BANCHE, RISIKO, CONTRATTI E PIANI INDUSTRIALI: SILEONI IN DIRETTA SU CLASS CNBC

Ospite di Jole Saggese al canale finanziario all news, il segretario generale della Fabi ha parlato del settore a 360 gradi: dal mercato ai rinnovi dei ccnl, dalle pressioni commerciali al rapporto con la politica

BANCHE, RISIKO, CONTRATTI E PIANI INDUSTRIALI: SILEONI IN DIRETTA SU CLASS CNBC

Ospite di Jole Sagges al canale finanziario all news, il segretario generale della Fabi ha parlato del settore a 360 gradi: dal mercato ai rinnovi dei ccnl, dalle pressioni commerciali al rapporto con la politica

 

Ecco, argomento per argomento, cosa ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, intervistato a Class CNbc.

IL RISIKO BANCARIO

Alcune situazioni si sono impantanate perché alcuni gruppi bancari hanno sottovalutato, all’inizio, l’importanza dei rapporti con la politica nazionale e la decisione di oggi di Unicredit di spiegare politicamente il ricorso al Consiglio di Stato, credo vada letta come una ulteriore possibilità di dialogo con la politica. Il valore del chiarimento di oggi va in questa direzione.  Oggi è fortissima la competizione fra gruppi bancari e chi distribuisce importanti dividendi agli azionisti si garantisce una certa continuità dirigenziale. Una competizione sfrenata non farà bene all’economia nazionale e a chi lavora in banca.

LE INDEBITE PRESSIONI COMMERCIALI

Perché le indebite ed eccessive pressioni commerciali stanno di nuovo colpendo migliaia di lavoratori bancari. Non è più una questione sindacale, ma è diventato un argomento di carattere sociale, perché interessa anche la clientela.

Stiamo agendo nei gruppi bancari ed abbiamo presentato dei dossier articolati e approfonditi alle due commissioni parlamentari d’inchiesta sulle banche, quella precedente e quella attuale. Tutta la classe politica ora è a conoscenza del problema, come nasce e come si diffonde e non potrà dire di non sapere. Aver denunciato il problema alle due commissioni parlamentari d’inchiesta ha un peso politico enorme, così come appare ormai evidente che le responsabilità sono dei vertici e non di chi lavora in agenzia.

Da una parte sarebbe sufficiente spostare gli obiettivi e i risultati dei gruppi bancari, oggi concentrati tutto sull’immediato, nel medio e lungo periodo. Per andare sul pratico, sarebbe anche sufficiente che i responsabili commerciali di tutte le banche utilizzassero comportamenti, stili, metodi e atteggiamenti non aggressivi, così dovrebbero comportarsi anche quei dirigenti che rispondono ai responsabili commerciali delle banche. Raggiungerebbero gli stessi risultati, senza stressare nessuno o senza far ammalare nessuno.

 I GIUDIZI SUL SETTORE

Io mi prendo tutti gli spazi che voglio e, se a qualcuno non va bene, ci metta la faccia come ce la metto io e risponda nel merito sulle questioni che sollevo e denuncio pubblicamente. Agisco a tutela di chi rappresento e della mia organizzazione. Prendere lezioni di vita da chi incassa 60-70-80 milioni di stock option, mentre la barca sta affondando, è inaccettabile.

 I PIANI INDUSTRIALI DEL 2026

Decisivo sarà il piano industriale di Intesa fra marzo e aprile, perché i suoi contenuti saranno messi sotto una particolare lente d’ingrandimento da parte di tutto il settore. Sarà, insomma, uno spartiacque. La realizzazione della banca digitale che i gruppi hanno in mente sarà diversa da banca a banca. Varierà, la sua realizzazione, dai 3 ai 5 anni. I gruppi bancari stanno utilizzando, chi le solite società di consulenza, strapagate e spesso sopravvalutate, o chi, ad esempio, big tech come Google. Servirebbero più professionalità interne. Il mantenimento e l’acquisizione della clientela sarà l’unico aspetto che conterà e farà la differenza. Saranno tre gli anni se tutti i problemi legati alla sicurezza saranno risolti rapidamente. Saranno cinque se sarà risolto in più tempo. Spariranno alcune figure tradizionali dell’attività bancaria, ne sorgeranno altre favorite dall’intelligenza artificiale. Sarà nostro compito individuarle, contrattualizzarle a livello nazionale e di gruppo, e farle remunerare. La cabina di regia con Abi servirà anche a questo. I livelli occupazionali dovranno essere mantenuti e il personale che sceglie di andare in prepensionamento o pensionamento dovrà essere sostituito da nuove assunzioni. Non arretreremo di un centimetro. Ne parleremo approfonditamente al nostro consiglio nazionale di Milano dal 3 al 5 marzo del 2026.

I RINNOVI DEI CONTRATTI ABI E BCC

La questione più importante e politicamente centrale, per il settore, è il rinnovo dei nostri due contratti nazionali, Abi e bcc, che scadono a marzo del 2026 e a dicembre 2025. I due nuovi contratti dovranno fotografare un settore in grande cambiamento e non un modello di banca superato dai fatti.

RAPPORTO TRA BANCHE E POLITICA

Le banche sono, in ogni Paese, la realtà più politica che esiste. Rappresentano una delle espressioni più concrete della cittadinanza e della vita collettiva. Per comprendere quanto siano interconnessi e trasversali gli attuali interessi fra finanza e banche da una parte, e politica partitica dall’altra, ad esempio rispetto all’introduzione del golden power nel settore bancario da parte del governo, si sono registrati, nell’opposizione, soltanto due interventi critici, uno di Luigi Marattin dei Liberaldemocratici e uno di Benedetto Della Vedova di più Europa. Al di là della bontà o meno dell’introduzione del golden power nel settore bancario, è stato politicamente significativo il silenzio trasversale che si è manifestato. Anche il contributo che le banche daranno alla manovra finanziaria, se rimarrà in questa forma, non potrà pesare né sui correntisti né sui rinnovi dei nostri due contratti nazionali. Se ci proveranno, sapremo come difenderci.

Roma, 12 novembre 2025