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BCC, LO SCIOPERO FUNZIONA
Leggi la rassegna stampa sullo sciopero nazionale dei lavoratori delle Banche di Credito Cooperativo. La dichiarazione del Segretario Nazionale della FABI, Luca Bertinotti, ripresa da Il Sole 24 Ore, Repubblica.it e da tutti i maggiori quotidiani nazionali e locali
IL SOLE 24 ORE martedì 3 marzo 2015
Credito, lo sciopero funziona – Adesioni tra il 70% e il 95% – Dopo 15 anni si interrompe la pace sociale
Hanno aderito compatti i bancari delle Bcc – 37mila in tutto – allo sciopero che Fabi, Fiba, Fisac, Ugl e Uilca, hanno proclamato ieri. E hanno così rotto l’incantesimo dei 15 anni di pace sociale in un settore che in questi giorni è sotto la lente del Governo e di Bankitalia per la riforma che dovrà affrontare. In una nota unitaria dei sindacati si legge che ci sono state punte di adesione tra il 70 e oltre il 90%. In Lombardia le adesioni hanno superato il 95%. Molto ridotta l’operatività degli sportelli su tutto il territorio nazionale. Diversi i numeri resi noti da Federcasse in base alla recentissima delibera della Commissione di garanzia che obbliga le aziende a rendere pubbliche le adesioni agli scioperi.
«A dato quasi completo c’è stata un’adesione intorno al 60% – dice Marco Vernieri, responsabile relazioni sindacali di Federcasse -. In Lombardia l’adesione è stata circa il 67%. Tra l’altro ci ha colpito molto che il gruppo bancario Iccrea che è molto sindacalizzato supera di poco il 50%, un dato per certi versi sorprendente. Questo sciopero esprime la preoccupazione dei lavoratori per il rafforzamento del sistema e la salvaguardia dell’occupazione, priorità che sono anche le nostre. Per questo abbiamo bisogno di un sindacato che sia disponibile a confrontarsi su questi temi e siamo ottimisti».
L’ottimismo nasce da quanto sta accadendo in Trentino Alto Adige dove lo sciopero è stato proclamato ma non ci sono state adesioni (i sindacati hanno per ò espresso solidarietà allo sciopero e definito pretestuoso l’atteggiamento di Federcasse) perché «si è aperto un tavolo di confronto dove ci si è resi disponibili insieme al sindacato a negoziare tutti i punti senza pregiudiziali – spiega Vernieri -. è da un’esperienza come questa che noi vogliamo far ripartire il confronto a livello nazionale».
Nei prossimi giorni si vedrà da dove ripartirà il negoziato tra Federcasse e i sindacati che si è caricato di forti tensioni dopo la disdetta della contrattazione nazionale e regionale di settore, deliberata unilateralmente dalla parte datoriale, come spiegano le sigle di settore. I sindacati assicurano che la mobilitazione non finisce qui. Fino al 31 marzo ci sarà l’astensione dal lavoro straordinario e supplementare, mentre oggi si svolgerà un altro presidio dei lavoratori a Pietrasanta (Toscana). «Dopo la grandissima adesione dei lavoratori allo sciopero – dichiara Luca Bertinotti, segretario nazionale Fabi – chiediamo a Federcasse di fare un passo indietro sulla disdetta della contrattazione di categoria, che toglie diritti ai lavoratori e riporta il settore indietro di 50 anni». Alessandro Spaggiari, segretario nazionale della Fiba Cisl, dice che ieri «il no alle strumentalizzazioni, allo scaricabarile sui dipendenti, alla trasformazione in un modello privo di autonomia al servizio di pochi è arrivato forte e chiaro».
Michele Cervone, segretario nazionale della Fisac, «auspica che Federcasse adesso riapra subito il confronto con le organizzazioni sindacali, non solo sul contratto, rimuovendo pregiudiziali e atti unilaterali, ma anche sul processo di riforma che il credito cooperativo è stato chiamato a fare dai regolatori». Giuseppe Del Vecchio, segretario nazionale della Uilca è convinto che «il rinnovo del Ccnl debba concludersi in tempi contenuti in quanto strumento centrale per un percorso, soprattutto in questa fase di “autoriforma” del modello, di rafforzamento e di aggregazione dell’intero sistema del credito cooperativo». © RIPRODUZIONE RISERVATA Cristina Casadei
GIORNALE DI BRESCIA martedì 3 marzo 2015
DUE GIORNI DI SCIOPERO – Bcc, l’agitazione agitazione continua – Anche oggi sportelli chiusi
BRESCIA – Adesione «grandissima» allo sciopero proclamato da Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Ugl e Uilca, nel credito cooperativo, contro la disdetta della contrattazione nazionale e regionale deliberata unilateralmente da Federcasse. Lo sciopero – ricorda una nota delle segreterie provinciali Dircredito- Fabi- Fiba/ Cisl- Fisac/ e Uilca – continuerà anche oggi. Per la Fabi, in Lombardia, dove maggiore è la presenza delle Bcc, «le adesioni hanno superato il 95%». «Dopo la grandissima adesione dei lavoratori allo sciopero – dice Luca Bertinotti, segretario nazionale Fabi – «chiediamo a Federcasse di abbandonare posizioni di sterile intransigenza e di riaprire un confronto serio con i sindacati, facendo un passo indietro sulla disdetta della contrattazione».
LA NUOVA FERRARA martedì 3 marzo 2015
Credito cooperativo, lotta per il contratto Adesione altissima allo sciopero. Delegazione della Bcc di Corporeno alla manifestazione a Faenza
Adesione totale dei dipendenti della Banca Centro Emilia allo sciopero che di è svolto ieri e che è proclamato da Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Ugl e Uilca, nel credito cooperativo. Anche i dipendenti dell’istituto di credito che ha sede a Corporeno. così come i colleghi di tutta Italia, hanno protestato contro la disdetta della contrattazione nazionale e regionale deliberata unilateralmente da Federcasse. Lo riferisce la Fabi, secondo cui si registrano in Emilia- Romagna punte di adesione del 90%, mentre sul resto del territorio nazionale l’adesione adesione è stata, in media. tra il 70 e il 90 per cento. E una delegazione di lavoratori della Bce – che ha sportelli oltre che nel Centese anche a Porto Garibaldi, San Giuseppe di Comacchio e Lagosanto – ha partecipato alla manifestazione che si è svolta, per l’Emilia Emilia Romagna, a Faenza, mentre sul territorio nazionale altre manifestazioni si sono tenute ieri a Roma, Padova, Salerno, Cosenza, Pietrasanta, Fano e Castellana Grotte. «Dopo la grandissima adesione dei lavoratori allo sciopero – ha dichiara Luca Bertinotti, segretario nazionale Fabi – chiediamo a Federcasse di abbandonare posizioni di sterile intransigenza e di riaprire il dialogo e un confronto serio e rispettoso con i sindacati, facendo un passo indietro sulla disdetta della contrattazione di categoria, che toglie diritti ai lavoratori e riporta il settore indietro di 50 anni». La categoria è tornata cosi a scioperare per la prima volta dopo 15 anni contro i recessi dei due livelli di contrattazione, nazionale e regionale, il primo già in vigore, il secondo che diventerà esecutivo dal prossimo primo aprile. Provvedimenti deliberati, hanno sottolineato i sindacati, «unilateralmente da Federcasse, che di fatto smantellano il quadro di regole e di diritti dei lavoratori, condivisi negli anni tra le parti». I lavoratori chiedono, inoltre, «in vista dell’annunciata annunciata autoriforma di sistema, di rendere più trasparenti ed efficienti i sistemi di governance degli istituti e di preservare il legame delle Bcc con il territorio, a sostegno delle famiglie e delle piccole medie imprese».
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO martedì 3 marzo 2015
LA VERTENZA E LA RIFORMA – SECONDO LA FABI HA INCROCIATO LE BRACCIA UN NUMERO DI LAVORATORI TRA IL 70 E IL 90%. OPERATIVITà RIDOTTA SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE – Contratto Bcc, adesione allo sciopero Dell’Erba Erba: le richieste sindacali non sono coerenti con l’attuale attuale fase congiunturale
ANNA LARATO
I lavoratori della Banca di credito cooperativo hanno aderito in massa allo sciopero nazionale di ieri. Allo sciopero proclamato da Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Ugl e Uilca c’è è sta un’adesione adesione tra il 70 e il 90% . Ridotta inoltre l’operatività operatività degli sportelli su tutto il territorio nazionale. Lo rileva la Fabi. Ieri la categoria è tornata a scioperare dopo 15 anni . Quello che i lavoratori chiedono è un giusto contratto di lavoro, perché Federcasse ha formalizzato la disapplicazione dei contratti collettivi di 2° livello a partire dal 1° aprile e preannunciato la disapplicazione del ccnl, ma anche di poter continuare a lavorare in una banca al servizio dei soci, dei clienti, delle comunità locali e in vista dell’annunciata annunciata autoriforma di sistema, di rendere più trasparenti ed efficienti i sistemi di governance degli istituti e preservare il legame delle Bcc con il territorio, a sostegno delle famiglie e delle piccole medie imprese. Oltre allo sciopero, numerosi i presidi davanti alle sedi delle varie Federazioni regionali delle banche di credito cooperativo e alle maggiori Bcc. Manifestazioni a Roma, Padova, Salerno, Cosenza, Pietrasanta, Faenza, Fano e Castellanna Grotte dove ad incrociare le braccia c’erano erano oltre 250 lavoratori e le lavoratrici delle federazioni sindacali di Puglia e Basilicata. Il sit in proprio davanti alla sede storica della Bcc di Castellana Grotte. Una scelta certamente non casuale poiché l’attuale attuale presidente, Augusto Dell’Erba Erba, è anche presidente della Federazione delle Bcc di Puglia e Basilicata, nonché capo delegazione della Federcasse. I lavoratori rivendicano il diritto a mantenere il contratto nazionale del credito cooperativo e a preservare il destino e il futuro dei 37.000 000 addetti che nell’intero intero Paese operano nel settore, di cui 1.070 070 nelle 27 banche di credito cooperativo di Puglia e Basilicata. I sindacati di categoria difendono il contratto per non perdere anche i limiti sull’orario orario di lavoro e di sportello, tutele sui licenziamenti, garanzie di conservazione del posto di lavoro in caso di assenza per malattia e infortunio e diritto ad essere reintegrati in caso di licenziamento illegittimo ». Augusto Dell’Erba Erba: «è stata presentata una piattaforma che per l’entità entità delle richieste economiche non è coerente con l’attuale attuale fase congiunturale. Ci auguriamo che i sindacati vogliano tornare al tavolo di concertazione rettificando le richieste attualmente formulate e che si possa arrivare a stipulare un contratto realmente innovativo adeguato all’attuale attuale fase . Il nostro intento è preservare i livelli occupazionali»
CORRIERE DEL TRENTINO – CORRIERE ALTO ADIGE martedì 3 marzo 2015
Sciopero Federcasse Fabi: Raiffesen virtuosa
BOLZANO I 2.200 dipendenti delle Casse Raiffeisen ieri non hanno scioperato, ma il sindacato Fabi (che ha il 90% degli iscritti) è solidale con le motivazioni della protesta: «Stigmatizziamo l’atteggiamento atteggiamento poco costruttivo e provocatorio di Federcasse che disdetta i contratti senza mettere in discussione capitoli di spesa ben più gravosi come il costo degli amministratori. L’atteggiamento atteggiamento è talmente pretestuoso da indurre la Federazione Raiffeisen a sfilarsi dalla politica nazionale». La Fabi aveva invitato gli iscritti a scioperare.
LA STAMPA (Ed. Cuneo) martedì 3 marzo 2015
Sciopero degli impiegati del credito cooperativo Adesione del 50 per cento
Adesione intorno al cinquanta per cento, ieri nella Granda, alla protesta del credito cooperativo: nel Cuneese hanno sede otto Bcc (oltre a una società di servizio) e i dipendenti sono 1300 (in Italia 37 mila) per un totale di 142 diverse filiali. «Cancellato il contratto» I sindacalisti di Fabi (sindacato indipendentemente con oltre la metà degli iscritti nella Granda), Fiba Cisl, Fisac Cgil e Uilca spiegano: «A fine gennaio aveva protestato il credito ordinario, ora il credito cooperativo: perché Federcasse, esattamente come Abi e i grandi gruppi bancari, ha cancellato il contratto nazionale e sta cercando anche di disdettare i singoli contratti aziendali, di secondo livello. Le Bcc dichiarano ottimi risultati economici, ma chiedono sacrifici ai lavoratori». Gli amministratori Ancora: «In provincia c’è è un amministratore di Bcc ogni 10 dipendenti: un numero assurdo, con un costo medio pro- capite di 2 mila euro a dipendente, che non ha uguali in alcun settore. Bankitalia spinge da tempo verso fusioni e incorporazioni, il Governo vorrebbe intervenire sulle 381 Bcc italiane. Ma le fusioni, anche solo nella Granda, dove gli istituti sono molto presenti nel Torinese e nell’Astigiano Astigiano, creerebbero sovrapposizioni di sportelli e problemi occupazionali». Le richieste La scorsa settimana c’è è stato un presidio con un centinaio di dipendenti ad Alba, ieri in piazza Europa a Cuneo. Le richieste: «Federcasse faccia un passio indietro sulla disdetta del contratto per dialogare con il sindacato su riforme vere del settore». [L. B.]
L’ARENA martedì 3 marzo 2015
Credito cooperativo dopo lo sciopero appello al confronto – Giovanni Martignoni, direttore dell’Inps Inps di Verona Ilario Novella Novella, Federazione Bcc venete: «Capiamo i timori, ma si cambia»
I lavoratori delle Bcc, banche di credito cooperativo hanno aderito allo sciopero nazionale tra il 70 – 90 %. Lo rileva il sindacato Fabi in un comunicato. In Lombardia, dove maggiore è la presenza delle Bcc, le adesioni hanno superato il 95 %. Ampiamente ridotta l’operatività operatività degli sportelli su tutto il territorio nazionale. Lo sciopero era stato proclamato da Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Ugl e Uilca contro la disdetta del contratto di settore decisa unilateralmente da Federcasse. «Riguardo alla vertenza sindacale e agli scioperi in atto, che stanno interessando anche le Bcc / Cra venete», commenta Ilario Novella, presidente della Federazione Veneta delle Bcc, «capiamo perfettamente la situazione di incertezza e di disagio vissuta dai lavoratori del movimento, ma è essenziale in questa fase che le sigle sindacali si rendano conto della necessità di rinnovamento profondo del Credito Cooperativo, a cui si collegano anche i lavori in corso per l’autoriforma autoriforma. Un passaggio difficile, ma obbligato. Possiamo per ò confermare che l’obiettivo obiettivo che ci siamo posti è il mantenimento di tutta l’attuale attuale base occupazionale. Dovremo impegnarci a fondo e subito nella semplificazione della struttura del network, per incrementare l’efficienza efficienza operativa e l’efficacia efficacia organizzativa, con la possibilità di introdurre ulteriori forme e regole di governo societario delle Bcc e del movimento nel suo complesso». Le Bcc venete hanno mantenuto un solido profilo patrimoniale anche durante la crisi: il coefficiente di capitale regolamentare si è attestato in media sopra al 14,7 7 % (rispetto al valore minimo richiesto dalla normativa dell’ 8 %) e ad una media dell’industria industria bancaria dell’ 1 1 %. Sul fronte della raccolta diretta al 31 dicembre 2014 sono stati superati i 22,6 6 miliardi di euro, mentre per la indiretta il dato si attesta a 6,6 6 miliardi, comprendendo la quota di risparmio amministrato e gestito – assicurativo. I dipendenti veneti sono 4.657
IL RESTO DEL CARLINO (TUTTE LE EDIZIONI) martedì 3 marzo 2015
LO SCIOPERO – La manifestazione dei bancari
‘SIAMO bancari e non banchieri’, con questo slogan ieri mattina circa 200 dipendenti delle Bcc hanno incrociato le braccia e sono scesi a manifestare in piazza della Libertà a Faenza, tra la sede faentina della Banca di Credito Cooperativo e sullo sfondo la Banca di Romagna. A organizzare la manifestazione le sigle sindacali Dircredito, Fabi, Fiba- Cisl, Fisac- Cgil, Ugl- Credito e UilCa Ca. I dipendenti delle banche che siamo abituati a vedere dietro gli sportelli hanno impugnato bandiere e indossato manifesti con slogan di protesta. Il motivo della manifestazione è spiegato in un volantino che hanno consegnato ai passanti: «Noi lavoratori delle Bcc siamo senza contratto nazionale e senza contratto aziendale. Una Bcc deve essere banca del territorio dove opera, più attenta alle persone: clienti, soci e dipendenti». In fondo al volantino: «Non si pu ò essere differenti solo a parole». L’adesione adesione a livello nazionale è stata dell’ 80%. Discretamente alla manifestazione di Faenza erano presenti carabinieri in tenuta antisommossa e alcuni agenti del commissariato di Polizia. a.v
IL GAZZETTINO (Ed. Nazionale) martedì 3 marzo 2015
CREDITO COOPERATIVO – In mille protestano a Padova. Il presidente veneto Novella: «Gli utili ci sono ma il settore deve cambiare» Bcc, sportelli chiusi ma la trattativa non decolla
VENEZIA – (m.cr cr.) Un migliaio in piazza a Padova, altrettanti a Udine, più del 90% degli sportelli chiusi per sciopero in Italia. La protesta dei bancari delle Bcc è stata decisa. Ma i problemi restano sul tappeto: contratti disdetti, commissariamenti (Padovana e Trevigiano), una riforma che potrebbe calare dall’alto alto accentrando tutto il governo a Roma, sponda Iccrea, con un Veneto che scalpita e sta pensando a potenziare l’alleanza alleanza Nordest con il Trentino e il Friuli. «Lo sciopero ha avuto oltre il 92% di adesioni tra i 37mila mila bancari Bcc in Italia e i quasi 5mila mila in Veneto – sostiene Delfo Azzolin, Fabi Bcc Veneto – oggi siamo sotto ricatto: scaduti i contratti nazionale e veneto, la minaccia è che da aprile ci tolgano del tutto quello regionale. Ma noi siamo bancari non banchieri, ormai un neoassunto parte da 1300 euro netti al mesi». E la crisi morde ancora: «Alla Padovana (300 addetti) potrebbero arrivare novità nei prossimi mesi con una possibile entrata in campo di Banca Sviluppo». «Il momento è delicato – ammette Ilario Novella, presidente della Federazione Veneta -. Le partite deteriorate sono aumentate, con difficoltà di singoli istituti». Ma l’utile utile aggregato (che non comprende il risultato delle 2 Bcc commissariate) è stato nel 2014 di 18,5 5 milioni». Raccolta diretta a fine 2014 a oltre 22,6 6 miliardi, gli impieghi superano i 19,8 8 miliardi. Sofferenze del sistema Bcc Veneto coperte al 53,4 4%. I soci in Veneto aumentano di oltre 4.300 300 unità, raggiungendo la cifra record di 137.371 371. «Capiamo perfettamente la situazione di incertezza e di disagio vissuta dai lavoratori, ma è essenziale in questa fase che le sigle sindacali si rendano conto della necessità urgente di rinnovamento profondo del settore».
IL MATTINO DI PADOVA – LA TRIBUNA DI TREVISO – LA NUOVA VENEZIA E MESTRE martedì 3 marzo 2015
sciopero con manifestazione A PADOVA E mille bancari protestano per il contratto
PADOVA – Nella giornata dello sciopero nazionale, indetto da Cgil, Cisl, Uil, Fabi, Dircredit e Sincra/ Ugl, ieri mattina mille lavoratori delle Banche di credito cooperativo provenienti dalle sette province venete, hanno partecipato alla manifestazione che si è svolta a Padova davanti alla sede regionale di Federveneta. I 5 mila bancari delle ex casse rurali (in tutta Italia sono 37 mila) protestano contro la disdetta del contratto nazionale e regionale della categoria e temono che il recente decreto che obbliga le banche popolari a trasformarsi in spa possa essere esteso anche alle Bcc. Sotto gli ombrelli tanti con fischietti, fumogeni colorati e con bandiere al veneto a gridare slogan contro i dirigenti arroccati nella sede regionale. Il cartello più curioso quello in cui il banchiere era disegnato come uno squalo gigante che mangia tutti i bancari, dipinti a forma di innocenti sardine. Dopo tutta una serie di assemblee, che si terranno nelle sette province del Veneto a partire già da domani, il prossimo appuntamento di lotta è quello che si terrà il prossimo 20 marzo, davanti alla Cra di Cortina d’Ampezzo Ampezzo, dove il massimo dirigente è Giacomo Giacobbi, che fa parte della delegazione trattante per le banche Felice Paduano
IL CITTADINO martedì 3 marzo 2015
Sciopero Bcc, serrata delle filiali
LORENZO RINALDI
«Adesioni fra il 70 e il 90 per cento a livello nazionale, mentre in Lombardia, la principale regione italiana, l’adesione adesione è arrivata al 95 per cento, così come in provincia di Lodi». Con queste parole ieri pomeriggio il segretario lodigiano della Federazione autonoma bancari italiani (Fabi) Ettore Necchi ha commentato l’esito esito dello sciopero nazionale indetto da tutte le sigle sindacali delle Bcc per protestare contro la disdetta unilaterale del contratto collettivo decisa dalla Federazione nazionale delle banche di credito cooperativo (disapplicazione del contratto rinviata a data da destinarsi). Quella di ieri è stata la prima giornata di sciopero, oggi si replica, ma unicamente su base regionale, per protestare contro la decisione della Federazione lombarda del credito cooperativo di disdire unilateralmente il contratto integrativo (la disapplicazione del contratto scatta ad aprile). Anche in questo caso i sindacati dei "colletti bianchi" si attendono un’elevata elevata adesione allo sciopero. «Le filiali delle banche di credito cooperativo in provincia di Lodi oggi (ieri per chi legge, ndr) erano quasi tutte chiuse – ha aggiunto Necchi -. Per noi si tratta di un risultato molto significativo, perché è la dimostrazione che i lavoratori sono uniti e coesi e questo ci rende forti nella trattativa con la controparte. Un’adesione adesione così elevata allo sciopero, in una regione importante come la Lombardia, è un segnale molto chiaro: non a caso, da quanto apprendiamo, Federcasse è piuttosto preoccupata perché ormai siamo arrivati al muro contro muro. Domani (oggi per chi legge, ndr) si replica con lo sciopero su scala regionale: ci attendiamo anche in questo caso un’adesione adesione massiccia alla mobilitazione, per lanciare un messaggio duro ai presidenti delle banche locali e al sistema lombardo del credito cooperativo». La maggior parte delle filiali di Centropadana, Borghetto, Laudense e Adda- Cremasco, come detto, ieri sono rimaste chiuse. Ma la protesta contro Federcasse non passa unicamente dalla due giorni di sciopero. Lo scorso venerdì infatti numerose delegazioni sindacali si sono ritrovate all’esterno esterno della sede della Bcc del Garda, a Montichiari, istituto presieduto da Alessandro Azzi, numero uno di Federcasse. Al sit- in di protesta hanno preso parte circa 400 persone, tra cui una delegazione lodigiana di una trentina di attivisti. La mobilitazione per il contratto nazionale e per quello integrativo non è l’unica unica ragione di fermento all’interno interno del credito cooperativo: dalla fine di gennaio è infatti avviato il dibattito sulla riforma del sistema e sulla creazione di un gruppo bancario da quotare in Borsa.
IL TIRRENO (Tutte le edizioni) martedì 3 marzo 2015
Credito cooperativo Sciopero e corteo a Pietrasanta
Protestano i lavoratori delle Banche di credito cooperativo.
E lo fanno stamani alle 10,30 30, con una manifestazione regionale in centro a Pietrasanta, sede della Bcc della Versilia, Lunigiana e Garfagnana di cui è presidente Umberto Guidugli, responsabile toscano del settore. Le 26 Banche di credito cooperativo della Toscana protestano per la disdetta unilaterale del contratto nazionale di lavoro. Già allo sciopero di ieri hanno aderito 2.538 538 su 2.738 738, il 93%, i dipendenti del Credito Cooperativo che in Toscana, lasciando chiuse 298 filiali su 305. Il dato è fornito dai sindacati di categoria Fiba- Cisl, Fabi, SinCra Cra- Ugl e Fisac- Cgil. Sono gli stessi che oggi organizzano la manifestazione di protesta contro la disdetta unilaterale (da aprile) anche del contratto integrativo.
CORRIERE DEL VENETO (Ed. Vicenza, Venezia e Mestre, Treviso e Belluno, Verona) martedì 3 marzo 2015
Lo sciopero ferma le Bcc quasi mille in sit- in a Padova contro la disdetta dei contratti
PADOVA Credito cooperativo fermo ieri, con adesioni allo sciopero, per i sindacati, oltre il 90% sia nel personale che negli sportelli chiusi. E quasi mille bancari a Padova, nel presidio davanti alla sede della Federazione veneta. In ballo la disdetta di Federcasse del contratto nazionale, doppiato in Veneto già a dicembre da quella dall’integrativo integrativo regionale e che sarà disapplicato ad aprile. «Il mondo è cambiato dice Delfo Azzolin, coordinatore regionale Bcc del sindacato Fabi – e siamo pronti a far la nostra parte. Ma le banche vorrebbero tagliare i costi i costi senza cambiare il modello di banca, incidendo su quelli dei consigli, delle strutture e delle consulenze, in un Nordest diventato tra le aree in cui le sofferenze sono esplose. Il prezzo lo dovrebbero pagare i dipendenti. Il solo integrativo vale per un dipendente a fine carriera, in media 350 euro al mese». «Sulla rischiosità del credito – replica il presidente di Federveneto Bcc, Ilario Novella – la coerenza delle Bcc con la propria missione ha comportato costi in aumento nelle partite deteriorate, con qualche caso di difficoltà nei singoli istituti. Nel caso veneto i commissariamenti hanno pesato; ma devo rivendicare che le criticità sono state risolte entro la categoria. E nel 2014 l’utile utile aggregato di sistema (escluse le banche commissariate, ndr) è stato di 18,5 5 milioni. Sulla vertenza sindacale, l’obiettivo obiettivo che ci siamo posti è il mantenimento di tutta l’attuale attuale base occupazionale. Certo dovremo impegnarci a fondo, e subito, nella semplificazione della struttura del network».
CORRIERE DEL VENETO (Ed. Vicenza, Venezia e Mestre, Treviso e Belluno, Verona) martedì 3 marzo 2015
SCIOPERO. Ieri dopo 15 anni – contratti Il 95 % delle filiali chiuse e in mille manifestano
PADOVA – Adesioni di oltre il 90 % dei dipendenti e oltre il 95 % delle filiali chiuse. è questo il bilancio stimato in Veneto dello sciopero nazionale promosso ieri per la prima volta dopo 15 anni dai lavoratori Bcc contro i recessi dei due livelli di contrattazione nazionale e regionale, proclamato da Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Ugl e Uilca. Provvedimenti – hanno denunciato i sindacati – deliberati unilateralmente da Federcasse «che smantellano il quadro di regole e di diritti dei lavoratori, condivisi negli anni tra le parti». L’agitazione agitazione in Veneto ha avuto il suo culmine a Padova davanti alla Federveneta, dove nonostante una giornata iniziata sotto una pioggia insistente, hanno manifestato un migliaio di lavoratori del credito cooperativo, che conta a livello veneto 5 mila dipendenti, di cui mille nel Vicentino. Il presidente di Federveneta Ilario Novella ha dichiarato di «capire la situazione di incertezza e di disagio lamentata dai lavoratori, ma è essenziale che le sigle sindacali si rendano conto della necessità urgente di rinnovamento delle Bcc. Possiamo per ò confermare aggiunge – che l’obiettivo obiettivo che ci siamo posti è quello del mantenimento di tutta l’attuale attuale base occupazionale». R.B
AVVENIRE (Milano) martedì 3 marzo 2015