IX Congresso Provinciale di FABI Salerno focus su la crisi economica, politica e sociale. Una crisi a cui la FABI si contrappone forte dell'identità di sindacato che ha saputo guardare con lungimiranza agli eventi della società civile
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CASINI: ?NOI ABBIAMO FATTO LA STORIA DI QUESTA CATEGORIA. NOI SOLI POSSIAMO SALVARLA?

IX Congresso Provinciale di FABI Salerno focus su la crisi economica, politica e sociale. Una crisi a cui la FABI si contrappone forte dell’identità di sindacato che ha saputo guardare con lungimiranza agli eventi della società civile
CASINI: ?NOI ABBIAMO FATTO LA STORIA DI QUESTA CATEGORIA. NOI SOLI POSSIAMO SALVARLA?

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Un minuto di silenzio per ricordare un grande uomo. Si apre così, con l’omaggio a Nelson Mandela, il IX Congresso Provinciale di FABI Salerno. Lavori affidati alla riflessione sulle problematiche del sistema bancario, ma anche sulla situazione socio – politica ed economica.
“Ora più che mai è un dovere dare risposte alla crisi che attanaglia il Paese – ha esordito Egidio Cerino, Coordinatore FABI Salerno -. Le nostre riflessioni di oggi, vanno nella direzione di idee, fatti e proposte, per risolvere le problematiche del cambiamento, nonché individuare le soluzioni migliori, per far uscire il Paese dalla recessione”.
Nelle parole del Coordinatore anche l’evidenziazione dei motivi che hanno reso la FABI il primo sindacato della categoria: “La nostra organizzazione si è trovata sempre in fila per il suo impegno nel sociale e, soprattutto, ha avuto uno sguardo lungo, prospettico e panoramico, tenendo sempre ben presenti sia le esigenze, sia gli interessi dei bancari che rappresentiamo, ma principalmente tutte le questioni del mondo del lavoro e dell’economia. Siamo lavoratori del credito, ma siamo anche cittadini di questo Paese”.
Poi uno sguardo alla situazione politica, che, ugualmente, sta vivendo un momento di crisi e che, oggi, è chiamata, senza ulteriori perdite di tempo, a guardare ad una società di diritti e doveri, fondata sulla partecipazione del cittadino alla vita politica, rivendicando democrazia e autonomia nelle Istituzioni, che sono la base da cui far ripartire programmi politici seri, utili e credibili.
Quindi, la FABI. “Bisogna salvaguardare i diritti – ha detto Cerino – respingere con forza le prevaricazioni e le strumentalizzazioni; capire e farsi capire, mettendoci, come sindacato, in discussione sulle scelte di ieri e di oggi; cercare di essere più che apparire; affermare le esigenze e gli interessi reali della nostra categoria, senza perdere di vista le problematiche socio – politiche della Nazione. Ci ò significa, essere coerenti fino in fondo con la Carta Costituzionale e con lo Statuto di Fondazione della FABI”.
E il riferimento, in tutto l’intervento del Coordinatore di Salerno, non poteva che essere continuo al Segretario Generale della FABI, Lando Maria Sileoni. Il leader che ha saputo, con la sua lungimiranza politica e la sua capacità di relazionarsi con tutti gli attori protagonisti del settore e della società in genere, rendere la FABI forte. Modello di traino per tutte le altre organizzazioni sindacali.
“Oggi si sta svolgendo il Congresso Provinciale – ha esordito il Segretario Nazionale Franco Casini – un momento importante in cui il nostro sindacato si mette in discussione. Una cosa estremamente importante nel momento che stiamo attraversando. Quello che stanno facendo i banchieri è cercare di distruggere la categoria e noi siamo chiamati a dirlo, ma soprattutto a contrastarlo in ogni modo. Noi in questa categoria abbiamo scritto la storia e ora siamo gli unici che possono salvarla. Allora è importante che ci guardiamo dentro, che discutiamo e che usciamo all’esterno più forti e uniti di prima. Questo è il ruolo del nostro sindacato”.
“Noi siamo bancari e non banchieri. Noi siamo quelli dei 1300 euro al mese. Dobbiamo farlo capire alla gente che pensa ancora che siamo una categoria di privilegiati. Oggi, la contrattazione è complicata. Ci sono leggi dello Stato – ha proseguito Casini – che permettono ai banchieri di prendere decisioni anche senza il sindacato. Che licenziano, senza la possibilità di sederci ad un tavolo per discutere. L’unico strumento che abbiamo per difenderci è il Contratto Nazionale. Allora, al ricatto dell’ABI, dobbiamo rispondere scendendo nelle piazze e andando a riprenderci il nostro Contratto. E la FABI farà questo. Rivendicando il primo Contratto Nazionale, firmato solo da noi, continueremo su questa strada. Noi non molleremo mai, perché non possiamo permettere che nessuno venga mandato a casa”.
Ma nell’intervento del Segretario non manca neanche una riflessione sulla necessità di un nuovo modello di banca.
“Noi vogliamo che le banche vadano bene e che siano in salute, perché al loro benessere corrisponde il benessere dei lavoratori e delle loro famiglie. Ma riteniamo – ha detto Casini – che serva andare verso un nuovo modello di banca, più vicino ai territori, alle imprese e alle famiglie”.
Infine, contrastare la disdetta del Contratto Nazionale. “Dopo lo sciopero, se non ci saranno cambiamenti nei comportamenti da parte di ABI, andremo avanti con altre manifestazioni”.
La partita non è finita e la FABI è in campo per giocarla fino all’ultimo minuto.
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