"Il fattore umano è la base per vincere lo stress lavoro-correlato". Lo stress lavoro correlato è in crescita, anche a seguito di intollerabili pressioni commerciali. La FABI deve continuare ad essere un punto di riferimento nel dibattito sulla sicurezza nel settore
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DIPARTIMENTO SICUREZZA E ASSEMBLEA NAZIONALE RLS

“Il fattore umano è la base per vincere lo stress lavoro-correlato”. Lo stress lavoro correlato è in crescita, anche a seguito di intollerabili pressioni commerciali. La FABI deve continuare ad essere un punto di riferimento nel dibattito sulla sicurezza nel settore
DIPARTIMENTO SICUREZZA E ASSEMBLEA NAZIONALE RLS
"I Rappresentati dei Lavoratori per la Sicurezza possono essere un'ulteriore risorsa per cercare di incidere positivamente sulle carenze organizzative che riscontriamo in alcune aziende del settore e che hanno effetti negativi nella quotidianità lavorativa dei colleghi". Così il Segretario Nazionale, Mattia Pari, intervenendo ai lavori, cui hanno partecipato oltre cento, fra Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza e Componenti del Dipartimento, provenienti da tutt'Italia.
Un appuntamento annuale, ma nient'affatto rituale, dove si è discusso della situazione normativa, delle iniziative messe in campo dalla FABI, del programma per il futuro a breve e lungo termine e degli aggiornamenti operativi su stress lavoro collegato e del cosiddetto tecnostress.
Loris Brizio, noto Coordinatore del Dipartimento Sicurezza, ha tracciato una panoramica dei temi caldi, come la violenza fisica e psicologica allo sportello. Infatti, al di là delle rapine, che comunque continuano ad esistere, assistiamo ad una crescita degli atti di violenza nei confronti dei lavoratori, spesso esposti, per ragioni di organizzazione del lavoro o di operatività o di tracollo della banca con colpevolizzazione impropria dei dipendenti, ad atti di violenza psicologica o addirittura fisica.
Che cosa pu ò fare la FABI?
Nel corso del dibattito, sono venute diverse osservazioni e proposte, soprattutto quelle di sviluppare programmi di formazione ed informazione per i lavoratori; di obbligare le Aziende al sostegno dei lavoratori coinvolti, dal punto di vista sia legale, sia fisico, sia psicologico. Insomma, bisogna obbligare l'azienda a rivedere, in caso di violenza, non solo il documento di valutazione del rischio (DVR), ma anche l'organizzazione del lavoro del punto operativo dove è avvenuto l'evento.
Lo stress è in crescita. I fattori determinanti sono legati in buona parte all'organizzazione del lavoro e sono riconducibili a pressioni commerciali, carenza cronica di personale, mancanza di formazione adeguata nella gestione del rapporto con il sistema informatico aziendale. Lo stress porta all'incremento, nel settore, dell'uso di psicofarmaci. Manca spesso una corretta valutazione dello stress lavoro correlato. Vi è anche una non indifferente percentuale di disturbi post traumatici da stress dovuta ai postumi di violenza ed eventi criminosi.
Interessante e molto condivisa la proposta d'incrementare i momenti di formazione ed informazione per tutto il personale sulla gestione dello stress e sulla corretta interazione con i sistemi informatici aziendali. Molti hanno suggerito anche d'inserire le pressioni commerciali come elemento rilevante del sistema di valutazione dello stress lavoro correlato.
Diversi interventi hanno segnalato i problemi della manutenzione dell'impiantistica e i problemi degli appalti, sia per ci ò che attiene la manutenzione degli impianti di climatizzazione (prevenzione del rischio Legionella), la gestione degli appalti per le pulizie, la prevenzione in sicurezza degli open space nelle filiali di nuova concezione, l'ergonomia delle postazioni di lavoro.
I Dirigenti sindacali hanno richiamato, inoltre, la necessità di concentrarsi su specifici diritti d'informativa rispetto ai capitolati di appalto e manutenzione, non limitandola agli RLS, spesso pochi in relazione al territorio.
A tutto questo si aggiunge l'urgenza "di recepire in CCNL quanto previsto dall'Accordo RLS dell'11 Gennaio 2016 sulla Commissione paritetica, ma mai attivata" - ha ricordato Loris Brizio.
Momento clou delle giornate è stato l'intervento di Gabriele Giorgi, docente di psicologia delle organizzazioni, "Dalle analisi scientifiche condotte su un campione di migliaia di bancari - ha affermato il prof. Gabriele Giorgi - si evidenzia come ci sia una forte eterogeneità nella percezione dello stress a seconda della mansione/funzione organizzativa". I bancari sono a rischio stress in quanto devono affrontare molte pressioni commerciali e instabilità finanziarie e al contempo gestire gli aspetti più relazionali del lavoro.
Fattori comunque importanti nei vissuti di stress appaiono quelli legati al clima psicologico. La perdita di fiducia nei confronti dell'organizzazione, la mancanza di prospettiva di crescita diminuiscono le risorse personali del lavoratore facendolo entrare nella spirale dello stress. "Anche la formazione, particolarmente tecnologizzata nel settore bancario, potrebbe perdere di efficacia e trasformarsi in una forma di tecno-stress" - ha detto il professore Giorgi.
Non è venuta a caso, quindi, la dichiarazione del giovane Segretario Nazionale della FABI, che ha toccato un tema molto caldo - quello delle pressioni commerciali, appunto - che incide enormemente sia sulle condizioni di salute psicofisica dei lavoratori sia sullo stress lavoro collegato, rimarcato da numerosi interventi.
La conclusione di Mattia Pari ha ulteriormente rimarcato il problema su cui s'è concentrato il lavoro di questi due giorni: "La valutazione stress da lavoro correlato dev'essere un ulteriore strumento per contrastare il problema delle pressioni commerciali".
"Sono certo, ha chiuso Mattia Pari, che la FABI saprà continuare a salvaguardare la salute dei lavoratori".
Un caloroso applauso ha salutato le parole del Segretario nazionale.
Rimini 21 novembre 2018

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