Mal di budget e pressione alta. Lo stress lavoro correlato nella banca 4.0. Sono intervenuti: Marco Masi, Conf. delle Regioni, Prof. Sebastiano Bagnara, Univ. Sassari, Alghero, Prof. Stefano Guidi, Univ. di Siena, Dr. Fulvio Fornaro, Pres. SAIL 626, Dr. Angelo Giuliani, ABI">

A FIRENZE CONVEGNO NAZIONALE SU SALUTE & SICUREZZA

Mal di budget e pressione alta. Lo stress lavoro correlato nella banca 4.0. Sono intervenuti: Marco Masi, Conf. delle Regioni, Prof. Sebastiano Bagnara, Univ. Sassari, Alghero, Prof. Stefano Guidi, Univ. di Siena, Dr. Fulvio Fornaro, Pres. SAIL 626, Dr. Angelo Giuliani, ABI
A FIRENZE CONVEGNO NAZIONALE SU SALUTE & SICUREZZA
“Si è molto discusso della Banca 4.0, sempre più legata all’intelligenza artificiale, alla robotica e al cognitive computing, con la creazione di sistemi capaci di imparare, adattarsi ed agire potenzialmente in modo autonomo. La banca, tuttavia, deve considerare la presenza dei lavoratori, sempre più consapevoli dei problemi di salute e sicurezza che derivano dall’utilizzo dei nuovi strumenti e dall’adozione di nuovi modelli di organizzazione del lavoro”.
 
Così Loris Brizio, Coordinatore Nazionale del Dipartimento nazionale Salute & Sicurezza, nella sua relazione.
Aveva introdotto i lavori, Gianni Donati, componente del Comitato Direttivo Centrale della FABI e Segretario del Coordinamento Nazionale IntesaSanpaolo, che ha evidenziato come sia “necessario analizzare e sviscerare il tema dello stress lavoro correlato sotto diversi profili, tutti però con un fattore comune: il nostro lavoro in banca”.
 
Lo stress è uno stato che si accompagna a malessere e disfunzioni fisiche, psicologiche o sociali e deriva dal fatto che le persone non si sentono in grado di superare i gap rispetto alle richieste o alle attese nei loro confronti.
 
Tutti i relatori, in maniera diversa, hanno evidenziato come la condizione di stress si concretizzi in una reazione ad aspetti avversi e nocivi del contenuto, dell’ambiente, dell’organizzazione del lavoro e conduca ad elevati livelli di eccitazione ed ansia, spesso accompagnati da senso di inadeguatezza.
 
Tutto ciò si manifesta quando le richieste lavorative non sono commisurate alle capacità o alle risorse o alle esigenze del lavoratore.
 
D’altro canto, mentre il “vecchio lavoro” era caratterizzato da una dimensione stabile e regolare, da una struttura gerarchica ben definita, da responsabilità e ruoli chiari, stabili e ben identificati, il “nuovo lavoro” prevede un’organizzazione snella, con ruoli meno definiti, responsabilità più sfumate, incarichi a breve termine, grande varietà nella tipologia dei contratti e spesso mobilità nella sede fisica.
 
Quindi, poiché non di può arrestare il cambiamento, che cosa fare per contrastare il fenomeno, sempre più diffuso, dello stress?
 
Innanzitutto, occorre predisporre un attento percorso di valutazione, effettuato congiuntamente dal sindacato, dai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) e da specialisti esperti della materia, cui far seguire un sistema permanente di monitoraggio dello stress.
 
Partendo dall’assunto che le complessità aziendali delle banche richiedano sempre una valutazione soggettiva, oltre a quella oggettiva, “sarebbe opportuno considerare in questa fase anche gli effetti di pressioni commerciali e sistemi premianti, allargando la fase di informazione e coinvolgimento, ad oggi appannaggio dei soli RLS, anche al sindacato”.
 
In sintesi, sarebbe utile una Commissione Paritetica che si attivi quando si procede con la valutazione dello Stress Lavoro Correlato.
 
Nel dibattito, da segnalare l’intervento di Cecilia Zanasi, Coordinatrice territoriale FABI Intesa Sanpaolo. si è soffermata brevemente sul problema della violenza.
 
“Negli ultimi 4 mesi abbiamo avuto due rapine a mano armata sul nostro territorio (24 agosto ag. 8 e 10 dicembre Prato). Entrambe, fortunatamente, concluse senza danni alle persone presenti. Senza danni fisici. Diverso è l’impatto psicologico: qualche collega non ha dormito nei giorni successivi all’evento, qualcun altro è stato trasferito perché non riusciva a lavorare, nella medesima filiale, dove aveva subito la rapina.
Gli eventi criminosi sono circoscritti e bene individuati e l’Azienda fornisce, su sollecitazione del sindacato, tutto il supporto possibile”.
 
Diversa è la condizione quotidiana dei colleghi e che viene subita con un’incredibile frequenza: la violenza verbale o violenza allo sportello.
 
I colleghi subiscono quotidianamente questo tipo di violenza, senza avere ‘armi’ per poterla combattere
“L’insoddisfazione del cliente può non aver alcun nesso con l’attività dello sportellista o del bancario, ma tutti si sentono in diritto di attaccare chi hanno di fronte, che non viene percepito come una persona, ma come la banca”.
 
Da parte sua poi anche la banca non fa mancare la sua presenza mordace con pressioni, più o meno insistenti, sulle vendite.
 
Insomma, il dipendente bancario di fronte a malviventi, clienti e azienda, sente profondamente la propria solitudine.
 
La FABI interviene con forza, da sempre, per tutelare i colleghi: sia sollecitando interventi per la sicurezza, nei confronti delle aziende, sia richiamando il rispetto dell’accordo sulle politiche commerciali siglato in ABI il 18 febbraio 2017, a cui si richiama spesso anche il Segretario Generale della FABI, che ammonisce i dirigenti sindacali aziendali a “pretenderne l’applicazione senza sconti”.
 
È necessario, oggi più he mai, valutare la crescita dei casi di violenza (fisica e psicologica) allo sportello.
L’interazione con le nuove tecnologie e le esigenze operative, spesso sostenute da forti pressioni commerciali, rendono difficile sia l’approccio con la clientela, sia il rapporto “competitivo” tra i lavoratori presenti nelle stesse realtà operative.
 
Per diminuire gli episodi di violenza è utile programmare più attentamente l’organizzazione del lavoro, formando adeguatamente i lavoratori, pubblicizzando modalità operative alla clientela e adottando codici etici.
 
Occorre andare verso una migliore formazione alla sicurezza, introducendo specifici moduli dedicati allo stress lavoro correlato, sui disturbi post traumatici da stress e sui rischi psicosociali in genere.
 
“La competizione esasperata non porta che alla sconfitta: è come tirare da parti opposte la medesima corda. Solo recuperando la dimensione d’insieme e di unitarietà potremo far fronte comune e vincere la violenza, in qualsiasi forma essa si manifesti, e relegare lo stress ad un ruolo di comparsa. L’impegno della FABI per risolvere anche questi problemi non verrà mai meno” – ha concluso Gianni Donati.
 
Aveva portato i saluti della Segreteria Provinciale di Firenze Leonardo Comucci, Coordinatore della FABI del capoluogo e noto dirigente nazionale della FABI, che pure aveva evidenziato la stretta connessione fra lo stress lavoro correlato e le pressioni commerciali.
 
Firenze, 18/12/2018

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