Baldassarra: "Siamo di fronte all'attribuzione di un significato nuovo alla parola lavoro". De Filippis: " La forza della FABI è la sua grande capacità di rinnovarsi"
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XII CONGRESSO FABI BARI: TROVARE LE VIE D?USCITA DALLA CRISI SI PUO? E SI DEVE

Baldassarra: “Siamo di fronte all’attribuzione di un significato nuovo alla parola lavoro”. De Filippis: ” La forza della FABI è la sua grande capacità di rinnovarsi”
XII CONGRESSO FABI BARI: TROVARE LE VIE D?USCITA DALLA CRISI SI PUO? E SI DEVE
"Il settore nel quale operiamo ha attraversato uno dei periodi più bui che la memoria ricordi: un decennio che ha rivoluzionato il modo in cui le aziende di credito operano sul mercato". Paolo Baldassarra, Segretario Coordinatore della FABI di Bari, parla chiaro e senza reticenze.
Nella sua relazione introduttiva, prima di affrontare la situazione del Credito, ha toccato i temi più importanti sul tappeto, riguardanti il contesto internazionale sia da un punto di vista geopolitico, sia da un punto di vista socio-economico.
Aveva avvertito, Paolo Baldassarra, che l'impostazione della sua analisi si sarebbe in qualche modo ispirata a Noam Chomsky, uno dei più influenti e rispettati intellettuali del nostro tempo, mai incondizionatamente allineato al pensiero unico e tendenzialmente iconoclasta. "Un po' come noi della FABI", aveva chiosato. E lo sviluppo del suo discorso non ha certo smentito l'incipit.
Dalla crisi dei mutui subprime, all'elezione di Trump negli USA, al bizzarro dittatore nordcoreano, alla Brexit, all'insolita situazione del dopo elezioni in Germania, per arrivare alla situazione italiana, al Sud e poi alle condizioni del mondo finanziario e bancario.
"Tra pochi mesi toccherà anche agli italiani scegliere chi dovrà governare questo Paese nel tentativo di tirarlo fuori dalle secche sociali, economiche e culturali nel quale è finito da ormai troppo tempo!" - ha continuato il Coordinatore di Bari.
Come noto, gli interventi della politica sul mondo del Lavoro e del Sindacato sono stati, in questi anni, poco opportuni e condotti senza una seria programmazione, o una visione conciliatoria.
Così, dopo gli interventi operati dai Governi tecnici, tra il 2014 e il 2015 sono stati varati i provvedimenti legislativi di una riforma del lavoro tra le più imponenti del dopo guerra: il Jobs Act.
"I nuovi riferimenti legislativi in materia di assunzioni, controlli a distanza, demansionamenti e licenziamenti, hanno ridisegnato completamente il mondo del Lavoro in Italia.
Un'operazione scientifica che ha inciso corposamente sui diritti dei Lavoratori, assestando un duro colpo al testo di legge che più di tutti ha rappresentato le conquiste del Sindacato nel secolo scorso: la Legge 300 del 1970, meglio nota come Statuto dei Lavoratori".
Ci ò che è stato fatto per il sistema bancario non è certo meno invasivo: ricordiamo ad esempio il provvedimento sulle Banche Popolari all'inizio del 2015 e la riforma delle Banche di Credito Cooperativo, ancora in fase di attuazione.
Entrambi gli interventi hanno visto - e vedranno ancora - svilupparsi i propri effetti sulla concentrazione degli istituti di credito, causando inevitabili esuberi di personale; tale processo, in piena evoluzione, non si è certo esaurito.
Così, a Paolo Baldassarra non resta che confessare che "Le innumerevoli modifiche apportate all'apparato normativo, unite ai nuovi scenari geopolitici, proiettano il mestiere del Sindacalista verso una fase evolutiva, in cui l'adeguamento ai nuovi articolati di legge e alla rinnovata conformazione dell'universo delle aziende diventa una strada obbligatoria da percorrere".
Il settore nel quale operiamo ha attraversato uno dei periodi più bui che la memoria ricordi: un decennio che ha rivoluzionato il modo in cui le aziende di credito operano sul mercato.
"Oggi le banche hanno rivisto la politica di gestione aziendale, facendo marcia indietro rispetto alla tendenza del recente passato, che aveva nell'espansione territoriale il suo principale obiettivo.
Al contrario, i recenti piani industriali delle banche italiane decidono sempre e soltanto chiusure di sportelli, senza nemmeno ipotizzarne la vendita, perché il mercato non è più interessato a questa richiesta".
Non sottace, Baldassarra, i nomi delle banche italiane che sono assurte a simbolo di mala gestio, crisi, risparmio tradito, clientela inferocita, bancari accusati d'essere conniventi e spesso confusi con i banchieri, i veri responsabili dello sfascio.
Come se non bastasse, "In questo scenario drammaticamente segnato da scandali e fallimenti, dobbiamo anche confrontarci con la sempre maggiore incidenza delle potenzialità offerte dalla tecnologia - dice Baldassarra. La chiamano così: la quarta rivoluzione industriale".
Non si tratta di fare le Cassandre, ma è certo che "La continua automazione dei processi, la progressiva sostituzione degli esseri umani con i robot, l'utilizzo sempre maggiore di strumenti elettronici per l'acquisto di beni e servizi, produce in molti la reazione di panico legata alla certezza che l'essere umano nel prossimo futuro non sarà più utile al mondo del lavoro".
E allora, che fare? Come pu ò il sindacato intervenire per salvare posti di lavoro e famiglie?
"Il Sindacato è chiamato ad assurgere al suo ruolo più autentico: difendere i posti di lavoro, operando affinché se ne creino di nuovi. Lavoreremo seguendo una politica sindacale che miri a moltiplicare le opportunità lavorative, anche grazie alla collaborazione tra uomo e computer.
Per fortuna, poi, c'è la FABI e c'è Lando Maria Sileoni, che in numerose occasioni abbiamo avuto modo di conoscere per la forza d'urto che ha saputo mettere in campo, imprimendo forte accelerazione all'azione della nostra Federazione, conseguendo obiettivi fondamentali per tutto il settore, e non solo.
Pur nelle difficoltà generali e anche del territorio, la FABI di Bari è cresciuta in termini sia di adesioni sia di qualità e quantità dei servizi offerti, sia di cultura, che non è patrimonio personale, ma collettivo della FABI barese.
All'applauditissima relazione hanno fatto seguito diversi interventi non solo di saluto, ma che hanno portato contributi approfonditi e sostanziali al dibattito.
Prendendo la parola, il Segretario Nazionale Amministrativo, Giuliano De Filippis, ha elogiato Paolo Baldassarra per la profondità e lo spessore della sua relazione. Quindi ha concentrato la sua analisi sulle vie d'uscita dalla crisi e sul ruolo del sindacato. "Il sistema finanziario mondiale vive di magie e di imbrogli, mediante i quali si riesce a governare 7 miliardi di persone".
Possiamo affrontare questa situazione con i vecchi schemi? Ovvia la risposta negativa, visto a che punto siamo giunti.
"Abbiamo la necessità di qualcosa che ci permetta di non chiuderci dietro una linea Maginot. Dobbiamo cambiare atteggiamento: questo ci chiedono i nostri iscritti, questo chiedono i lavoratori bancari".
"Il sindacato deve avere la capacità di rappresentare ai tavoli di trattativa il capitale di rischio, rappresentato dalle persone, dalle loro famiglie, dai loro figli. E per questo occorre avere una posizione unitaria e granitica, per questo i coordinamenti aziendali saranno nominati dal Comitato Direttivo Centrale".
Solo così saremo perfettamente allineati e non ci saranno né fughe in avanti né ritardi imperdonabili.
"La crisi che stiamo vivendo non è momentanea, non è una fase, non è una tempesta: è un autentico tsunami". E per far fronte a questo cataclisma, dobbiamo avere modi e forme diverse di fare sindacato.
"La forza della FABI è il progetto a difesa dei lavoratori e noi siamo avanti, siamo veloci, siamo gli unici a poter offrire ancora un baluardo, perché non ci trinceriamo dietro l'idea della rivoluzione, ma vogliamo e dobbiamo diventare professionisti della tutela dei lavoratori: Ne parleremo al nostro Congresso Nazionale, dove dovremo pensare a collegarci con realtà contigue e non solo".
Ritorna, quindi, centrale il progetto di fusione della FABI in una federazione con altri sindacati.
In conclusione, Paolo Baldassarra, giovane e brillante Segretario Coordinatore di Bari, cita Il teorico della "società liquida" Zygmunt Bauman, che nel definire la modernità affermava: "Il cambiamento è l'unica cosa permanente, l'incertezza l'unica cosa certa".
Tuttavia, la FABI non si spaventa e non si tira indietro, perché "Tutto è tremendo, ma non ancora irrimediabile".
Bari, 28/11/2017
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