Il sindacato non è un'energia conservatrice, ma una forza di cambiamento; lo abbiamo dimostrato anche di recente proponendo un "nuovo modello di banca al servizio dell'occupazione e del Paese" e chiedendo una maggiore democrazia economica, anche attraverso la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori nelle future strutture societarie. All'elaborazione e alla creatività dobbiamo sempre aggiungere il coraggio di fare la nostra parte in prima persona
Mattia Pari
Coordinatore F.A.B.I. Giovani
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EPPUR SI MUOVE

Il sindacato non è un’energia conservatrice, ma una forza di cambiamento; lo abbiamo dimostrato anche di recente proponendo un “nuovo modello di banca al servizio dell’occupazione e del Paese” e chiedendo una maggiore democrazia economica, anche attraverso la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori nelle future strutture societarie. All’elaborazione e alla creatività dobbiamo sempre aggiungere il coraggio di fare la nostra parte in prima persona
Mattia Pari
Coordinatore F.A.B.I. Giovani
EPPUR SI MUOVE

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L’esercizio rappresentativo richiede una ricerca costante, un moto continuo verso un equilibrio necessario.
In questa precarietà si nasconde una danza che, come ogni forma d’arte, deve essere in armonia.
Una danza bella e difficile, perché fare sindacato è una lotta tenace e assidua per riuscire sempre a rappresentare al meglio le persone che ci hanno dato fiducia. Infatti, la staticità e l’immobilità si combinano poco o nulla sia con l’arte performativa sia con la capacità rappresentativa. I tempi cambiano e le esigenze anche.
Negli ultimi anni la FABI ha rivoluzionato la comunicazione telematica, è approdata sui social network e ha
aperto una web tv, che ha permesso finalmente a tutti i lavoratori di “entrare” nella stanza delle trattative di palazzo Altieri (sede di ABI), cercando quindi di migliorare anche i processi di trasparenza.
Sono stati resi noti i volti di chi ci rappresenta a Roma e nei singoli gruppi bancari. Una evoluzione che ha comunque preservato il forte radicamento della FABI nei territori, proprio per dimostrare che qua non ci sono palazzi, ma soltanto porte aperte dalle quali spesso è lo stesso sindacato ad uscire per stare il più vicino possibile ai colleghi. Si sono cercate di conciliare le esigenze dei più e meno giovani, con accordi per esodi volontari ed incentivati e relative stabilizzazioni dei precari.
Tutto questo, tuttavia, non basta, perché non ci sarà mai una formula in grado di interpretare tutte le stagioni e tutti i pensieri. La rappresentatività richiede sacrificio e la forza di mettersi in discussione costantemente, di interrogarsi sulle esigenze del presente e sul futuro che vogliamo costruire. Noi, come FABI Giovani lo faremo anche il 29 e 30 settembre a Rimini. Abbiamo intitolato “PartecipAzione!” la prossima Assemblea Nazionale, proprio perché l’azione deve essere partecipata e perché al coinvolgimento e al confronto di idee devono seguire atti concreti. Anche in questo semplice gioco di parole sta la vivacità di un’organizzazione, che dal 1948 ha dimostrato di sapersi rinnovare, affrontare i cambiamenti e di dare spazio alle giovani generazioni. Nei prossimi mesi e anni, il settore sarà investito da modifiche importanti, il mestiere del bancario muterà ancora e, con il contratto a tutele crescenti, il rischio di subire licenziamenti illegittimi – in un settore in cui, grazie al Fondo per l’occupazione e agli accordi siglati, quasi la totalità dei lavoratori (giovani compresi) è tutelato dalle previsioni dell’art.18 così come modificato dalla Legge n. 92/2012 – sarà un’ulteriore novità con cui anche la nostra capacità rappresentativa si dovrà necessariamente confrontare, per non perdere l’importante consenso che, in termini di adesioni, abbiamo ancora oggi tra le nuove generazioni (i dati, nel nostro settore, sono certificati). Non esistono soluzioni facili e occorre evitare tutte le contraddizioni che le formule di rappresentanza epistemiche, populiste o plebiscitarie sono in grado di produrre.
Occorre partecipazione vera e spirito critico. Il sindacato non è un’energia conservatrice, ma una forza di cambiamento; lo abbiamo dimostrato anche recentemente proponendo un “nuovo modello di banca al servizio dell’occupazione e del Paese”.
A Rimini, ci interrogheremo su tutto questo sapendo che alla partecipazione, all’elaborazione e alla creatività si dovrà aggiungere il coraggio di fare la nostra parte in prima persona. Perché, come ho scritto nello scorso numero, non lo farà nessun altro al nostro posto. La verità è che gli altri siamo noi. Il sindacato si muove, cambia e migliora, se ognuno di noi partecipa, se ognuno di noi pensa di poter fare la propria parte, anche piccola. E i primi a dover svolgere questo ruolo di protagonisti sono proprio le generazioni più giovani, perché quello che è in discussione è il loro (nostro) futuro.
“Eppur si muove”, sembra aver detto, tra i denti, Galileo magari voltando le spalle a chi l’aveva appena umiliato e immergendosi nella sua solitudine. “Eppur si muove”, dobbiamo gridare tutti insieme con forza e determinazione, senza voltare le spalle a nessuno.
Mattia Pari
Coordinatore F.A.B.I. Giovani
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