopero. è un’occasione in cui necessariamente Abi e i sindacati, tra pochi giorni, dovranno incontrarsi ufficialmente. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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