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ESTERNALIZZAZIONI, NUOVA SCONFITTA IN CORTE D’APPELLO PER BNL E ACCENTURE
Dichiarata illegittima la cessione del ramo d’azienda dalla banca alla società di consulenza. Fabi: “Avanti a tutelare i diritti dei colleghi”
 
                                Ieri stata pubblicata la sentenza della Corte d’Appello di Roma che riforma la decisione del Tribunale di Roma del 30 settembre 2024, dichiarando l’illegittimità della cessione del ramo d’azienda e dei rapporti di lavoro dei ricorrenti dell’Ufficio Mutui Fondiari di BNL S.p.A. verso AST S.r.l. La Corte ha disposto il ripristino del rapporto di lavoro dei ricorrenti con BNL e Accenture, in solido, a decorrere dal 1° giugno 2022.
La cessione aveva riguardato complessivamente circa 800 lavoratori: 508 trasferiti in AST S.r.l. (newco di Accenture) su attività bancarie centrali come mutui e successioni, e circa 300 nel settore IT verso una newco di Capgemini. È importante ricordare che entrambe le società cessionarie operano nel campo della consulenza aziendale, non in quello dei servizi bancari.
La Fabi ha, sin dall’inizio, contestato l’operazione, ritenendola priva dei requisiti di autonomia funzionale e preesistenza del ramo previsti dall’art. 2112 c.c. Di questi 800 lavoratori, circa 520 hanno impugnato la cessione, con il sostegno di FABI e delle altre organizzazioni sindacali che non hanno siglato accordi con l’azienda, rafforzando così la tutela dei dipendenti. L’opposizione nasce anche dal fatto che tali esternalizzazioni mirano principalmente a ridurre il costo del personale e a favorire ulteriori delocalizzazioni. AST, a distanza di tre anni dalla cessione, ha già spostato in Romaniale attività su cui lavoravano 95 dipendenti, e il personale è stato ridotto da 508 a circa 134 unità. Questo nonostante la presenza di numerosi lavoratori fragili, caregiver e appartenenti a categorie protette che hanno più volte chiesto la revisione delle scelte organizzative.
Nonostante le sentenze, Bnl, invece di procedere alla reintegrazione piena dei dipendenti, sta attuando distacchi e contratti di rete con le newco, collocando i lavoratori anche su attività non bancarie per altri clienti, allontanandoli ulteriormente dal proprio istitutobancario di origine. Secondo la Fabi, Bnl deve rivedere il piano industriale, reintegrando realmente i lavoratori e riportando all’interno le attività esternalizzate. L’efficientamento non può tradursi nella perdita di professionalità bancarie italiane e nello spostamento delle lavorazioni all’estero.
“Le esternalizzazioni vengono spesso giustificate con la necessità di innovazione e automazione dei servizi, ma in molti casi i processi bancari non sono sufficientemente stabili per essere automatizzati. Il risultato è che attività centrali vengono semplicemente trasferite all’estero per ridurre i costi. I lavoratori chiedono solo di poter continuare a svolgere il lavoro per cui sono stati formati, mantenendo competenze e professionalità maturate in anni di servizio” commentano gli rsa Fabi in AST
La FABI conferma il proprio sostegno a tutti i lavoratori che vorranno proseguire nella tutela dei loro diritti, qualora BNL non si adeguasse alle decisioni della Magistratura.
Roma, 31 ottobre 2025


