La stampa nazionale dà notizia dell'accordo sul piano industriale raggiunto dai sindacati in Carige, mettendo in risalto la dichiarazione del coordinatore FABI di Gruppo Garbarino: "Evitate uscite obbligatorie e tagli strutturali alle retribuzioni". Leggi gli articoli
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CARIGE, L?ACCORDO SULLA STAMPA

La stampa nazionale dà notizia dell’accordo sul piano industriale raggiunto dai sindacati in Carige, mettendo in risalto la dichiarazione del coordinatore FABI di Gruppo Garbarino: “Evitate uscite obbligatorie e tagli strutturali alle retribuzioni”. Leggi gli articoli
CARIGE, L?ACCORDO SULLA STAMPA

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La stampa nazionale dà notizia dell’accordo sul piano industriale raggiunto dai sindacati in Carige, mettendo in risalto la dichiarazione del coordinatore FABI di Gruppo Garbarino: “Evitate uscite obbligatorie e tagli strutturali alle retribuzioni”. Leggi gli articoli
Arena – Giornale di Vicenza 17/12/2017
Carige chiude l’accordo sugli esuberi
Carige chiude, dopo due giorni di trattative, l’accordo con i sindacati sulla prima parte del piano industriale al 2020. L’intesa, all’interno di 645 uscite totali, prevede 490 prepensionamenti volontari entro il 2019, gestiti dal fondo esuberi, l’ammortizzatore sociale di categoria. Agli esodi potranno accedere i lavoratori che maturano i requisiti pensionistici fino al 2023. «Con questo accordo abbiamo impedito un taglio strutturale delle retribuzioni, limitando i sacrifici e circoscrivendoli temporalmente. Inoltre abbiamo scongiurato uscite obbligatorie dal lavoro», afferma Riccardo Garbarino, Coordinatore Fabi di Carige. «Il sindacato e i lavoratori hanno fatto la loro parte, abbracciando la logica della solidarietà. Ora ci aspettiamo – sottolinea Vilma Marrone, della segreteria nazionale di First Cisl – che i responsabili della crisi paghino per le loro responsabilità ma è anche tempo che si riconosca lo straordinario contributo dei dipendenti aprendo a formule di partecipazione all’organizzazione aziendale». Sempre sul fronte bancario sono poi ore d’attesa per la presidenza di Mps. Il passo indietro di Alessandro Falciai, arrivato ad una manciata di ore dall’assemblea che è chiamata a nominare il consiglio targato Tesoro, ha scombinato non poco le carte. Una «grana» in più per il Ministero dell’Economia e delle finanze che è al lavoro per integrare, domani, la sua lista e indicare un altro presidente. Tutt’altro il clima sul Creval che martedì al Polo Fieristico di Morbegno, in provincia di Sondrio, riunirà l’assemblea chiamata ad approvare l’aumento di capitale da 700 milioni. Dopo la prima parte del roadshow, chiuso a Francoforte venerdì, si respira una certa fiducia sull’operazione che secondo le attese potrebbe concludersi per gli inizi di marzo o al più tardi a metà dello stesso mese. Gli incontri, comunque, fino ad ora avuti con gli investitori, oltre un centinaio, sono andati «molto bene, c’è la consapevolezza che la banca ha presentato un piano di svolta», spiegano fonti finanziarie. Da registrare che in settimana il primo azionista dell’istituto valtellinese, l’imprenditore francese Denis Dumont ha ufficializzato l’intenzione di sottoscrivere la ricapitalizzazione «quantomeno» per la sua quota (il 5,12% attraverso la società lussemburghese Dgfd). L’aumento è incardinato e ne è il fulcro di un più ampio piano industriale che punta ad una draconiana pulizia di bilancio dai crediti deteriorati.
Gazzetta del Sud 17/12/2017
Carige, 490 prepensionamenti
Carige chiude, dopo due giorni di trattative, l’accordo con i sindacati sulla prima parte del piano industriale al 2020. L’intesa, all’interno di 645 uscite totali, prevede 490 prepensionamenti volontari entro il 2019, gestiti dal fondo esuberi, l’ammortizzatore sodale di categoria. Agli esodi potranno accedere i lavoratori che maturano i requisiti pensionistici fino al 2023. «Con questo accordo abbiamo impedito un taglio strutturale delle retribuzioni, limitando i sacrifici e circoscrivendoli temporalmente. Inoltre abbiamo scongiurato uscite obbligatorie dal lavoro», afferma Riccardo Garbarino, Coordinatore Fabi di Carige. «Il sindacato e i lavoratori hanno fatto la loro parte, abbracciando la logica della solidarietà. Ora ci aspettiamo – sottolinea Vilma Marrone, della segreteria nazionale di First Cisl – che i responsabili della crisi paghino per le loro responsabilità ma è anche tempo che si riconosca lo straordinario contributo dei dipendenti aprendo a formule di partecipazione all’organizzazione aziendale». Sempre sul fronte bancario sono poi ore d’attesa per la presidenza di Mps. Il passo indietro di Alessandro Falciai, arrivato ad una manciata di ore dall’assemblea che è chiamata a nominare il consiglio targato Tesoro, ha scombinato non poco le carte. Una “grana” in più per il Mef che è al lavoro per integrare lunedì la sua lista e indicare un altro presidente. Tutt’altro il clima sul Creval che martedì al Polo Fieristico di Morbegno riunirà l’assemblea chiamata ad approvare l’aumento di capitale da 700 milioni.
Messaggero 17/12/2017
Carige, accordo raggiunto sugli esuberi: 490 prepensionamenti su 645 uscite
Carige chiude, dopo due giorni di trattative, l’accordo con i sindacati sulla prima parte del piano industriale al 2020. L’intesa, all’interno di 645 uscite totali, prevede 490 prepensionamenti volontari entro il 2019, gestiti dal fondo esuberi, l’ammortizzatore sociale di categoria. Agli esodi potranno accedere i lavoratori che maturano i requisiti pensionistici fino al 2023. «Con questo accordo abbiamo impedito un taglio strutturale delle retribuzioni, limitando i sacrifici e circoscrivendoli temporalmente. Inoltre abbiamo scongiurato uscite obbligatorie dal lavoro», afferma Riccardo Garbarino, Coordinatore Fabi di Carige. «Il sindacato e i lavoratori hanno fatto la loro parte, abbracciando la logica della solidarietà. Ora ci aspettiamo – sottolinea Vilma Marrone, della segreteria nazionale di First Cisl – che i responsabili della crisi paghino per le loro responsabilità ma è anche tempo che si riconosca lo straordinario contributo dei dipendenti aprendo a formule di partecipazione all’organizzazione aziendale». Alla platea dei lavoratori prepensionabili sarà anche offerta la possibilità di convertire il proprio contratto di lavoro da full time a part time nei 12 mesi precedenti all’ingresso sul fondo esuberi.
Provincia – Cremona 17/12/2017
Carige. Piano industriale. Intesa siglata con i sindacati
Carige chiude, dopo due giorni di trattative, l’accordo con i sindacati sulla prima parte del piano industriale al 2020. L’intesa, all’interno di 645 uscite totali, prevede 490 pre-pensionamenti volontari entro i1 2019, gestiti dal fondo esuberi, l’ ammortizzatore sociale di categoria. Agli esodi potranno accedere i lavoratori che maturano i requisiti pensionistici fino al 2023. «Abbiamo impedito un taglio strutturale delle retribuzioni, limitando i sacrifici e circoscrivendoli temporalmente» afferma Riccardo Garbarino, coordinatore Fabi di Carige.
Secolo XIX 17/12/2017
Carige, raggiunto l’accordo per 490 prepensionamenti – Carige, firmato l’accordo per 490 prepensionamenti – Ferrari Francesco
Due giorni di trattative sono bastati, a banca e sindacati, per chiudere l’accordo sulla prima parte del piano industriale di Carige. All’interno delle 645 uscite decise dalla banca, l’intesa firmata ieri consentirà a 490 lavoratori di usufruire del prepensionamento volontario entro il 2019. L’uscita sarà possibile grazie al Fondo esuberi, l’ammortizzatore sociale di categoria. I prepensionamenti sono riservati ai dipendenti di Carige che matureranno i requisiti pensionistici fino al 2013. «Con questo accordo abbiamo gestito la prima parte del piano industriale, cioè circa cinquecento esuberi, senza macelleria sociale: per noi è la cosa più importante. Ma resta ancora da definire una parte consistente del piano, forse la più difficile, ovvero le esternalizzazioni che riguardano circa 230 dipendenti», è il primo commento del segretario della Fisac-Cgil di Genova, Lucio Gambetti, rappresentante dell’unica sigla che il mese scorso ha proclamato lo sciopero (il primo dopo quindici anni) dei lavoratori Carige. «Il sindacato e i lavoratori hanno fatto la loro parte, abbracciando la logica della solidarietà. Ora ci aspettiamo – sottolinea Vilma Marrone, della segreteria nazionale di First Cisl – che i responsabili della crisi paghino per le loro responsabilità e che chi oggi è al vertice dia il buon esempio riducendo i propri compensi. Ma è anche tempo che si riconosca lo straordinario contributo dei dipendenti aprendo a formule di partecipazione all’organizzazione aziendale». «Il mandato delle assemblee dei lavoratori — secondo Alessandro Mutini, responsabile di First Cisl in Carige — è stato rispettato, dimostrando che il confronto responsabile è in grado di ottenere significativi risultati sociali, come la gestione totalmente volontaria delle uscite e la conferma delle previsioni del contratto integrativo». «Con questo accordo abbiamo impedito un taglio strutturale delle retribuzioni, limitando i sacrifici e circoscrivendoli temporalmente. Inoltre abbiamo scongiurato uscite obbligatorie dal lavoro», afferma invece Riccardo Garbarino, coordinatore del sindacato Fabi. Le 490 uscite, nel dettaglio, sono riservate a chi matura i requisiti pensionistici dall’inizio del 2021 alla fine del 2023, con accesso al fondo di solidarietà di settore scaglionato tra il 2018 e il 2019 (50 dal 1 luglio 2018, 100 dal 1 gennaio 2019, 30 dal 1 luglio 2019 e 310 dal 1 dicembre 2019). è stata riconosciuta priorità di adesione per i lavoratori disabili, i lungo assenti e per chi assiste familiari portatori di handicap. Per il personale in servizio, invece, sono previste 9 giornate di solidarietà nel 2018, con corrispondente riduzione di stipendio, e altre 7 giornate annue nel 2019 e nel 2020.
ANSA.IT 16/12/2017
Carige, accordo per 490 prepensionamenti – Liguria
Raggiunto l’accordo tra sindacati e Carige sullaaprima parte del piano industriale del Gruppo 2017-2020. L’accordo prevede 490 prepensionamenti volontari entro il 2019, gestiti dal fondo esuberi, l’ammortizzatore sociale di categoria. Agli esodi, spiega la Fabi in una nota, potranno accedere i lavoratori che maturano i requisiti pensionistici fino al 2023. “Con questo accordo abbiamo impedito un taglio strutturale delle retribuzioni, limitando i sacrifici e circoscrivendoli temporalmente. Inoltre abbiamo scongiurato uscite obbligatorie dal lavoro”, afferma Riccardo Garbarino, Coordinatore FABI di Carige. “Il sindacato e i lavoratori hanno fatto la loro parte, abbracciando la logica della solidarietà per salvaguardare l’occupazione e rilanciare la banca. Ora ci aspettiamo che i responsabili della crisi paghino per le loro responsabilità e che chi oggi è al vertice dia il buon esempio riducendo i propri compensi”, sollecita Vilma Marrone, della segreteria nazionale di First Cisl.
ILSOLE24ORE.COM 16/12/2017
Carige, accordo sugli esuberi: 490 prepensionamenti entro il 2019
Dopo l’aumento di capitale, l’accordo raggiunto ieri sera con i sindacati sugli esuberi è per Carige il secondo tassello per la realizzazione del Transformation program, presentato nell’ultimo piano industriale dell’amministratore delegato Paolo Fiorentino. Il programma, oltre al nuovo modello organizzativo e al taglio del costo del lavoro, dovrebbe portare a un aumento per dipendente del 48% della marginalità e a una crescita del 29% della produttività, in linea con le performance attuali dei principali concorrenti. Il perimetro occupazionale della banca che oggi si estende fino a oltre 4.700 lavoratori (dopo i 150 esodi degli ultimi mesi) secondo l’obiettivo indicato nel piano si dovrebbe ridurre intorno a 3.900, con due azioni congiunte: le uscite volontarie e incentivate con il ricorso al fondo di solidarietà e le esternalizzazioni. Ieri è stato raggiunto l’accordo sul capitolo esuberi, solidarietà e mobilità, mentre sarà oggetto di un ulteriore negoziato quello che riguarda le esternalizzazioni. Nel dettaglio, la media anagrafica piuttosto elevata (47 anni) dei bancari del Carige ha consentito di attivare l’ammortizzatore sociale per 645 lavoratori e di fare solo uscite volontarie. Il fondo sarà attivato per una media di tre anni con un costo di 50 milioni di euro. Delle uscite 490 interessano coloro che maturano i requisiti dall’inizio del 2021 alla fine del 2023, con accesso al fondo esuberi tra il 2018 e il 2019. Viene riconosciuta priorità di adesione per i lavoratori disabili, i lungo assenti e coloro che assistono familiari portatori di handicap. Per chi resta, le parti hanno condiviso 9 giornate di solidarietà nel 2018 e 7 nel 2019 e nel 2020 con corrispondente riduzione di stipendio. Inoltre la chiusura di 121 filiali ha portato al tavolo negoziale anche il tema della mobilità territoriale che secondo quanto dichiarato dalla banca potrà interessare 30 posizioni. Ai lavoratori interessati, al di sopra di un certa fascia chilometrica, saranno comunque garantite condizioni che compenseranno il disagio degli spostamenti e un preavviso. Data la forte richiesta di partecipazione ai lavoratori e la loro centralità per il raggiungimento degli obiettivi di piano, l’accordo ha praticamente confermato le previsioni della contrattazione integrativa dell’istituto e ha aperto alla possibilità di attivare un premio variabile di risultato che, se venisse realizzato, ingloberebbe il cosiddetto premio sociale. Con l’accordo di ieri, per Vilma Marrone della First Cisl «i lavoratori e i sindacati hanno fatto la loro parte per salvaguardare l’occupazione e rilanciare la banca e i responsabili della crisi devono pagare per le loro responsabilità» mentre Riccardo Garbarino della Fabi sottolinea che «le uscite sono volontarie» e i sacrifici per chi resta «sono stati circoscritti e saranno temporanei». Lucio Gambetti della Fisac aggiunge che «restano da definire questioni molto complesse relative agli altri temi del piano e che bisognerebbe tornare a parlare dei lavoratori del settore e dei posti di lavoro che si perdono ogni giorno». Con questo accordo infatti non è stato completato il piano di riduzione del costo del lavoro previsto dal piano industriale che dovrebbe raggiungere, nel 2020, i 264 milioni di euro, secondo quanto si legge nell’accordo, in calo del 16 per cento. Nelle prossime settimane le parti dovranno tornare al tavolo per il progetto delle cessioni ed esternalizzazioni in cui rientrano la cessione di Creditis e della piattaforma di gestione degli Npl con un contratto di servicing e la gestione in outsourcing dei servizi di Ict. Un negoziato dall’esito non scontato vista la ferma richiesta del sindacato di garantire ai lavoratori il contratto del credito e tutele occupazionali e salariali.
LARENA.IT 17/12/2017
Carige chiude l’accordo sugli esuberi
MILANO Carige chiude, dopo due giorni di trattative, l’accordo con i sindacati sulla prima parte del piano industriale al 2020. L’intesa, all’interno di 645 uscite totali, prevede 490 prepensionamenti volontari entro il 2019, gestiti dal fondo esuberi, l’ammortizzatore sociale di categoria. Agli esodi potranno accedere i lavoratori che maturano i requisiti pensionistici fino al 2023. «Con questo accordo abbiamo impedito un taglio strutturale delle retribuzioni, limitando i sacrifici e circoscrivendoli temporalmente. Inoltre abbiamo scongiurato uscite obbligatorie dal lavoro», afferma Riccardo Garbarino, Coordinatore Fabi di Carige. «Il sindacato e i lavoratori hanno fatto la loro parte, abbracciando la logica della solidarietà. (…)
NOTIZIE.TISCALI.IT 16/12/2017
Carige, accordo per 490 prepensionamenti
ANSA) – MILANO, 16 DIC – Raggiunto l’accordo tra sindacati e Carige sulla prima parte del piano industriale del Gruppo 2017-2020. L’accordo prevede 490 prepensionamenti volontari entro il 2019, gestiti dal fondo esuberi, l’ammortizzatore sociale di categoria. Agli esodi, spiega la Fabi in una nota, potranno accedere i lavoratori che maturano i requisiti pensionistici fino al 2023. “Con questo accordo abbiamo impedito un taglio strutturale delle retribuzioni, limitando i sacrifici e circoscrivendoli temporalmente. Inoltre abbiamo scongiurato uscite obbligatorie dal lavoro”, afferma Riccardo Garbarino, Coordinatore FABI di Carige. “Il sindacato e i lavoratori hanno fatto la loro parte, abbracciando la logica della solidarietà per salvaguardare l’occupazione e rilanciare la banca. Ora ci aspettiamo che i responsabili della crisi paghino per le loro responsabilità e che chi oggi è al vertice dia il buon esempio riducendo i propri compensi”, sollecita Vilma Marrone, della segreteria nazionale di First Cisl.
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