Dopo una battaglia di 4 anni, finisce il calvario di un dipendente che riottiene il proprio posto di lavoro. La FABI: "La dignità del lavoratore e il rispetto della persona i nostri obiettivi nella difesa della categoria"
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UNICREDIT, LA FABI OTTIENE IL REINTEGRO DI UN LAVORATORE LICENZIATO

Dopo una battaglia di 4 anni, finisce il calvario di un dipendente che riottiene il proprio posto di lavoro. La FABI: “La dignità del lavoratore e il rispetto della persona i nostri obiettivi nella difesa della categoria”
UNICREDIT, LA FABI OTTIENE IL REINTEGRO DI UN LAVORATORE LICENZIATO

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Una causa durata quattro anni si è conclusa positivamente per la FABI, ma, soprattutto, per un lavoratore bancario, iscritto al sindacato più rappresentativo della categoria, indebitamente licenziato da Unicredit per “giusta causa”. Emessa una sentenza definitiva che dispone il reintegro del dipendente, oltre al pagamento per risarcimento del danno di 12 mensilità retributive, interessi e contributi, un’ulteriore importante somma a titolo risarcitorio, nonché il rimborso delle spese legali sostenute in primo e secondo grado.
La vicenda era partita dalla valutazione sulla condotta tenuta dal lavoratore nell’esercizio delle sue mansioni, mansioni che, per ò, non erano assolutamente compatibili con il suo stato di invalidità. Una condizione nota all’azienda che aveva, infatti, assunto il dipendente come categoria protetta e correttamente adibito, per i primi 5 anni di attività lavorativa, a mansioni adeguate al suo stato psico-fisico, ossia di carattere amministrativo in uffici direzionali e non a contatto con il pubblico. Successivamente il lavoratore era stato trasferito in filiale e adibito a mansioni di cassiere, prima, e di cassiere itinerante poi, mettendolo in condizioni di obiettiva difficoltà e stress da lavoro correlato, dovute all’impossibilità di eseguire correttamente mansioni incompatibili con il suo grado di invalidità e tali da determinare errori nella loro esecuzione.
A nulla era valsa l’attenzione della FABI di Brescia, che fin da subito si era spesa per ottenere il cambio di mansioni, a causa della resistenza dell’azienda che di lì a poco emetteva il provvedimento disciplinare. La FABI ha quindi messo in campo tutta la sua forza per tutelare il lavoratore, seguendolo in tutte le fasi della vertenza, dal procedimento disciplinare fino alla sentenza in appello, ottenendo un importante risultato, assolutamente non scontato dopo una battaglia durata ben 4 anni. Una conclusione importante in cui è stata determinante l’azione congiunta della FABI di Brescia, che ha patrocinato il lavoratore in tutte le fasi della vertenza, e del Coordinamento FABI Unicredit.
“Questa sentenza è la conferma che la FABI non si ferma ai primi ostacoli – hanno dichiarato dall’Organizzazione – e tutela i lavoratori contro tutti gli atti discriminatori, che ledono la dignità del lavoro e il rispetto della persona. Due valori irrinunciabili nella nostra azione e la cui garanzia è per noi obiettivo da perseguire ogni giorno, in tutte le aziende”.
Brescia, 05/05/2015
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