MUTUI FRINGE BENEFIT, LA RICHIESTA DI SILEONI ALL’ABI

Durante l’incontro per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei bancari, il segretario generale della Fabi ha sollevato il tema dei prestiti immobiliari concessi dalle banche ai dipendenti a tasso agevolato e finiti in una “trappola” fiscale. Il pressing su governo e Parlamento per una modifica normativa

MUTUI FRINGE BENEFIT, LA RICHIESTA DI SILEONI ALL’ABI

Il problema dei mutui cosiddetti “fringe benefit” è finito sul tavolo negoziale per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei 280.000 dipendenti delle banche italiane. È stato il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, durante l’incontro di oggi a Roma tra le organizzazioni sindacali e l’Abi a sollevare la questione, particolarmente a cuore di chi lavora in banca.

 

Stiamo parlando dei mutui concessi dalle banche a tasso agevolato ai loro dipendenti. A causa di un meccanismo normativo vecchio, e da correggere, chi oggi ha un prestito di quel tipo è costretto a pagare conguagli fiscali altissimi. Al punto che le buste paga di decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori delle banche, negli scorsi mesi, sono state sensibilmente ridotte, se non azzerate, in alcuni casi.

Tutto si basa sulla differenza tra il tasso agevolato concesso dalla banca sui mutui per i dipendenti e quello – chiamiamolo virtuale – calcolato anno per anno secondo il costo del denaro stabilito dalla Banca centrale europea. Va da sé che i rialzi di questi ultimi 14 mesi stabiliti appunto dalla Bce hanno causato, indirettamente, un danno enorme anche a chi lavora in banca. Molti bancari, infatti, sono costretti a fare i conti con un mutuo che è diventato di fatto a tasso variabile ed è molto meno conveniente rispetto a un prestito erogato alla clientela ordinaria.

Da mesi le organizzazioni sindacali provano a sensibilizzare governo e Parlamento, anche se finora le norme proposte da varie forze politiche non sono state approvate nelle varie sedi istituzionali. Per questo motivo, il segretario generale della Fabi ha chiesto formalmente all’Abi e alle banche, stamattina, come vogliono contribuire per risolvere il problema.

Una risposta da parte dei rappresentanti delle banche è attesa a ottobre: nei giorni 11 e 12 sono stati messi in calendario i nuovi incontri sul contratto nazionale e in quella occasione l’Abi dovrebbe dire qualcosa sui mutui, ma anche – e soprattutto – su tutti gli argomenti della piattaforma rivendicativa approvata quasi all’unanimità da parte della categoria.

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