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UNICREDIT, LA FABI CONTRO IL NUOVO PIANO INDUSTRIALE
Il Gruppo guidato da Federico Ghizzoni svela il nuovo piano industriale: 18mila nuovi esuberi in Europa, di cui oltre 5.600 in Italia. Morelli e Di Cristo: “Ancora una volta si punta alla contrazione delle attività e non al rilancio. No a uscite obbligatorie”

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“Dichiariamo tutta la nostra contrarietà rispetto all’ennesimo piano di contrazione e non di rilancio del Gruppo Unicredit, che ancora una volta sceglie la strada del ridimensionamento delle attività in tutta Europa anziché quello dell’espansione”.
Così Mauro Morelli, Segretario Nazionale della FABI, ha commentato il nuovo piano industriale presentato oggi dal Gruppo Unicredit, che prevede in totale 18mila esuberi in Europa di cui oltre 5.600 nel perimetro italiano.
“Dal 2007 ad oggi solo in Italia il Gruppo ha tagliato 30mila posti di lavoro e con questo piano sembra voler continuare a percorrere questa strategia che finora non ha portato da nessuna parte, senza minimamente comprendere che dietro ogni esubero c’è una persona, una storia e una famiglia.
Il piano prevede in totale altre 560 eccedenze di personale da gestire entro il 2018, che si aggiungono alle 5.100 già dichiarate appena un anno fa. Il numero potrebbe, inoltre, essere rivisto al rialzo con la possibile cessione del ramo leasing in Italia, che, se attuata, porterebbe a un taglio di altri 400 posti di lavoro”, ha concluso Morelli.
“Come FABI, rigettiamo qualsiasi ipotesi di uscita obbligatoria dei lavoratori in esubero. Gli eventuali prepensionamenti dovranno essere negoziati con i sindacati solo su base volontaria e incentivata”, ha aggiunto Angelo Di Cristo, Coordinatore Nazionale FABI Unicredit.
Milano 11/11/2015