Riconosciuto il Fondo Nazionale del settore, scatta il secondo assegno che si affianca al trattamento INPS. In Gazzetta Ufficiale il Decreto del Ministero del Lavoro. Landoni (FABI Riscossione):" Si realizza una grande conquista per i lavoratori".">

RISCOSSIONE, ARRIVA LA PENSIONE INTEGRATIVA

Riconosciuto il Fondo Nazionale del settore, scatta il secondo assegno che si affianca al trattamento INPS. In Gazzetta Ufficiale il Decreto del Ministero del Lavoro. Landoni (FABI Riscossione):” Si realizza una grande conquista per i lavoratori”.
RISCOSSIONE, ARRIVA LA PENSIONE INTEGRATIVA
I circa 7.600 lavoratori del settore Riscossione ottengono il riconoscimento dei contributi versati al Fondo di previdenza nazionale del settore che, d'ora in poi, andranno a costituire una pensione aggiuntiva al trattamento pensionistico INPS.

Il decreto, pubblicato giovedì in Gazzetta Ufficiale, rappresenta il frutto di quarant'anni di lotte sindacali per vedere riconosciuto a tutti i lavoratori il diritto al riscatto dei contributi versati. In base ad una legge del 1958, tutti i dipendenti della Riscossione erano tenuti al versamento nel Fondo integrativo di una quota pari al 5.5% dello stipendio (2.2 a carico del lavoratore e il residuo a carico dell'azienda), senza per ò avere la possibilità di una maggiorazione dell'assegno pensionistico Inps, in base ai contributi versati. Una possibilità, fino ad oggi, prevista solo per il personale dirigente.
"Oggi si realizza una grande conquista per i lavoratori della Riscossione - dichiara Anna Landoni, coordinatrice FABI Riscossione - e si pone fine ad una situazione di forte ingiustizia ed iniquità sociale. Come sindacato siamo soddisfatti per aver centrato l'obiettivo, e finalmente di veder riconosciuto il diritto al riscatto di contributi regolarmente versati e di cui i lavoratori non potevano usufruire. Una serie di iniziative unitarie tra le sigle e il sostegno dei lavoratori, che hanno partecipato allo sciopero e al presidio a Montecitorio, hanno reso possibile la soluzione di un problema particolarmente sentito dalla categoria".

Roma 15/06/2018
Dal sito ilsole24ore.com venerdì 15 giugno 2018
FISCO Riscossione, i contributi al Fondo previdenza tornano ai dipendenti di Giovanni Parente
I contributi versati al Fondo di previdenza per gli impiegati esattoriali tornano nella piena disponibilità dei circa 7.600 dipendenti del settore della riscossione. è l’effetto del decreto del ministero del Lavoro dell’8 maggio scorso che è stato pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» di giovedì 16 giugno. Un provvedimento in base al quale – come recita una nota congiunta delle sigle sindacali del settore (Fabi, First Cisl, Cgil Fisac e Uilca) – tutti i contributi «versati e da versare al Fondo di previdenza nazionale del settore andranno a costituire il montante individuale contributivo dell’iscritto da trasformare in pensione aggiuntiva al trattamento pensionistico Inps». Ora «è attesa – conclude la nota – nelle prossime settimane, da parte dell’Inps, la circolare attuativa».
La legge del 1958
Per capire l’importanza della modifica che riguarderà i dipendenti di Agenzia delle Entrate-Riscossione è necessario fare un po’ di storia normativa. La legge 377/1958 (modificata poi nel 1971) ha previsto che tutti i dipendenti della riscossione erano tenuti al versamento nel Fondo integrativo di una quota del 5.5% dello stipendio (2,2% a carico del lavoratore e il residuo a carico dell’azienda), senza per ò avere la possibilità di una maggiorazione dell’assegno pensionistico Inps, in base ai contributi versati. Possibilità che, per ò, prima dell’ultimo tassello normativo introdotto dal ministero del Lavoro era limitata essenzialmente solo ai dirigenti.
L’addio a Equitalia
La “spinta” a intervenire su questa situazione è arrivata dal decreto fiscale di fine 2016 che ha stabilito l’addio a Equitalia e il debutto del nuovo ente pubblico economico Agenzia delle Entrate-Riscossione dal 1° luglio 2017. In quel contesto (articolo 1, comma 9-bis, del Dl 193/2016) è stato espressamente prevista la necessità di definire a partire proprio dal 1° luglio 2017 le modalità di utilizzo del Fondo degli impiegati esattoriali nell’ottica di armonizzare disciplina previdenziale del personale proveniente dal gruppo Equitalia con quella dell’assicurazione generale obbligatoria sulla base dei principi e dei criteri direttivi indicati nella riforma Dini delle pensioni (legge 335/1995).
Ecco perché il decreto che ora attua quella norma «pone fine a una situazione di forte ingiustizia ed iniquità sociale» spiega Anna Landoni, coordinatrice di Fabi riscossione, secondo cui è stato raggiunto l’obiettivo di «veder riconosciuto il diritto al riscatto di contributi regolarmente versati e di cui i lavoratori non potevano usufruire».
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