All'indomani della bocciatura dello statuto, il leader della FABI sottolinea: "l'imboscata dei soci non dipendenti si poteva evitare coinvolgendo i sindacati nazionali nella riforma"">

BPM, MF INTERVISTA SILEONI

All’indomani della bocciatura dello statuto, il leader della FABI sottolinea: “l’imboscata dei soci non dipendenti si poteva evitare coinvolgendo i sindacati nazionali nella riforma”
BPM, MF INTERVISTA SILEONI
All'indomani della bocciatura dello statuto, il leader della fabi sottolinea: "l'imboscata dei soci non dipendenti si poteva evitare coinvolgendo i sindacati nazionali nella riforma"

MF-MILANO FINANZA giovedì 17 alprile 2014

v align=”center”>Sileoni (Fabi): l’imboscata dei soci non dipendenti si poteva evitare coinvolgendo i sindacati nazionali nella riforma – Nessun passo indietro sul nuovo corso di Pop Milano

I sindacati del credito sono stati i grandi elettori di Piero Giarda, diventato presidente della Banca Popolare di Milano, e sostenitori del nuovo corso avviato a dicembre a Piazza Meda.
L’assemblea di sabato 12 ha rappresentato una brusca battuta d’arresto di questo processo e qualcuno ha puntato l’indice verso i maldipancia interni alla banca. Ma per Lando Sileoni, segretario generale Fabi, il processo di riforma pu ò riprendere, purché sia fondato su una logica di condivisione.
Domanda. Sileoni, come interpreta il no dell’assemblea di sabato?
Risposta. Bpm è alle prese con un cambiamento che ha i suoi tempi. Le spiegazioni dell’accaduto sono molteplici, ma soprattutto registro la difficoltà di cambiare un tipo di mentalità che si è consolidata nel tempo. Se, come segreterie nazionali, fossimo stati coinvolti nell’organizzazione del voto, l’esito sarebbe stato diverso. Spero serva da lezione per il futuro.
D. Come si pu ò conciliare il ruolo sindacale con la gestione della banca?
R. è un punto fondamentale: i due ruoli non devono coincidere e il sindacato deve esclusivamente svolgere il compito di tutela dei lavoratori. La difficoltà ad accelerare un cambiamento indispensabile al rilancio della banca ci è nota. Vorrei ricordare che, come Fabi, abbiamo pagato un prezzo in termini di consenso quando, negli anni passati, ci siamo resi conto che la gestione di Bpm rispondeva a logiche clientelari inaccettabili e siamo intervenuti commissariando le nostre strutture interne. Ora si è voltato pagina, ma le resistenze di qualcuno sono figlie di logiche del passato.
D. è cambiata la vostra posizione sul voto capitario?
R. Prima di rispondere voglio esprimere apprezzamento per l’operato della Vigilanza di Bankitalia e della Consob, che pur con ruoli diversi negli ultimi anni sono state fondamentali per il risanamento della banca. Rispetto al voto capitario dei dipendenti-soci per ò probabilmente la pensiamo in maniera diversa. Noi crediamo che nelle banche popolari sia giusto che tutti i lavoratori possano esprimersi ogni tre anni attraverso il voto per avere l’opportunità di scegliere chi guiderà la loro banca.
D. L’aumento di capitale da 500 milioni è a rischio?
R. Spero di no. Anzi, auspichiamo che Bankitalia dia il via libera per portare a termine la ricapitalizzazione. Voglio ribadire che i vertici aziendali devono essere autonomi e non rispondere ad altre logiche che non siano quelle di capacità e professionalità.
D. Insomma, sabato è mancato il voto dei dipendenti-soci in quanto le segreterie sindacali nazionali non sono state coinvolte nell’organizzazione del voto?
R. Indietro non si torna. La Bpm ha voltato definitivamente pagina e sarà gestita nel migliore dei modi. Bankitalia e Consob fanno bene a esercitare tutti i controlli possibili e immaginabili affinché la gestione sia lineare e trasparente nell’interesse della storica banca milanese, della clientela, dei lavoratori e delle loro famiglie. C’è tempo per recuperare dopo quello che considero solo un incidente organizzativo. (riproduzione riservata)
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