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FABI SICILIA, ACCESSO AL CREDITO PER LE IMPRESE SEMPRE PIÙ COMPLICATO
Nella penisola italiana quasi il 23% delle aziende ricevono un rifiuto per l’erogazione di un prestito dalle banche. È l’allarme lanciato dal dirigente e responsabile salute e sicurezza della Federazione di Palermo. «Chiedere un finanziamento è sempre più difficile. Solo il 27% delle aziende siciliane ha ottenuto un supporto economico nell’ultimo annoda parte degli istituti. Numeri che raccontano un deserto di opportunità, dove la liquidità diventa un miraggio e la sopravvivenza quotidiana un’impresa titanica»
Nella penisola italiana quasi il 23% delle aziende ricevono un rifiuto per l’erogazione di un prestito dalle banche. È l’allarme lanciato dal dirigente e responsabile salute e sicurezza della Federazione di Palermo. «Chiedere un finanziamento è sempre più difficile. Solo il 27% delle aziende siciliane ha ottenuto un supporto economico nell'ultimo annoda parte degli istituti. Numeri che raccontano un deserto di opportunità, dove la liquidità diventa un miraggio e la sopravvivenza quotidiana un'impresa titanica»
FABI: URZÌ “IL 22,8% DELLE PICCOLE IMPRESE IN SICILIA NON OTTIENE CREDITO”-2- “La BANCA d’Italia, attraverso la sua Unità di Informazione Finanziaria, ha studiato il fenomeno con un titolo eloquente: “Un prestito che non puoi rifiutare”. Quando le BANCHE chiudono i rubinetti, le imprese diventano vulnerabili e finiscono per accettare capitali mafiosi. È così che nascono le “aziende zombie”, formalmente attive ma di fatto controllate dalla criminalità, che le utilizza per riciclare denaro e consolidare il proprio dominio. Utilizzando dati riservati su aziende italiane, risulta che un declassamento a un rating creditizio substandard riduce la disponibilità di credito di oltre il 30% in cinque anni e aumenta la probabilità di infiltrazione del 5% (e fino al 10% nel settore immobiliare). Le imprese infiltrate dalla criminalità organizzata presentano tassi di sopravvivenza più elevati rispetto ad altre imprese declassate, suggerendo che le organizzazioni criminali possano fungere da sostegno finanziario per le imprese in difficoltà. Questi risultati hanno importanti implicazioni politiche: durante le crisi economiche, garantire l’accesso al credito alle imprese sane ma finanziariamente vulnerabili è fondamentale per evitare che diventino bersaglio della criminalità organizzata”. (ITALPRESS) – (SEGUE). pc/com 10-Nov-25 09:35
FABI: URZÌ “IL 22,8% DELLE PICCOLE IMPRESE IN SICILIA NON OTTIENE CREDITO”-3- “Il rischio non è solo economico, ma è anche sociale, culturale, democratico. Ogni prestito mafioso è un cappio che stringe l’imprenditore, lo priva della libertà di scelta e lo trasforma in un ingranaggio del sistema criminale. Ogni azienda collusa altera la concorrenza, penalizza chi lavora onestamente e mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. La Sicilia, terra di straordinarie risorse e potenzialità, rischia di diventare ostaggio di un credito parallelo che non conosce regole né trasparenza. Un credito che non sostiene lo sviluppo, ma lo piega agli interessi di chi vive nell’illegalità. La sfida è chiara: se lo Stato e le BANCHE non troveranno strumenti alternativi e facilmente fruibili per garantire liquidità alle imprese, la mafia continuerà a colmare il vuoto. E ogni euro prestato dalla criminalità sarà un mattone in più nel muro che separa la Sicilia dalla sua libertà economica e sociale”. (ITALPRESS). pc/com 10-Nov-25 09:35

