UBI, ACCORDO BRIDGE BANK SULLA STAMPA

Soddisfazione è stata espressa dalla FABI. Paolo Citterio: “Messa in sicurezza l’occupazione”. Tutte le dichiarazioni riprese dai quotidiani
Avvenire 27/10/2017
Intesa sulle uscite dalle good bank su base volontaria
Ubi Banca e i sindacati hanno firmato l’accordo relativo all’incorporazione di Banca Marche, Banca Etruria e Carichieti. L’intesa, spiegano i sindacati, evita l’esternalizzazione di oltre 1300 dipendenti e prevede 398 esodi su base volontaria e incentivata a partire dal 2018, in parte compensati con 132 nuove assunzioni. Potranno andare in prepensionamento coloro che maturano i requisiti pensionistici entro il 31 dicembre 2024, con l’incentivo di due mensilità. La prima finestra d’uscita è fissata al 30 aprile 2018. In questi 398 esodi rientrano anche i 74 precedentemente concordati nelle tre Bridge Bank. Chi ha almeno 10 anni di servizio in banca potrà invece aderire al piano d’incentivazione all’uscita, risolvendo consensualmente il proprio rapporto di lavoro con incentivi che variano dalle 20 alle 30 mensilità. «La sfida era trasformare una complessa operazione, delicatissima dal lato occupazionale e condizionata dagli impegni assunti con le autorità nazionali ed europee, in una opportunità per i lavoratori. L’abbiamo vinta con un accordo partecipativo unico nel settore» ha detto Riccardo Colombani, della segreteria nazionale di First Cisl. «Abbiamo messo in sicurezza l’occupazione nei territori di riferimento delle tre Bridg Bank, tutelando i lavoratori, scongiurando esternalizzazioni e uscite obbligatorie. Abbiamo inoltre ottenuto 132 nuove assunzioni di giovani e la stabilizzazione di tutti i precari del gruppo» ha commentato Paolo Citterio, Coordinatore Fabi di Ubi. Soddisfatto anche Fulvio Furlan, della Uilca: «Sono state definite soluzioni volontarie e incentivate per le uscite di lavoratori». ***
Centro – Chieti Lanciano Vasto 27/10/2017
Ex Carichieti, accordo sul piano industriale – Ex Carichieti, prove pratiche di fusione – a.i.
CHIETI La fusione Ubi — ex Carichieti verrà realizzata concretamente solo a febbraio prossimo, ma l’accordo sindacale sul piano industriale Ubi c’è. Le 22 pagine di un’intesa positiva, ma comunque sofferta, sono state siglate ieri all’alba, al termine di un incontro fiume nella sede di Bergamo. Per tutte le realtà di nuova acquisizione Ubi assicura, si legge in una nota, «la conferma e l’ampliamento dell’istituto del part-time, il mantenimento delle flessibilità connesse anche a temporanea sospensione dell’attività lavorativa (misure di cosiddetta Solidarietà difensiva) concordate presso le singole Bridge Banks – vale a dire le banche ponte di cui fa parte anche la ex Carichieti – nonché la facoltà per tutte le risorse del gruppo di richiedere volontariamente per l’anno 2018 periodi di congedo straordinario, nell’ottica di conseguire sinergie di costo con forme compatibili di politiche sociali». «L’accordo», dice Francesco Di Domizio, coordinatore Unisin in Banca Teatina, «rappresenta la premessa indispensabile per completare il percorso che porterà l’ex Carichieti a confluire in Ubi, garantendo l’attivazione di tutte le leve atte alla tutela dei lavoratori e al sostegno dei territori». «Si tratta del primo passo verso l’integrazione delle Bridge Banks in Ubi», dice Antonella Sboro della Fabi, «l’intesa getta le basi per quello che sarà un processo di integrazione complesso che imporrà ai lavoratori della ex Carichieti, attraverso adeguata formazione, cambiamenti nello svolgimento del lavoro, ma anche la tranquillità derivante dall’appartenenza a un solido gruppo bancario dopo le dolorose vicende che li hanno visti coinvolti e a nostro avviso si tratta di un buon punto di partenza». «Per noi è un accordo positivo», dice Francesco Trivein della Fisac Cgil, «sono state accolte, ad esempio, tutte le domande di esodo che erano rimaste in sospeso: 74 riguardano le Bridge Banks. Ci sono anche gli incentivi per andare in pensione per chi ha maturato i diritti, mentre dalle 20 alle 30 mensilità verranno corrisposte a chi decide di dimettersi volontariamente. Ma la cosa più importante è che sono stati fatti concreti passi avanti in tema di contenimento del rischio di esternalizzazione». La trattativa sul nuovo piano industriale è partita a luglio scorso. Sono 400 i lavoratori dell’intero gruppo che potranno ricorrere, su base volontaria, al fondo di solidarietà di settore, purché maturino i requisiti previdenziali entro il 31 dicembre 2024. Confermate, pert., anche nuove misure di contenimento dei costi del personale. Si cercherà di stringere la cinghia attraverso il ricorso alle giornate di solidarietà, sempre su base volontaria. Nel 2018 ne sono previste 160.000. Per quanto riguarda, infine, il ricambio generazionale, Ubi ha riconfermato l’impegno all’inserimento di 133 nuove risorse – il 50% a tempo indeterminato – entro dicembre 2018.
Conquiste del Lavoro 27/10/2017
Ubi Banca, firmato l’accordo su esuberi e assunzioni di giovani – C.D’O.
Ubi Banca e i sindacati hanno firmato l’accordo relativo all’incorporazione di Banca Marche, Banca Etruria e Carichieti. L’intesa, spiegano i sindacati, evita l’esternalizzazione di oltre 1300 dipendenti e prevede 398 esodi su base volontaria e incentivata a partire dal 2018, in parte compensati con 132 nuove assunzioni. “Abbiamo messo in sicurezza l’occupazione nei territori di riferimento delle tre Bridg Bank, tutelando i lavoratori, scongiurando esternalizzazioni e uscite obbligatorie”, commenta Paolo Citterio, coordinatore Fabi di Ubi. “La sfida era trasformare una complessa operazione, delicatissima dal lato occupazionale e condizionata dagli impegni assunti con le autorità nazionali ed europee, in una opportunità per i lavoratori. L’abbiamo vinta con un accordo partecipativo unico nel settore”, sottolinea Riccardo Colombani, della segreteria nazionale di First Cisl. “Di fronte a un progetto aziendale di grande complessità, con ricadute di rilievo in termini di esuberi, riorganizzazione aziendale, riconversioni professionali e redistribuzioni di attività sui territori, sono state definite soluzioni volontarie e incentivate per le uscite di lavoratori, nonchè processi costanti di confronto da sviluppare nell’arco del Piano d’Impresa”, è il giudizio del segretario della Uilca
Corriere della Sera Bergamo e Treviglio 27/10/2017
Ubi, accordo evita le esternalizzazioni «Solo 398 esodi» – Accordo sindacati-Ubi sulle good bank: evitate 1.300 esternalizzazioni – Tiraboschi Donatella
«Dovranno passare sui nostri cadaveri per esternalizzare pezzi di Ubiss». è in questa frase, raccolta prima dell’estate negli ambienti sindacali, quasi un grido di battaglia, che si può condensare il senso di quattro mesi esatti di trattative relative all’aggiornamento del piano industriale di Ubi 2019- 2020, comprensivo dell’incorporazione delle tre Bridge Bank. Il principale timore, scongiurato dall’accordo siglato Ieri, era riassumibile così: entrano in Ubi 4.958 nuovi dipendenti (quelli delle tre banche) e 1.318, dipendenti Ubi, rischiano di essere esternalizzati. Ritrovarsi di punto in bianco senza le tutele garantite nell’ambito di un gruppo bancario, ovvero esternalizzati, è semplice. La banca cede un ramo d’azienda ad una società che opera in un altro settore produttivo, usufruisce dell’attività e del personale ceduto sotto forma di servizio, snellendo l’organico e i relativi costi, mentre gli (ex) dipendenti si ritrovano in un contesto produttivo e contrattuale pieno di incognite. Che si sia passati su cadaveri sindacali non è dato sapere, ma certo è che, oltre agli esternalizzati «salvati» di Ubi Sistemi e Servizi (che si occupa della fornitura di servizi e prodotti per il gruppo), l’accordo quadro definisce le linee guida con un’intesa di largo respiro. «Abbiamo messo in sicurezza l’occupazione nei territori di riferimento delle tre Bridge Bank, tutelando i lavoratori, scongiurando esternalizzazioni e uscite obbligatorie. Abbiamo inoltre ottenuto 132 nuove assunzioni di giovani e la stabilizzazione di tutti i precari del gruppo», commenta Paolo Citterio, coordinatore Fabi di Ubi. Sono stati concordati 398 esodi solo su base volontaria, ambito nel quale rientrano anche i 74 esodi precedentemente concordati nelle tre «good». Chi ha almeno io anni di servizio in banca potrà, invece, aderire al piano d’incentivazione all’uscita, risolvendo consensualmente il proprio rapporto di lavoro con incentivi che variano dalle 20 alle 3o mensilità. «Rileviamo poi il contenimento della mobilità territoriale — aggiunge Natale Zappella, coordinatore Unisin per il gruppo Ubi — anche attraverso la creazione di nuovi poli di lavorazione nelle zone in cui sono stati chiusi uffici centrali delle banche che confluiscono in Ubi, secondo il principio del trasferimento delle lavorazioni anziché dei lavoratori. Valutiamo positivamente l’intesa raggiunta». Sono state inoltre confermate, per il 2018, il ricorso a giornate di solidarietà sempre su base volontaria per un totale di circa 16o mila giornate. «Non era una trattativa facile — conclude Andrea Battistini della First Cisl — ma siamo riusciti a rendere equilibrate e omogenee le tante componenti territoriali e occupazionali».
Eco di Bergamo 27/10/2017
L’accordo Piano Ubi, c’è l’intesa per 398 uscite e 132 assunzioni – Piano Ubi, accordo su 398 uscite e 132 assunzioni
FRANCESCA BELOTTI La firma è arrivata intorno alle 12 di ieri, dopo una delle tante trattative-maratona (di 24 ore) che si sono susseguite negli ultimi giorni in Ubi Banca L’accordo riguarda l’aggiornamento del piano industriale 2019-2020 e, per dirla con le parole dei sindacati, offre garanzie rispetto al possibile ricorso alle esternalizzazioni per 1.318 dipendenti Con il gruppo che «si impegna ad accogliere in questa fase un numero massimo di 398 domande di esodo anticipato», con uscita a partire dal 30 aprile 2018 e dal 1° febbraio in caso di pensionamento. Non manca il capitolo nuove assunzioni: 132 da perfezionarsi entro il 31 dicembre 2018, su 878 previste in arco di piano. Sei le sigle al tavolo (Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Ugl Credito, Uilca-Uil e Unità sindacale Falcri Silcea Sinfub), che hanno vergato un documento di 21 pagine. Requisiti entro il 2024 Ed ecco come si comp one la cifra 398: 74 sono le posizioni che si riferiscono ad accordi già raggiunti all’interno delle tre «bridge bank» (Nuova Banca Marche, Nuova Banca Etruria e Nuova Carichieti), mentre 324 sono esodi tra chi matura i requisiti pensionistici entro il 31 dicembre 2024, con bonus pari a due mensilità nette se l’adesione all’esodo avviene entro il 30 novembre di quest’anno. Per la macro area territoriale di Bergamo e Lombardia Ovest, su 253 dipendenti che potenzialmente hanno i requisiti per accedere al pensionamento o al Fondo di solidarietà, le domande accolte saranno 35. Come si legge in una nota di Ubi, «i costi di tutti gli esodi comporteranno ulteriori oneri nel conto economico dell’esercizio pari a circa 50 milioni lordi che saranno contabilizzati nei risultati nel quarto trimestre 2017 a seguito degli accordi raggiunti». Introdotte penalizzazioni C’è da rilevare che per la prima volta nel gruppo si introducono penalizzazioni per chi, pur in possesso dei requisiti per il trattamento pensionistico Ago, non aderisce al piano di esodo incentivato. In questo caso, il dipendente dovrà rispettare un numero di giornate di solidarietà congedo straordinario annue, senza oneri a carico dell’azienda. Si tratta di 10 giornate per il personale con Ral (Reddito annuo lordo) fino a 45 mila euro; 20 giornate per chi ha una Ral di oltre 45 mila e fino a 60 mila euro; 25 giornate per chi ha una Ral che superai 60 mila euro. L’intesa prevede anche un piano di incentivazione individuale in caso di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro per chi ha maturato almeno 10 anni di anzianità di servizio in banca, attraverso un bonus variabile da 20 a 30 mensilità a seconda del reddito. Per quanto riguarda i «social day», ovvero i congedi straordinari parzialmente retribuiti, l’anno prossimo le giornate saranno almeno 160 mila, retribuite a140%. Resta da definire la questione dell’integrativo per le «bridge bank» e le società prodotto: le parti si impegnano a trovare una quadra entro il 31 gennaio. Non è stata invece accolta la richiesta di un Fondo di solidarietà di sette anni. Le reazioni Ubi sottolinea che «l’accordo contiene un “quadro” di regole da applicare nelle fasi di progressiva attuazione del piano industriale, volte ad accompagnare i processi riorganizzativi e di evoluzione strategica del gruppo e gestire, nel contempo, le ricadute sulle condizioni di lavoro del personale, secondo criteri di sostenibilità sociale ed economica, con attenzione all’occupazione e alla territorialità». Inoltre «alle successive fasi di realizzazione del piano strategico seguiranno gli ulteriori processi e iniziative per la necessaria e complessiva razionalizzazione degli organici del gruppo e il conseguente contenimento dei costi operativi». A guardarla dal coté sindacale, per Andrea Battistini (FirstCisl) «l’accordo prevede che le uscite avvengano prioritariamente con l’utilizzo volontario del Fondo di solidarietà. Abbiamo chiesto e ottenuto di poter sfruttare volontariamente anche l’opzione, finora mai adottata in Italia, della liquidazione in un’unica soluzione delle prestazioni». «Abbiamo messo in sicurezza l’occupazione in tutti territori – afferma Paolo Citterio (Fabi) – tutelando i lavoratori, scongiurando esternalizzazioni e uscite obbligatorie. La difficoltà maggiore di questa trattativa è stata quella di trovare il giusto equilibrio fra le tante realtà che compongono Ubi». Dal canto suo Pierangelo Casanova (Fisac-Cgil) rileva «Ora dovremo lavorare per completare l’armonizzazione degli integrativi delle tre nuove banche e affrontare i tanti temi in sospeso con la controparte a partire dalla questione delle pressioni commerciali». Per Claudia Dabbene (UilcaUil) «è significativo il lavoro svolto dai sindacati per cercare punti di convergenza per affrontare le considerevoli criticità dell’aggiornamento del piano».
Giornale 27/10/2017
Ubi, pronti 400 esuberi Ma c’è la mina Carige-Bcc – Restelli Massimo
La Ubi Banca di Victor Massiah ha firmato l’accordo sui 398 esuberi post salvataggio di Banca Marche, Etruria e CariChieti: 50 milioni circa il costo lordo dei prepensionamenti volontari, di cui 74 già concordati nelle tre banche ponte, tramite il Fondo esuberi, a fronte di 132 assunzioni e della stabilizzazione dei precari. Ma questo è solo il primo passo per ristabilire la pace nel mondo del credito che, considerando solo gli ultimi piani industriali, accompagnerà la profonda trasformazione in atto e la conseguente chiusura di 7mila sportelli, affidando all’Inps entro il 2021 altri 22mila bancari. Almeno tre, infatti, le partite più insidiose aperte. A partire da quella di Carige, dove è in corso uno scontro frontale sui quasi mille tagli previsti dal piano industriale firmato dall’ad Paolo Fiorentino insieme al rafforzamento patrimoniale da un miliardo (di cui 560 milioni di aumento di capitale) imposto dalla Bce. Cui si aggiunge il tavolo ancora aperto con la Intesa Sanpaolo di Carlo Messina, per gestire gli esuberi conseguenti all’acquisto da parte di Ca de’ Sas della parte sana delle «ex» popolari del Nord est: Veneto Banca e Popolare Vicenza. Ma sono soprattutto le esternalizzazioni previste da Carige, con la cessione di rami d’azienda, che la Fabi di Lando Maria Sileoni, la Fisac di Agostino Megale, la Uilca di Massimo Masi e la First di Giulio Romani non intendono accettare: il 21 novembre sarà quindi sciopero e, per la prima volta, sono già pianificate assemblee capillari. Quello di Carige è un argine agli occhi dei sindacati, perché rappresenta un «precedente politico», rispetto allo scontro in corso sul riassetto delle Bcc e quindi sui futuri equilibri di potere dell’intero settore. Nel credito cooperativo si parla infatti di far ricadere sui suoi 37mila dipendenti, la metà dei costi necessari per i 5mila prepensionamenti attesi. E a dicembre 2018 bisognerà mettere mano al contratto nazionale Abi, quello cioè delle «grandi» banche del Paese, oltre a gestire il rinnovo dei vertici della stessa lobby di Palazzo Alfieri (previstyo a maggio 2018). «Mi auguro che il presidente Antonio Patuelli sia confermato. E necessaria una sintesi tra gli interessi dei piccoli gruppi e quelli dei grandi, che consenta di mantenere i livelli occupazionali», sottolinea Sileoni. A queste condizioni, precisa, «siamo disponibili a sederci al tavolo per rivedere un contratto che oggi solo in parte rappresenta la nuova organizzazione» del settore.
Messaggero 27/10/2017
Ubi Banca. Accordo sindacale per 400 uscite volontarie
Ubi e tutti i sindacati guidati dalla Fabi, hanno siglato l’accordo quadro di aggiornamento del piano industriale dopo l’acquisizione delle ex Etruria, Marche, Chieti. è stato attivato il piano di esodo anticipato e incentivato, che consente in questa prima fase a 400 lavoratori l’accesso volontario al trattamento pensionistico.
Mf 27/10/2017
Ubi, accordo sindacale sulle good bank
E’ stato siglato ieri da Ubi Banca e tutte le rappresentanze sindacali l’accordo quadro che completa il percorso avviato il 15 giugno scorso con la procedura di legge e di contratto relativa all’aggiornamento del piano industriale, conseguente all’acquisizione e integrazione delle tre banche (Banca Adriatica, Banca Tirrenica e Banca Teatina) nell’ambito del nuovo assetto organizzativo del gruppo. «Con questo accordo abbiamo messo in sicurezza l’occupazione nei territori di riferimento delle tre bridge bank, tutelando i lavoratori, scongiurando esternalizzazioni e uscite obbligatorie. Abbiamo inoltre ottenuto 132 nuove assunzioni di giovani e la stabilizzazione di tutti i precari del gruppo. La difficoltà maggiore di questa trattativa è stata trovare il giusto equilibrio fra le tante realtà che compongono il gruppo Ubi: ora possiamo dire che questo obiettivo è stato centrato», commenta Paolo Citterio. coordinatore Fabi di Ubi.
Prealpina 27/10/2017
Dopo la maratona c’è l’accordo su Ubi
MILANO – Ubi Banca e i sindacati hanno firmato l’accordo relativo all’incorporazione di Banca Marche, Banca Etruria e Carichieti. L’intesa, spiegano i sindacati, evita l’esternalizzazione di oltre 1.300 dipendenti e prevede 398 esodi su base volontaria e incentivata a partire dal 2018, in parte compensati con 132 nuove assunzioni. «Abbiamo messo in sicurezza l’occupazione nei territori di riferimento delle tre Bridg Bank, tutelando i lavoratori, scongiurando esternalizzazioni e uscite obbligatorie. Abbiamo inoltre ottenuto 132 nuove assunzioni di giovani e la stabilizzazione di tutti i precari del gruppo», ha commentato Paolo Citterio, coordinatore Fabi di Ubi. «La sfida era trasformare una complessa operazione, delicatissima dal lato occupazionale e condizionata dagli impegni assunti con le autorità nazionali ed europee, in una opportunità per i lavoratori. L’abbiamo vinta con un accordo partecipativo unico nel settore», ha detto Riccardo Colombani, della segreteria nazionale di First Cisl. «Di fronte a un progetto aziendale di grande complessità, con ricadute di rilievo in termini di esuberi, riorganizzazione aziendale, riconversioni professionali e redistribuzioni di attività sui territori, sono state definite soluzioni volontarie e incentivate per le uscite di lavoratori, nonché processi costanti di confronto da sviluppare nell’arco del Piano d’Impresa», è il giudizio del segretario della Uilca Fulvio Furlan. Il Gruppo Ubi (ora Banca Unica), è presente in provincia di Varese con oltre 100 filiali e quasi mille addetti. Non si prevedono chiusure di sedi. Commenta il coordinatore Fabi di Varese Alessandro Frontini: «è molto importante quello che si è evitato rispetto alla prima presentazione dell’azienda che metteva in conto la possibilità di esternalizzazioni e quindi cessioni di attività all’esterno del settore del credito. Questo decisamente 8 uno dei punti qualificanti, visto che il rischio questa volta risultava concreto. Sciolto questo tema, vengono definiti nell’accordo strumenti volontari che hanno l’obbiettivo di sgonfiare il problema degli esuberi, soprattutto in particolari territori. Anche Varese, pur restando sempre in allerta, tira un sospiro di sollievo rispetto al tema del mantenimento dell’occupazione. Archiviata questa trattativa, si parte però con altre problematiche di notevole impatto perché il Piano del neonato Gruppo Bco/Bpm sta già presentando gli stessi problemi, tra esuberi e chiusure».
Sole 24 Ore 27/10/2017
Ubi, 398 uscite per le bridge bank – Casadei Cristina
Cristina Casadei — Ci saranno 398 uscite volontarie e incentivate e 132 assunzioni: una staffetta che consentirà l’ingresso di un giovane ogni tre senior che escono volontariamente. Sono questi i numeri più importanti dell’accordo che è stato raggiunto ieri dal gruppo Ubi e dai sindacati (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin, Ugl e Sinfub) per le tre bridge bank (le ex Banca Marche,Banca Etruria e Carichieti). Dopo gli accordi nei singoli istituti prima della fusione in Ubi, con la nuova intesa viene avviato il complesso percorso di incorporazione iniziato negli scorsi mesi. La sintesi ha richiesto un grande sforzo negoziale, oltre che economico, dovuto da un lato alla opposizione dei sindacati aogni ipotesi di esternalizzazione (che potenzialmente avrebbe potuto interessare 1.300 lavoratori) e uscita obbligatoria e dall’altro alla difficoltà di trovare equilibrio fra le realtà che compongono il gruppo. Ubi sottolinea in una nota che le uscite sono previste già da gennaio. I costi degli esodi comporteranno oneri in conto economico per 5o milioni, contabilizzati nel quarto trimestre di quest’anno. La banca ricorda inoltre che l’accordo prevede soluzioni di tipo organizzativo, come la creazione di poli e presidi operativi decentrati, finalizzati alla tutela delle professionalità direttamente sui territori di riferimento, anche supportate da percorsi di riconversione, riqualificazione e formazione. Entrando nel merito del capitolo uscite, potranno andare in prepensionamento coloro che maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2024, con l’incentivo di due mensilità. In questi 398 esodi rientrano anche i 74 precedentemente concordati nelle tre bridge Bank. Chi non ha i requisiti ma ha almeno 10 anni di servizio in banca potrà aderire al piano d’incentivazione all’uscita, risolvendo consensualmente il rapporto di lavoro con incentivi tra le 20 e le 3o mensilità. L’accordo ha poi consentito di migliorare le condizioni dei contratti part time con proroga di altri 48 mesi e di confermare anche per il 2018 i social day volontari al 4o% e l’incremento del 20% della retribuzione dei congedi parentali. Rimangono da definire modalità e tempistica di estensione della contrattazione integrativa ai lavoratori delle bridge bank su questo capitolo le parti hanno convenuto di prevedere un’intesa specifica entro il 31gennaio 2018. Per ora, «pur in un contesto aziendale radicalmente mutato rispetto al passato, abbiamo messo in sicurezza l’occupazione nei territori di riferimento delle tre bridge bank, tutelando i lavoratori, scongiurando esternalizzazioni e uscite obbligatorie. Abbiamo ottenuto 132 nuove assunzioni di giovani e la stabilizzazione di tutti i precari», commenta il coordinatore Fabi di Ubi, Paolo Citterio. «La sfida era trasformare una complessa operazione, delicata dal lato occupazionale e condizionata dagli impegni assunti con le autorità, in un’opportunità per i lavoratori. Sfida vinta con un accordo partecipativo unico nel settore», aggiunge Riccardo Colombani, della segreteria nazionale di First. Per Uilca, come spiega il leader nazionale Fulvio Furlan, il valore dell’accordo sta «nell’avere trovato soluzioni a tutela dei livelli occupazionali, anche attraverso nuove assunzioni, e nell’aver iniziato un percorso di aggregazione delle bridge bank in Ubi».
IT.FINANCE.YAHOO.COM 26/10/2017
Ubi, firmato accordo con sindacati su esuberi tre good bank
MILANO (Reuters) – Ubi ha raggiunto l’accordo con i sindacati sugli esuberi previsti con l’incorporazione delle tre bridge bank, Banca Marche, Banca Etruria e CariChieti. Lo hanno annunciato i sindacati e lo ha confermato in serata la stessa banca. Un comunicato della Fabi spiega che l’intesa prevede 398 esodi volontari e incentivati a partire dal 2018, di cui 74 già concordati in precedenza nelle tre good bank. A fronte degli esodi sono state concordate 132 nuove assunzioni e la stabilizzazione di tutti i precari del gruppo. Ubi, in una nota, confermando la firma dell’accordo quadro precisa che i costi di tutti gli esodi comporteranno ulteriori oneri nel conto economico dell’esercizio pari a circa 50 milioni lordi, che saranno contabilizzati nei risultati nel quarto trimestre 2017. “Le sinergie attese sono in linea con le previsioni di Piano Industriale”, aggiunge la banca. Paolo Citterio, Coordinatore Fabi di Ubi, spiega che “con questo accordo, pur in un contesto aziendale radicalmente mutato rispetto al passato, abbiamo messo in sicurezza l’occupazione nei territori di riferimento delle tre bridge bank tutelando i lavoratori, scongiurando esternalizzazioni e uscite obbligatorie”. “Di fronte a un progetto aziendale di grande complessità, con ricadute di rilievo in termini di esuberi, riorganizzazione aziendale, riconversioni professionali e redistribuzioni di attività sui territori, sono state definite soluzioni volontarie e incentivate per le uscite di lavoratori, nonché processi costanti di confronto da sviluppare nell’arco del piano d’impresa”, dice il segretario nazionale Uilca Fulvio Furlan.
IT.REUTERS.COM 26/10/2017
Ubi, firmato accordo con sindacati su esuberi tre good bank
MILANO, 26 ottobre (Reuters) – Ubi ha raggiunto l‘accordo con i sindacati sugli esuberi previsti con l‘incorporazione delle tre bridge bank, Banca Marche, Banca Etruria e CariChieti. Lo hanno annunciato i sindacati. Un comunicato della Fabi spiega che l‘intesa prevede 398 esodi volontari e incentivati a partire dal 2018, di cui 74 già concordati in precedenza nelle tre good bank. A fronte degli esodi sono state concordate 132 nuove assunzioni e la stabilizzazione di tutti i precari del gruppo. “Con questo accordo, pur in un contesto aziendale radicalmente mutato rispetto al passato, abbiamo messo in sicurezza l‘occupazione nei territori di riferimento delle tre bridge bank tutelando i lavoratori, scongiurando esternalizzazioni e uscite obbligatorie”, commenta Paolo Citterio, Coordinatore Fabi di Ubi. “Di fronte a un progetto aziendale di grande complessità, con ricadute di rilievo in termini di esuberi, riorganizzazione aziendale, riconversioni professionali e redistribuzioni di attività sui territori, sono

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