La FABI sassarese celebra il suo XIII Congresso Provinciale e delinea le strategie per ricostruire la fiducia nei confronti del sistema bancario italiano. Carta Mantiglia: "Serve più consulenza al servizio del territorio". Granelli: "Allargare la rappresentanza sindacale"">

FABI SASSARI, VERSO UN NUOVO SINDACATO E UN NUOVO MODELLO DI BANCA

La FABI sassarese celebra il suo XIII Congresso Provinciale e delinea le strategie per ricostruire la fiducia nei confronti del sistema bancario italiano. Carta Mantiglia: “Serve più consulenza al servizio del territorio”. Granelli: “Allargare la rappresentanza sindacale”
FABI SASSARI, VERSO UN NUOVO SINDACATO E UN NUOVO MODELLO DI BANCA
Una relazione approfondita e di ampio respiro quella di Vittorio Carta Mantiglia, Coordinatore uscente della FABI di Sassari.
A lui il compito di aprire i lavori del XIII Congresso Provinciale della FABI sassarese in corso oggi nella provincia sarda.
Carta Mantiglia traccia un'analisi della situazione economica mondiale, nazionale e anche isolana, della sua Sardegna, dove non si riesce ancora a vedere la ripresa. "Non abbiamo più banche del territorio, le decisioni sulle politiche creditizie da adottare le prendono altri in un contesto avulso dal nostro territorio. Le miniere, gli stabilimenti petrolchimici, la cantieristica chiudono. Il tasso di disoccupazione è salito al 17%. Paghiamo il prezzo dell'inettitudine della nostra classe politica che continua a chiedere sacrifici ai cittadini senza mettere in discussione i propri privilegi", denuncia Carta Mantiglia.
Poi una lucida disamina degli scandali che in questi anni hanno attraversato il settore bancario italiano.
"Il quadro che emerge, anche alla luce delle ultime audizioni della Commissione Parlamentare d'inchiesta sulle banche, è desolante. Sarebbe ora di passare alla protezione sostanziale dei risparmiatori. Ma per fare questo serve cambiare il modello di banca, come proposto recentemente con coraggio e lungimiranza dalla FABI: una banca di relazione, a supporto di famiglie e imprese, dove il cliente non venga trattato come soggetto passivo a cui vendere prodotti e il lavoratore non sia più visto come semplice venditore, come "lo scolaretto da sculacciare" se non piazza abbastanza titoli, ma come un consulente qualificato poiché la consulenza produce fidelizzazione e fiducia. Elementi entrambi da recuperare, alla luce dei recenti casi di risparmio tradito.
"Scandali che non ci possiamo più permettere", alza la voce Carta Mantiglia, "e il sindacato dovrà vigilare per evitarne altri in futuro".
Un passo avanti in questa direzione è stato fatto con l'ultima protocollo nazionale sulla vendita responsabile dei prodotti finanziari, firmato da ABI e sindacati lo scorso febbraio. L'accordo per la prima volta consente alle Organizzazioni Sindacali di entrare nel merito delle politiche commerciali delle aziende e di contrastare le pressioni commerciali.
Non manca il plauso al Segretario Generale della FABI Sileoni, più volte citato da Carta Mantiglia.
"Se nelle banche italiane nessuno è stato lasciato indietro lo dobbiamo a leader sindacali come Sileoni, che non ha mai avuto paura di battere i pugni sul tavolo per difendere i lavoratori", sottolinea il Coordinatore della FABI di Sassari.
La parola passa, quindi, al Segretario Nazionale Attilio Granelli.
Granelli delinea un bilancio dell'ultimo quadriennio e delle trasformazioni che hanno investito le banche, a cominciare dalla riforma delle Popolari in SpA imposta dal Governo, "contro la quale ci siamo fermamente opposti perché apre le porte all'ingresso dei fondi speculativi nel capitale degli istituti con conseguenze disastrose per l'occupazione e i territori".
Nonostante la riforma sia stata approvata, il sindacato è riuscito a contenerne gli effetti e a salvaguardare comunque i lavoratori. Il Segretario ricorda gli episodi delle quattro banche, Banca Marche, Banca Etruria, Cariferrara, Carichieti, dove proprio grazie al duro lavoro delle organizzazioni sindacali non ci sono stati licenziamenti ma solo uscite volontarie e si è garantita l'integrazione degli stessi istituti in gruppi bancari solidi con prospettive industriali chiare e definite.
Poi il caso delle banche venete. Anche in queste vicende, che hanno avuto pesanti risvolti sulla credibilità del settore, la FABI ha giocato un ruolo di primo piano nella difesa dei lavoratori. "Siamo stati gli unici, con il nostro Segretario Generale Sileoni, a intervenire sulla stampa e in tutte le trasmissioni tv chiarendo all'opinione pubblica che gli unici responsabili dei dissesti bancari erano i manager, non certo i bancari, vittime al pari dei risparmiatori truffati".
Episodi emblematici di un settore che spesso ha subito le gestioni irresponsabili di "uomini soli al comando", non adeguatamente contrastati dalle autorità preposte a vigilare, come denuncia il Segretario Nazionale leggendo alcuni stralci degli atti delle inchieste attualmente in corso sulle ex popolari venete.
Nonostante tutto la categoria ha tenuto, ricorda Granelli, proprio grazie agli ammortizzatori sociali creati tramite accordi sindacali.
"Il Fondo esuberi ha permesso 40mila uscite su base volontaria negli ultimi 8 anni e ne consentirà altre 20mila nei prossimi 4, senza alcun licenziamento. In ogni piano industriale c'è stato scambio uno tra uscite volontarie e nuove assunzione, anche questo grazie al meccanismo solidaristico introdotto dal FOC, istituito negli ultimi due contratti nazionali negoziati con l'intervento determinante della FABI".
Non è un caso, dunque, che l'organizzazione continui a crescere malgrado il calo complessivo degli addetti. "Secondo le ultime rilevazioni, sono iscritti alla FABI ben 110mila bancari. Siamo stati l'unica sigla ad aumentare in questi 4 anni il numero dei tesserati, segno che i bancari ci danno fiducia e che stiamo lavorando bene. E così dovremo proseguire", dice Granelli.
Poi le priorità del prossimo futuro: rinnovo del Contratto delle Banche di Credito Cooperativo e allargamento della rappresentanza anche ai lavoratori della finanza e delle assicurazioni.
Quanto al primo argomento, "contrasteremo, come fatto fino a oggi, la proposta di Federcasse di scaricare il costo del 50% degli ammortizzatori sociali sui lavoratori. Sarebbe un precedente gravissimo per il settore e mai lo accetteremo".
In merito al tema dell'allargamento della rappresentanza, Granelli la definisce "unica via per mantenere il peso negoziale dell'organizzazione, visto che il perimetro bancario tenderà inevitabilmente a restringersi. Dovremo tutelare tutti e continuare ad esercitare il nostro ruolo politico di primo piano.
Abbiamo davanti un quadriennio pesante ma resisteremo perché abbiamo gli uomini giusti per superarlo", conclude il Segretario Nazionale.
Lunghi applausi dalla platea. I delegati intervengono, discutono e poi votano per il rinnovo degli organismi territoriali.
Sassari 07/12/2017
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