Giorgio Lezzi: "La nostra famiglia si è molto allargata. I servizi sono diventati migliori più efficienti e diversificati". De Filippis: "Non dobbiamo più dare spazio all'inferno che ci circonda: dobbiamo studiare, capire, lottare, opporci e vincere"
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XII CONGRESSO FABI LECCE: OBIETTIVO RAGGIUNTO

Giorgio Lezzi: “La nostra famiglia si è molto allargata. I servizi sono diventati migliori più efficienti e diversificati”. De Filippis: “Non dobbiamo più dare spazio all’inferno che ci circonda: dobbiamo studiare, capire, lottare, opporci e vincere”
XII CONGRESSO FABI LECCE: OBIETTIVO RAGGIUNTO
"è ora che smettiamo di illuderci, dopo tanti anni passati a sperare che la buriana prima o poi si plachi, iniziamo a considerare l'ipotesi che i sistemi economici non siano più ciclici e che, quindi, la continua trasformazione non sia più una variabile bensì una costante".
Con questa considerazione, Giorgio Lezzi, Segretario Coordinatore della FABI di Lecce, inizia la sua relazione al Congresso.
E siccome non si riesce a fermare il tempo e nemmeno a rallentarlo, "non ci resta che provare a cavalcarlo" continua Lezzi, imparando dai nostri errori e adattandoci al cambiamento.
La ben nota crisi del settore bancario non è certo imputabile ai bancari che, anzi, attraverso i dirigenti sindacali, con un disegno lucido, chiaro e lungimirante sono riusciti a costruire quella enorme scialuppa di salvataggio che è il Fondo di sostegno al reddito, progettato e realizzato a fronte di grossissimi sacrifici in termini di rinunce a dinamiche contrattuali di una certa rilevanza nel 1999.
"In un mare in tempesta, neanche un solo bancario è stato lasciato in balia delle onde" - rammenta Giorgio Lezzi. "Ma la domanda che dobbiamo porci non è come abbiamo trovato il modo di risolvere una situazione così drastica bensì più semplicemente, com'è che siamo finiti in queste brutte acque?".
La risposta di Lezzi è netta: "Beh in realtà non è stato il nostro sistema di filiali e nemmeno la nostra porzione di territorio: il sud".
La verità è che su decine di milioni di clienti del sistema creditizio italiano ad incidere in maniera significativa e profonda sono solo 5.834 soggetti per la maggior parte concentrati al nord del Paese e 570 all'incirca sono il risultato del cosiddetto "capitalismo di salotto e di relazione". Quello per il quale non conta l'idea che hai in testa, ma la parentela che hai in tasca, come ripete sempre il Segretario Generale della FABI, Lando Maria Sileoni.
Evidente, quindi, dove stanno le responsabilità, ma per uscire dal tunnel al sindacato non basta individuare i colpevoli e sanzionarli: bisogna guardare avanti, proponendo "un nuovo modello di Banca, un'idea forte e potente, sicuramente senza precedenti", utile far crescere i ricavi e creare le condizioni per una nuova occupazione. "Bisogna spostare l'attenzione e le attività su quello che noi bancari sappiamo fare meglio: la consulenza" dice Lezzi.
Purtroppo, finanzieri e banchieri fanno finta di non capire e continuano a pensare che bastino tagli lineari e licenziamenti che, invece, in Italia - unico Paese in Europa! - sono stati evitati, grazie alle intuizioni della Segreteria Nazionale della FABI e del suo leader, Lando Maria Sileoni.
Ma c'è dell'altro: banchieri e top manager hanno avuto il coraggio di incrementare la propria retribuzione in modo abnorme e inversamente proporzionale ai risultati conseguiti dalle proprie aziende.
Quindi, a maggior ragione, la via d'uscita è tracciata dal nuovo modello di banca, che no releghi bancari e sindacato in un ruolo difensivo. "Una posizione che cambi il ruolo del sindacato - incalza Giorgio Lezzi - pur senza stravolgerlo… in prospettiva, con un pensiero lontano ma non troppo, a quello che succede nelle banche tedesche, dove i sindacati sono presenti nei Comitati di Sorveglianza. Teniamo botta e Contratto dopo Contratto lottiamo con forza per affermare la potenza di questa nostra idea di banca".
E mentre i nostri competitors sindacali sono fermi su posizioni di retroguardia, la FABI guarda avanti, ma con un piede ben saldo nel passato di valori e azioni concrete a favore della categoria.
"Noi della FABI abbiamo ben capito quanto fondamentale per il nostro sindacato, l'indipendenza dalla politica e da ogni forma di partito. Quanto sia cioè fondamentale scegliere di rappresentare sempre e solo i lavoratori e le loro esigenze attraverso il valore fondante della nostra autonomia, avendo come unici fari il Contratto Nazionale e la difesa della categoria".
Tutto ci ò si riflette sullo stato di salute della FABI, "Siamo decisamente cresciuti in questi 4 anni di gestione, sia numericamente sia qualitativamente" - dice Lezzi - "La famiglia si è molto allargata, il ventaglio di competenze e di conoscenze messe a disposizione dei nostri iscritti si è molto ampliato, i servizi sono diventati migliori più efficienti e diversificati".
Su una popolazione bancaria di 2.200 addetti, la FABI ha sfondato la soglia del 50% e i meriti di questo risultato vanno riconosciuti e condivisi equamente con l'intera squadra, "a cominciare dalla. Segreteria Nazionale, ovviamente sempre in prima fila sia per la disponibilità sia per il supporto che ci ha sempre fornito. Senza questa Segreteria Nazionale, senza Giuliano De Filippis, il nostro Segretario Amministrativo, nulla di tutto ci ò sarebbe stato possibile", assicura il Segretario Coordinatore di Lecce.
A presiedere il Congresso di Lecce è stato chiamato Franco Casini, Segretario Nazionale Organizzativo della FABI che, riconoscendo i successi della struttura leccese, ha detto di non aver voluto mancare a quest'appuntamento anche per la profonda amicizia che lo lega al Segretario Amministrativo della Federazione, Giuliano De Filippis, che vive nel Salento.
Dopo i ringraziamenti a tutta la squadra, dal Direttivo, alla Segreteria Provinciale, a persone come Augusto Mastropasqua, col contributo dei quali è stato fatto un ottimo lavoro, Giorgio Lezzi conclude: "Ci muoviamo in un periodo di grossi, continui e, temo, perpetui cambiamenti. La difficoltà di portare avanti il nostro progetto sarà sempre più evidente a tutti col passare del tempo, al punto che per me è attualmente impossibile immaginare quale situazione ci troveremo ad affrontare alla fine del prossimo mandato tra 4 anni, ma vi assicuro che noi. Insieme a tutta la FABI, non molleremo mai".
Le conclusioni politiche del Congresso sono state affidate a Giuliano De Filippis, che ha imputato al sopravvento dell'economia finanziaria sulla politica la responsabilità della crisi.
"è il denaro che muove il mondo, non l'Etica o la Filosofia o la Democrazia. Il sistema non pu ò funzionare, perché è basato sul nulla". Non è un paradosso, ma è la realtà, piaccia o non piaccia.
"La commistione fra banche commerciali e banche d'affari, col cosiddetto conglomerato finanziario ha affamato il mondo nel 1929. Poi sono state imposte regole, che in seguito sono state abolite".
Così oggi ci ritroviamo in una situazione simile, dove il capitale è in mano a soggetti privati, che potrebbero comprare 100 o 1000 volte il prodotto planetario.
"E le banche tutto sono, fuorché indipendenti: ricordate Lehman Brothers? Tripla AAA il giorno prima, scatoloni di cartone il giorno dopo".
Banchieri incapaci o disonesti? "Ladri!" accusa De Filippis tra gli applausi. "Non se ne pu ò più, perché non si tratta di qualche errata valutazione, ma di decenni di mala gestio e di politiche creditizie sbagliate di tutte le banche".
Nessuno se n'è accorto? Certo che se ne sono accorti, ma erano profumatamente pagati e sono stati zitti. "Le banche sono in mano ai banchieri non ai dipendenti, di conseguenza i bancari non hanno responsabilità alcuna". Questa è la dura realtà e se noi vogliamo evitare che si ripetano altri guasti, occorre vigilare, vigilare, vigilare.
"Bisogna ambiare modi di far sindacato, soprattutto noi della FABI, cioè di un sindacato autonomo e non legato a centri di potere politico. Dobbiamo studiare, prepararci, capire come funziona tutto il sistema e poi difendere le nostre posizioni, i nostri diritti, i nostri soldi, come quelli dei fondi pensione, per esempio, non lasciandoli in mano a finanzieri e banchieri".
Ce la faremo? Sarà difficile, ma ce la faremo, anche grazie a persone come Lando Maria Sileoni.
"Un uomo che vive per la FABI, che dedica 24 ore al giorno alla FABI, che sa prevedere le cose prima che accadano e, quindi, sa mettere in atto le politiche giuste. Che Dio ce lo conservi a lungo!" - conclude Giuliano De Filippis, travolto da un'autentica ovazione.
è la conclusione del Congresso di Lecce, ma il principio di un nuovo inizio.
Lecce, 27/11/2017

NUOVI ELETTI

La Segreteria Provinciale

Lezzi
Giorgio
Segretario Coordinatore
Sticchi
Carlo
Segretario Amministrativo
Bovenga
Bruno
Segretario Provinciale
De Giorgi
Alessandra
Segretario Provinciale
De Riccardis
Alessandro
Segretario Provinciale
De Riccardis
Antonio
Segretario Provinciale
Fiocca
Alessandro
Segretario Provinciale
Garzia
Luca
Segretario Provinciale
Verdesca
Walter
Segretario Provinciale

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