La FABI e gli altri sindacati hanno manifestato contro il rinnovo del blocco agli stipendi dei lavoratori esattoriali. Pratola: "Buste paga ferme da 4 anni e per altri 3, un'ingiustizia per chi lavora con professionalità in un settore nevralgico per lo Stato"
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RISCOSSIONE, IN PIAZZA CONTRO BLOCCO ECONOMICO

La FABI e gli altri sindacati hanno manifestato contro il rinnovo del blocco agli stipendi dei lavoratori esattoriali. Pratola: “Buste paga ferme da 4 anni e per altri 3, un’ingiustizia per chi lavora con professionalità in un settore nevralgico per lo Stato”
RISCOSSIONE, IN PIAZZA CONTRO BLOCCO ECONOMICO

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Nuovo stop agli stipendi dei lavoratori della riscossione.
Per dire no allo stallo fino al 2018, previsto all’interno della legge di stabilità, la FABI e gli altri sindacati sono scesi in piazza sabato 8 novembre a Roma con un corteo che si è snodato tra piazza Repubblica e piazza del Popolo.
Una folta delegazione di esattoriali ha manifestato con bandiere e striscioni: “Tutti gli aumenti economici e gli adeguamenti Istat – ha detto Pierluigi Pratola, Coordinatore FABI Esattoriali – sono fermi a 4 anni fa con una netta perdita nelle buste paga dei lavoratori del settore”. Una situazione di grave stallo per la quale i sindacati hanno chiesto e ottenuto un incontro con i rappresentanti del Ministero dell’Economia per rivendicare il diritto ad una retribuzione equa, considerando lo sforzo richiesto ai lavoratori di Equitalia e Riscossione Sicilia in questo periodo di crisi.
“Il sottosegretario che ci ha ricevuto, l’On. Enrico Zanetti, pur condividendo le nostre richieste ed esprimendo preoccupazione per questo blocco, ci ha detto che le nostre richieste saranno prese in considerazione non appena ci saranno segnali di ripresa economica. A noi per ò – ha continuato il Coordinatore FABI Esattoriali – non bastano le parole e vogliamo coerenza nei fatti”.
Allo stato attuale i lavoratori del settore, dopo il primo blocco del 2010, dovranno subire altri 3 anni di stallo. Nessun aumento salariale, né scatti d’anzianità, né recupero dell’inflazione dal 2010.
“Come FABI – ha concluso Pratola – continueremo a far sentire la nostra voce contro un Governo che chiede continui sacrifici senza riconoscere il duro lavoro di chi tutti i giorni si impegna con professionalità in un settore nevralgico per il funzionamento dello Stato”.
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