Firmato l'accordo di fusione dei due istituti. Previsti esodi volontari e incentivati e ottenuto l'impegno sul fronte della stabilizzazione e delle nuove assunzioni. Violini: "Soddisfatti dell'accordo raggiunto. Tutele per tutti". Leggi gli articoli di MF e Sole 24 ore
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BCC DELLA TUSCIA, FUSIONE IN BCC DI ROMA MA CON GARANZIE

Firmato l’accordo di fusione dei due istituti. Previsti esodi volontari e incentivati e ottenuto l’impegno sul fronte della stabilizzazione e delle nuove assunzioni. Violini: “Soddisfatti dell’accordo raggiunto. Tutele per tutti”. Leggi gli articoli di MF e Sole 24 ore
BCC DELLA TUSCIA, FUSIONE IN BCC DI ROMA MA CON GARANZIE

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Firmato l’accordo banca sindacati sulla fusione della BCC della Tuscia con la BCC di Roma.
Dal primo gennaio 2015 l’istituto radicato nel Viterbese, con circa 29 dipendenti, entrerà a far parte della BCC di Roma, il più grande istituto di credito cooperativo che ha alle proprie dipendenze oltre 1200 addetti.
Grazie all’intesa, non ci saranno uscite obbligatorie, come inizialmente ventilato, ma soltanto volontarie e incentivate.
In particolare, si è concordata l’apertura del Fondo di Solidarietà per 34 lavoratori, che potranno così andare in esodo entro il 2018.
A titolo d’incentivo, i dipendenti che aderiranno al piano d’uscita riceveranno un’integrazione del 20%, 30% e 40% al proprio assegno di sostegno al reddito, oltre ad avere la possibilità di continuare a beneficiare, durante il periodo d’esodo, dell’iscrizione alla cassa mutua e al fondo di previdenza integrativa aziendale.
Al tempo stesso, i sindacati hanno ottenuto dall’azienda l’impegno a stabilizzare i precari e a effettuare nuove assunzioni in proporzione alle uscite.
Sono state, infine, stabilite garanzie sul fronte della mobilità territoriale per tutti i lavoratori della BCC della Tuscia, che rimarranno nella loro area di riferimento. Resteranno anche invariati le retribuzioni ad personam e i part time.
“Siamo soddisfatti dell’accordo raggiunto”, commenta Alessandro Violini, Coordinatore FABI BCC di Roma, “dopo una lunga trattativa si è riusciti a ottenere che le uscite avvenissero solo su base volontaria e dietro robuste garanzie economiche per i lavoratori. Inoltre, è stato ottenuto un impegno importante anche sul fronte della nuova e stabile occupazione”.
Roma 09/09/2014
Leggi la rassegna stampa
MF-MILANO FINANZA mercoledì 10 settembre 2014
La Bcc di Roma incorpora la Bcc della Tuscia
di Claudia Cervini
Giunge a compimento un’altra operazione del risiko bancario italiano. Dopo quella che ha interessato il Banco Desio e, successivamente, la Banca Popolare di Bari (che sta completando l’acquisizione di Tercas), ora è ufficiale anche la fusione della Bcc della Tuscia nella Bcc di Roma, il più grande istituto di credito cooperativo con 26 mila soci, un utile 2013 di 21 milioni e un roe di oltre il 3%. La Fabi in una nota pubblicata sul suo sito internet rende noto che è stato firmato un accordo tra la banca e i sindacati circa la fusione della piccola Bcc di Viterbo (radicata nel territorio con appena 29 dipendenti) nella Bcc romana che sarà operativa a partire dal 1 gennaio 2015. In particolare l’intesa è stata raggiunta senza uscite obbligatorie come era stato prospettato in principio, ma con uscite volontarie e incentivate. «In particolare si è concordata l’apertura del Fondo di solidarietà per 34 lavoratori che potranno così andare in esodo entro il 2018», si legge nella nota. A titolo d’incentivo, i dipendenti che aderiranno al piano d’uscita riceveranno un’integrazione del 20%, 30% e 40% al proprio assegno di sostegno al reddito, oltre ad avere la possibilità di continuare a beneficiare, durante il periodo d’esodo, dell’iscrizione alla cassa mutua e al fondo di previdenza integrativa aziendale. «Siamo soddisfatti dell’accordo raggiunto», ha commentato Alessandro Violini, coordinatore Fabi Bcc di Roma. «Inoltre è stato ottenuto un impegno importante anche sul fronte della nuova e stabile occupazione», conclude. (riproduzione riservata)
IL SOLE 24 ORE mercoledì 10 settembre 2014
Bcc Tuscia, uscite volontarie e assunzioni
Cristina Casadei
Volontarietà per chi esce e nuova e stabile occupazione per chi entra. Su queste basi e sul fondo di solidarietà si fonda l’accordo tra Federlus e sindacati sulla fusione della Bcc della Tuscia con la Bcc di Roma. Dal 2015 la Bcc della Tuscia e i suoi 29 dipendenti entreranno a far parte della Bcc di Roma, la maggiore delle Bcc che ha oltre 1.200 lavoratori. L’intesa esclude uscite obbligatorie. Come spiega Alessandro Violini, coordinatore Fabi Bcc di Roma, «dopo una lunga trattativa si è riusciti a ottenere che le uscite avvenissero solo su base volontaria e dietro robuste garanzie economiche per i lavoratori». In particolare, si è concordata l’apertura del Fondo di Solidarietà per 34 lavoratori, che potranno così andare in esodo entro il 2018. Come incentivo, i dipendenti che aderiranno al piano d’uscita riceveranno un’integrazione del 20%, 30% e 40% al proprio assegno di sostegno al reddito, oltre ad avere la possibilità di continuare a beneficiare, durante il periodo d’esodo, dell’iscrizione alla cassa mutua e al fondo di previdenza integrativa aziendale. Al tempo stesso azienda e sindacati hanno concordato l’impegno a stabilizzare i precari e a effettuare nuove assunzioni in proporzione alle uscite. Sono state, infine, stabilite garanzie sul fronte della mobilità territoriale per tutti i lavoratori della Bcc della Tuscia, che rimarranno nella loro area di riferimento. Resteranno anche invariati le retribuzioni ad personam e i part time.
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