SMART WORKING, MUTUI UNDER 36 E DIVIDENDI: SILEONI IN DIRETTA SU LA7

Il segretario generale della Fabi ospite di Frediano Finucci a Omnibus: si è parlato del lavoro da remoto nelle banche, di prestiti a giovani per l’acquisto di abitazioni e del via libera della Bce alla distribuzione delle cedole agli azionisti degli istituti.

SMART WORKING, MUTUI UNDER 36 E DIVIDENDI: SILEONI IN DIRETTA SU LA7

Il segretario generale della Fabi ospite di Frediano Finucci a Omnibus: si è parlato del lavoro da remoto nelle banche, di prestiti a giovani per l’acquisto di abitazioni e del via libera della Bce alla distribuzione delle cedole agli azionisti degli istituti.

 

LA PUNTATA DEL PROGRAMMA COMPLETA

 

GLI INTERVENTI DEL SEGRETARIO GENERALE LANDO MARIA SILEONI

Banche: SILEONI (Fabi),dividendi servono a potere vertici Vigilare su smart working, due fazioni tra i dirigenti (ANSA) – ROMA, 25 LUG – “Con il via libera della Bce, le banche potranno pagare dividendi agli azionisti per circa 20 miliardi di euro. Sarà l’occasione per consolidare il potere di molti amministratori delegati che ricoprono ruoli importanti e che sono strettamente vincolati da questa situazione: più è alto il dividendo che distribuiscono agli azionisti, più tempo rimangono a guidare l’azienda con ingaggi importanti. Tutto il resto è propaganda, compresa la smania di apparire come i guardiani del tempio dell’economia e anche della politica”. Lo ha detto stamattina il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, durante la trasmissione Omnibus in onda su La7. “I piani industriali, le riorganizzazioni aziendali, le aggregazioni e le fusioni vengono sempre gestite dai vertici delle banche, con un occhio al mercato e un occhio alle proprie tasche. Se questo meccanismo non tagliasse posti di lavoro, ma garantisse anche nuova occupazione non avremmo niente da dire”. Sileoni ha affrontato anche il tema dello smart working che all’interno delle banche, ha sottolineato “ha creato gruppi contrapposti, di dirigenti. Il primo gruppo è rappresentata soprattutto da quei dirigenti che vorrebbero un ampissimo utilizzo del digitale e in questo caso un ampissimo utilizzo anche dello smart working. Quindi, digitale e smart working cammineranno insieme. Il secondo gruppo, come nelle migliori tifoserie, Curva Sud contro Curva Nord, è rappresentato da quei dirigenti che hanno come unico obiettivo quello di vendere. Vendere prodotti finanziari, servizi, quelli che amano con il contatto fisico con la clientela perché estremamente utile per raggiungere i loro obiettivi». «Se il sindacato non sarà attento e reattivo, lo smart working potrà diventare uno strumento per ridurre i diritti dei lavoratori, per tentare di emarginarli dalla vita aziendale e, soprattutto, per ottenere, da parte delle aziende, risparmi di ogni genere con tagli dei costi indiscriminati”. (ANSA).GAS-COM 25 Luglio , 15:21

 

 

BANCHE: SILEONI, ‘DIVIDENDI SERVONO A VERTICI PER CONSOLIDARE POTERE’ =Roma, 25 lug. (Adnkronos) – «Con il via libera della Bce, le banche potranno pagare dividendi agli azionisti per circa 20 miliardi di euro. Sarà l’occasione per consolidare il potere di molti amministratori delegati che ricoprono ruoli importanti e che sono strettamente vincolati da questa situazione: più è alto il dividendo che distribuiscono agli azionisti, più tempo rimangono a guidare l’azienda con ingaggi importanti. Tutto il resto è propaganda, compresa la smania di apparire come i guardiani del tempio dell’economia e anche della politica». Lo ha detto stamattina il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, durante la trasmissione Omnibus in onda su La7.«Si intrecciano, spesso, situazioni personali, ambizioni, ipocrisie e tutto, poi, si riconduce ad arricchire principalmente quei fondi azionisti che permettono, conseguentemente, ad alcuni amministratori delegati, di fare il bello e il cattivo tempo. Quello che conta è la distribuzione di dividendi alti in cambio di una gestione, la più libera possibile, della propria azienda. I piani industriali, le riorganizzazioni aziendali, le aggregazioni e le fusioni – ha sottolineato Sileoni – vengono sempre gestite dai vertici delle banche, con un occhio al mercato e un occhio alle proprie tasche. Se questo meccanismo non tagliasse posti di lavoro, ma garantisse anchenuova occupazione non avremmo niente da dire. Il problema è che in alcuni casi si licenzia o si riduce il personale soltanto perché più distruggi posti di lavoro, più raggiungi gli obiettivi del piano industriale e quindi maggiori guadagni personali. Tanto è vero che quasi sempre il raggiungimento degli obiettivi dei piani industriali è legato, contrattualmente, ad importanti aumenti economici degli amministratori delegati».
(Sec-Mcc/Adnkronos)

 

BANCHE: SILEONI, ‘CAMBIARE REGOLE EBA SU CREDITO IMPRESE’ =Roma, 25 lug. (Adnkronos) – «La responsabilità è tutta politica perchéquando l’Eba, scelleratamente, ha preso la decisione di introdurre regole più severe sul credito alle imprese, anzitutto non c’è stata una comunicazione immediata e seria nei confronti del sistema economico del nostro Paese. Poi va detto che l’unico che si opposto concretamente è stato il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, che hafatto una battaglia utilizzando argomenti molto forti. Ma il problema è che nessuno ha avuto il coraggio di contrastare l’Eba, quattro anni e mezzo fa, nessuno ha reagito». Lo ha detto stamattina il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, durante la trasmissione Omnibus in onda su La7.”Le associazioni di categoria, delle imprese, avrebbero dovuto prendere una posizione di dissenso. Quello che è mancato è stato proprio il dissenso. Io non parteggio per alcun partito, ma devo dire che, ad esempio, sulle norme che vietano i conti in rosso, solo Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, nel silenzio più assoluto, ha preso una posizione concreta. Il mio auspicio è che tutti i partiti e tutte le associazioni di categoria si facciano carico di questa situazione: è arrivato il momento di cambiare queste regole dell’Autorità bancaria europea» ha aggiunto Sileoni.(Sec-Mcc/Adnkronos)

 

 

Banche, Sileoni (Fabi): Su smart working due fazioni tra dirigenti-2- Milano, 25 lug. (LaPresse) – “È vero che i cambiamenti organizzativi saranno profondi, sia per l’introduzione del digitale sia per un cambiamento radicale dei modelli organizzativi. Ma il fattore umano resterà per noi fondamentale e centrale. Il rischio concreto è rappresentato da un abuso dello smart working, sia per ridurre i posti di lavoro sia per un taglio radicale dei costi sia per creare le condizioni di esternalizzazioni selvagge. Con l’Abi e le banche abbiamo definito un accordo che, in deroga al contratto nazionale per gestire l’emergenza Covid, ha consentito un utilizzo ampio dello smart working. Questa scelta – va detto chiaramente – è stata presa per proteggere dal Covid sia le lavoratrici e i lavoratori sia la clientela. Nel settore bancario vogliamo che i dipendenti possano scegliere in libertà e autonomia se rimanere in smart working o se rientrare in ufficio. Nessun obbligo sarà tollerato. Anzi, sarà contrastato”, ha aggiunto il segretario generale della Fabi. ECO

 

 

Banche, Sileoni (Fabi): Su smart working due fazioni tra dirigenti Milano, 25 lug. (LaPresse) – “All’interno delle banche, ma credo valga anche per altre aziende, lo smart working ha diviso, ha creato gruppi contrapposti, di dirigenti. Il primo gruppo è rappresentata soprattutto da quei dirigenti che vorrebbero un ampissimo utilizzo del digitale e in questo caso un ampissimo utilizzo anche dello smart working. Quindi, digitale e smart working cammineranno insieme. Il secondo gruppo, come nelle migliori tifoserie, Curva Sud contro Curva Nord, è rappresentato da quei dirigenti che hanno come unico obiettivo quello di vendere. Vendere prodotti finanziari, servizi, quelli che amano con il contatto fisico con la clientela perché estremamente utile per raggiungere i loro obiettivi”. Lo ha detto stamattina il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, durante la trasmissione Omnibus in onda su La7.”Se il sindacato non sarà attento e reattivo, lo smart working potrà diventare uno strumento per ridurre i diritti dei lavoratori, per tentare di emarginarli dalla vita aziendale e, soprattutto, per ottenere, da parte delle aziende, risparmi di ogni genere con tagli dei costi indiscriminati. Saranno quindi i vertici delle aziende a decidere, ma certamente il sindacato dovrà svolgere un ruolo di tutela e di garanzia e non quello di semplice spettatore. Insomma, lo smart working è un argomento da gestire e da condividere con le aziende nell’esclusivo interesse dei lavoratori”, ha detto ancora Sileoni. (Segue). ECO NG01 lca 251132 LUG 21

 

 

Banche, Sileoni (Fabi): Dividendi servono a vertici per consolidare potere Milano, 25 lug. (LaPresse) – “Con il via libera della Bce, le banche potranno pagare dividendi agli azionisti per circa 20 miliardi di euro. Sarà l’occasione per consolidare il potere di molti amministratori delegati che ricoprono ruoli importanti e che sono strettamente vincolati da questa situazione: più è alto il dividendo che distribuiscono agli azionisti, più tempo rimangono a guidare l’azienda con ingaggi importanti. Tutto il resto è propaganda, compresa la smania di apparire come i guardiani del tempio dell’economia e anche della politica”. Lo ha detto stamattina il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, durante la trasmissione Omnibus in onda su La7. “Si intrecciano, spesso, situazioni personali, ambizioni, ipocrisie e tutto, poi, si riconduce ad arricchire principalmente quei fondi azionisti che permettono, conseguentemente, ad alcuni amministratori delegati, di fare il bello e il cattivo tempo. Quello che conta – prosegue Sileoni – è la distribuzione di dividendi alti in cambio di una gestione, la più libera possibile, della propria azienda. I piani industriali, le riorganizzazioni aziendali, le aggregazioni e le fusioni vengono sempre gestite dai vertici delle banche, con un occhio al mercato e un occhio alle proprie tasche”. “Se questo meccanismo non tagliasse posti di lavoro, ma garantisse anche nuova occupazione non avremmo niente da dire. Il problema è che in alcuni casi si licenzia o si riduce il personale soltanto perché più distruggi posti di lavoro, più raggiungi gli obiettivi del piano industriale e quindi maggiori guadagni personali. Tanto è vero che quasi sempre il raggiungimento degli obiettivi dei piani industriali è legato, contrattualmente, ad importanti aumenti economici degli amministratori delegati”, ha aggiunto il segretario generale della Fabi. ECO NG01 lca 251125 LUG 21

 

Banche, Sileoni: Cambiare regole Eba su credito imprese Milano, 25 lug. (LaPresse) – “La responsabilità è tutta politica perché quando l’Eba, scelleratamente, ha preso la decisione di introdurre regole più severe sul credito alle imprese, anzitutto non c’è stata una comunicazione immediata e seria nei confronti del sistema economico del nostro Paese. Poi va detto che l’unico che si opposto concretamente è stato il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, che ha fatto una battaglia utilizzando argomenti molto forti. Ma il problema è che nessuno ha avuto il coraggio di contrastare l’Eba, quattro anni e mezzo fa, nessuno ha reagito”. Lo ha detto stamattina il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, durante la trasmissione Omnibus in onda su La7. “Le associazioni di categoria, delle imprese, avrebbero dovuto prendere una posizione di dissenso. Quello che è mancato è stato proprio il dissenso”, ha aggiunto. “Io non parteggio per alcun partito, ma devo dire che, ad esempio, sulle norme che vietano i conti in rosso, solo Giorgja Meloni di Fratelli d’Italia, nel silenzio più assoluto, ha preso una posizione concreta. Il mio auspicio è che tutti i partiti e tutte le associazioni di categoria si facciano carico di questa situazione: è arrivato il momento di cambiare queste regole dell’Autorità bancaria europea” ha detto Sileoni. ECO NG01 lca 251122 LUG 21

 

BANCHE. SILEONI: DIVIDENDI SERVONO A VERTICI PER CONSOLIDARE POTERE(DIRE) Roma, 25 lug. – “Con il via libera della Bce, le banchepotranno pagare dividendi agli azionisti per circa 20 miliardi dieuro. Sarà l’occasione per consolidare il potere di molti amministratori delegati che ricoprono ruoli importanti e che sonostrettamente vincolati da questa situazione: più è alto ildividendo che distribuiscono agli azionisti, più tempo rimangonoa guidare l’azienda con ingaggi importanti. Tutto il resto èpropaganda, compresa la smania di apparire come i guardiani deltempio dell’economia e anche della politica”. Lo ha dettostamattina il segretario generale della Fabi, Lando MariaSileoni, durante la trasmissione Omnibus in onda su La7. “Si intrecciano, spesso, situazioni personali, ambizioni,ipocrisie e tutto, poi, si riconduce ad arricchire principalmentequei fondi azionisti che permettono, conseguentemente, ad alcuniamministratori delegati, di fare il bello e il cattivo tempo.Quello che conta è la distribuzione di dividendi alti in cambio di una gestione, la più libera possibile, della propria azienda.I piani industriali, le riorganizzazioni aziendali, leaggregazioni e le fusioni vengono sempre gestite dai vertici delle banche, con un occhio al mercato e un occhio alle proprietasche. Se questo meccanismo non tagliasse posti di lavoro, magarantisse anche nuova occupazione non avremmo niente da dire. Ilproblema è che in alcuni casi si licenzia o si riduce ilpersonale soltanto perché più distruggi posti di lavoro, piùraggiungi gli obiettivi del piano industriale e quindi maggioriguadagni personali. Tanto è vero che quasi sempre ilraggiungimento degli obiettivi dei piani industriali è legato,contrattualmente, ad importanti aumenti economici degliamministratori delegati”, ha aggiunto il segretario generale
della Fabi.(Lum/ Dire)

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