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FABI, IDENTITÀ E FUTURO: «SIAMO UNA GRANDE ORGANIZZAZIONE»
Dal dialogo con i vertici bancari alla crescita interna, fino all’impegno contro la violenza: la replica del segretario generale chiude il 129° Consiglio nazionale e la 12ª Conferenza d’organizzazione con una visione di forza, unità e umanità.

Una replica appassionata e profondamente centrata sui nodi cruciali che attendono il primo sindacato italiano del credito nel prossimo futuro. Al termine del 129° Consiglio nazionale della Fabi e della 12ª Conferenza d’organizzazione, il segretario generale prende la parola per una riflessione a tutto campo.
Il leader Fabi, Lando Maria Sileoni, entra subito nel vivo, chiarendo il senso della presenza dei vertici dei gruppi bancari al Consiglio: il risultato di una relazione solida costruita nel tempo. «Anche i nuovi delegati sindacali, presenti qui in platea per la prima volta, hanno capito la centralità della Fabi nel settore. Questo perché non c’è un uomo solo al comando, ma professionalità diverse, personalità diverse: con il contributo di tutti siamo riusciti a portare l’organizzazione al livello qualitativo di oggi».
Una presenza, quella del top management delle banche, motivata anche dall’eccezionalità del contesto attuale, come specifica Sileoni: «Sei operazioni straordinarie tutte concentrate in uno stesso periodo, con le banche che hanno, oggi, una ricchezza che prima non avevano, uno scenario che sta cambiando».
La replica del segretario generale assume poi i toni di un discorso sull’identità stessa della Fabi: un’organizzazione che cambia, che si rinnova e che si apre, senza perdere radici e forza storica. «C’è voluto del tempo, siamo stati dei visionari ma alla fine siamo diventati una grande organizzazione, quella che avevamo in mente sin dagli inizi, aperta e proiettata verso il futuro. La Fabi è di tutti – afferma – ed è il frutto del contributo collettivo: donne, giovani, e chi ha fatto la storia».
L’importanza di una forza politica che si basa sulle relazioni e sulle iniziative. Tra quelle più importanti lanciate dalla Fabi, le iniziative a difesa non solo dei lavoratori ma anche della clientela delle banche: «La banca non lo faceva, e allora lo abbiamo fatto noi. Ci abbiamo messo la faccia e ci siamo presi lo spazio con i media, a difesa di lavoratori e clientela».
È sul tema del cambiamento che si concentra un’ampia parte del suo intervento. «Dobbiamo crescere, e non solo in termini numerici. Dobbiamo crescere come dirigenti, a livello intellettuale e culturale. Serve una classe dirigente consapevole, aggiornata, capace di leggere la complessità. E serve che tutti conoscano quello che avviene negli altri gruppi: la condivisione è la prima forma di forza».
Una grande organizzazione che deve continuare a crescere anche con l’apertura ai nuovi arrivi: «Abbiamo grandi professionalità e nuovi ingressi che stanno dando importanti segnali di crescita. Dobbiamo saperli accogliere». A questo riguardo, una nota sul prossimo congresso nazionale e l’importanza di far entrare gente nuova e volenterosa in Segreteria nazionale: «Ci sono numerosi giovani: ci sarà l’imbarazzo della scelta, ne abbiamo tante di persone pronte e preparate».
Poi, il richiamo all’equilibrio e al dialogo interno: i rapporti tra Sab e Coordinamenti, tra Comitato direttivo centrale e Segreteria nazionale, tra territori e vertice, che devono, sempre, essere sinergici. «Deve esserci collegamento diretto tra Segreteria nazionale e gruppi. I Sab, ricordiamolo sempre, sono la spina dorsale di tutta l’organizzazione».
Lo sguardo si allarga anche al futuro contrattuale: «C’è il contratto dei dirigenti da rinnovare, cercheremo di portarlo a casa questa settimana, e, poi, il prossimo rinnovo del contratto nazionale. Due partite su cui dovremo essere preparati, uniti, efficaci».
Infine, un passaggio decisivo sulla comunicazione: «I piani industriali dei gruppi vanno compresi, ma anche comunicati. Va costruita una narrazione che parli ai lavoratori, che anticipi le mosse delle controparti. Dobbiamo utilizzare ogni forma di comunicazione che la Federazione mette in campo, per raggiungere tutti i nostri dirigenti e iscritti».
Informare sempre, con puntualità e chiarezza. «Le strutture devono diffondere tutti i progetti che mandiamo dalla Segreteria nazionale, i lavoratori devono essere informati, la comunicazione deve essere un valore aggiunto per tutta l’organizzazione. La comunicazione è fondamentale perché apre un ventaglio di possibilità alle lavoratrici e ai lavoratori che rappresentiamo, dà loro la possibilità di sapere e di scegliere».
Prima di chiudere la replica finale del 129° Consiglio nazionale e della 12ª Conferenza d’organizzazione, il segretario ha voluto ricordare i troppi episodi di violenza sulle donne che continuano a riempire le cronache, richiamando tutti – uomini e donne – a un impegno concreto fatto di rispetto, protezione e gentilezza. «Abbracciamo la gentilezza – ha detto – perché solo da lì può nascere una società più giusta». E con una citazione di Platone ha affidato all’assemblea il senso più profondo del suo messaggio: «Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile. Sempre».
Milano, 30 maggio 2025