AUDIZIONE DI SILEONI ALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SUL SISTEMA BANCARIO, FINANZIARIO E ASSICURATIVO

L’evoluzione del settore bancario in Italia e in Europa, il ruolo delle società di consulenza, le difficoltà dei giovani per comprare casa, la “desertificazione bancaria” e le indebite pressioni commerciali, questi i temi trattati dal segretario generale della Fabi

AUDIZIONE DI SILEONI ALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SUL SISTEMA BANCARIO, FINANZIARIO E ASSICURATIVO

Grazie Presidente, grazie ai senatori presenti, grazie per l'attenzione. Allora, chiaramente starò dentro gli otto minuti, principalmente mi voglio indirizzare su sei argomenti principali che toccano luci ombre del settore bancario. Il primo riguarda l'evoluzione in corso, quindi il discorso del risiko e degli extraprofitti.

Il secondo ruolo delle società di consulenza, che molte sono internazionali. Le difficoltà dei giovani per comprare casa, la cosiddetta desertificazione bancaria, dove noi abbiamo un nostro punto di vista particolare. Le indebite pressioni commerciali, indebite pressioni commerciali che già abbiamo presentato nell'altra commissione d'inchiesta della passata legislatura.

E la tutela del risparmio degli italiani. Voglio ricordare che siamo il primo sindacato come in termini di rappresentatività del settore. Siamo nati nel ‘48, abbiamo fatto da soli nel ‘49 il primo contratto dei bancari.

Abbiamo sottoscritto insieme alle altre organizzazioni sindacali recentemente, un paio d’anni fa, due anni e mezzo fa, un contratto importante di un aumento medio di 435 euro. Abbiamo sottoscritto anche il contratto di recentemente dirigente di banca con un aumento del 31 per cento rispetto agli emolumenti precedenti. Allora, per quanto riguarda il risiko in corso, ci sono quattro aspetti che vogliamo, che vi voglio, portare all’attenzione. Il primo riguarda il ruolo della Bce. La Bce vuole semplificare il settore bancario diminuendo i gruppi bancari esistenti. È una politica che sta portando avanti in silenzio.

Questo è uno degli obiettivi principali della Banca Centrale Europea. Sulle aggregazioni in corso, sulle operazioni straordinarie, vige il discorso delle ricadute positive delle politiche della Banca Centrale Europea rispetto per esempio all’andamento dei tassi. Perché partono le operazioni straordinarie, perché si concludono le operazioni straordinarie, perché le banche hanno una liquidità che non hanno mai avuto precedentemente nella storia.

Chiaramente le ambizioni personali dei diretti interessati, dei vertici, esistono come esiste anche per il momento abbastanza contenuta la paura di acquisizioni da parte di fondi internazionali cinesi e americani che potrebbero, come hanno fatto già all’estero, che potrebbero interessarsi delle banche italiane con pesanti ricadute anche occupazionali rispetto alla situazione occupazionale che invece brillantemente abbiamo gestito fino ad oggi. Voglio ricordare che è in atto anche una cosa che in anni passati non era mai accaduta, un braccio di ferro importante non solo in Italia fra politica e finanza ma in Spagna dove praticamente il governo spagnolo si è messo di traverso rispetto alla fusione BBVA col Banco Sabadell. In Germania, come voi sapete, la scalata di UniCredit di Andrea Orcel è stata interrotta dal governo Merz che non ritiene adatta UniCredit per sposarsi con la banca e in Italia è stato applicato Golden Power su UniCredit BPM.

L’unica nazione che ha fatto blocco è stata sempre, fino adesso, la Francia che è l’unico paese che difende a denti stretti con il coltello fra i denti il proprio settore bancario. Tenete presente che in questo contesto l’Unione Bancaria Europea non è ancora decollata perché la Germania non ha aderito finora in maniera convinta in quanto non vuole prendersi carico di eventuali fallimenti di banche che non sono tedesche. Quindi c’è un sistema politico-economico monco perché la definizione, la conclusione dell’Unione Bancaria Europea non è stata fatta.

Noi fino adesso abbiamo gestito in maniera molto interna tutto quello che non è accaduto all’estero. All’estero sono purtroppo avvenuti moltissimi episodi di licenziamenti nel settore, circa oltre 340.000 negli ultimi sette anni, quindi 340.000 posti di lavoro in meno nel settore bancario europeo. In Italia il sindacato unitario ha gestito brillantemente 90.000 esodi volontari e in cambio abbiamo ottenuto con il consenso di tutti i lavoratori abbiamo costruito un fondo per l’occupazione che ha raggiunto 45.000 nuove assunzioni di fronte a 90.000 esodi comunque su base volontaria.

Quello che vorrei porre alla vostra attenzione è anche quello che sta succedendo adesso rispetto alle stock option milionarie di alcuni capi di alcune banche che verbalmente in corso durante le operazioni straordinarie hanno strumentalizzato la difesa del loro personale, poi sono stati i primi che hanno incassato anche recentemente prebende importanti, parliamo 50, 60, 70 milioni di euro. Sul Golden Power non è una novità perché in Europa è stato applicato e anche in Italia è stato applicato in altri settori, in Europa è stato applicato in pochissime realtà ed è chiaro che il Golden Power deve essere uno strumento per salvaguardare a livello di sistema le aziende che sono per noi, per il nostro paese, strategiche. La tassa sulle banche, abbiamo due precedenti, il primo precedente riguarda il 2023 dove finì con un nulla di fatto, il secondo una legge bilancio del 2024 che rinviò crediti fiscali dta per l’anno 2025 e 2026.

La nostra posizione è chiara, il discorso degli extraprofitti è stato comunque introdotto in Spagna, Lituania, Repubblica Ceca, Ungheria e Svezia, è stata valutata, poi non è stata attuata in Orlando, Belgio, Irlanda e Polonia. Noi pensiamo che una tassa sia controproducente, sia controproducente per l’economia, controproducente per il settore, controproducente per i dipendenti di banca e soprattutto per la clientela, perché le banche farebbero pagare ai clienti in termini di aumento di commissione quello che devono o dovranno eventualmente pagare, tirar fuori per lo Stato. Quindi l’auspicio è che ci sia un accordo, come spesso è stato fatto in passato, per trovare una soluzione.

In questo momento noi abbiamo una generazione di amministratori delegati che sul discorso di sostenibilità sociale sono molto attenti e molto sensibili. Cito uno su tutti, ma potrebbero riguardare un po’ tutte le banche, Intesa Sanpaolo sul tema della sostenibilità ha investito un miliardo e mezzo, di questo miliardo e mezzo 800 milioni già sono stati erogati. Quello delle società di consulenza è un problema enorme, che io non capisco perché neanche in termini di professionisti del settore o di media del settore non hanno mai messo a fuoco realmente.

Il problema è questo, ci sono delle società di consulenza che non sono italiane che hanno appalti milionari con più banche e questo avviene trasversalmente con la maggior parte dei gruppi bancari. Quando parliamo di risparmio, di tutela del risparmio italiano non possiamo dimenticare che le società di consulenza hanno un ruolo fondamentale e sanno, come dire, i segreti e sanno anche, come dire, conoscono tutte le varie realtà economiche della nostra clientela. Tenete presente che all’interno delle società di consulenza è estremamente importante a livello numerico il passaggio di dirigenti da una società di consulenza all’altra.

Questo significa che è molto probabile che molte conoscenze vengono poi trasferite da una azienda all’altra. L’aspetto più tragico, anche qui non capisco perché questo argomento è venuto fuori molto raramente, è che le proprietà delle società di consulenza sono i grandi fondi d’investimento, sono quelli che controllano i grandi gruppi bancari. Quindi c’è un sistema enorme che andrebbe affrontato e che vi prego e vi preghiamo di tenerne in qualche modo conto, perché è fondamentale per gli argomenti che ho citato.

Per quanto riguarda il discorso dei mutui abbiamo presentato anche pubblicamente attraverso i media delle proposte per aumentare il plafond, che attualmente è 250 mila euro, e dare più garanzie pubbliche che permettessero in qualche modo di poter accedere facilmente ai mutui. Sul tema della desertificazione bancaria e delle pressioni commerciali non è soltanto un problema di carattere sindacale, è un problema di carattere sociale come abbiamo fatto presente nella precedente commissione, e soprattutto perché ci sono due fattori importanti.

Il primo, che riguarda la desertificazione bancaria, va chiarito una volta per tutto il ruolo delle poste. Vendono servizi finanziari ma non hanno la licenza bancaria.

Il secondo, per quanto riguarda poi il tema delle pressioni commerciali, non è un problema di carattere soltanto sindacale, come abbiamo dimostrato nella precedente commissione, è un problema di carattere sociale, perché i bancari che vendono non hanno nessuna responsabilità, attuano le politiche dell’azienda, ma c’è di mezzo la clientela. Quindi la politica, da quando noi tutti insieme nell’ultima commissione abbiamo fatto sapere quanto è pesante il problema delle pressioni indebite commerciali nella vendita dei prodotti finanziari, la politica non può non sapere come stanno le cose.

Sulla desertificazione bancaria riceviamo da anni, da mesi, delle giuste lamentele da parte dei vostri sindaci, di ogni colore, che ci dicono perché in quel paese, in quella città viene chiusa, a danno magari delle persone più anziane, vengono chiuse delle filiali e quindi anche questo, secondo me è un problema di carattere esclusivamente, ma non solo esclusivamente sindacale, ma anche politico. Grazie per l’attenzione.

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