My Generation N. 3 Anno 2022

22 mate intermedie a Camogli e San Fruttuoso. Il tempo non è dei mi- gliori e il cielo grigio nonmette in ri- salto il verde di queste acque cristal- line, ma devo comunque ammettere che la prima sosta a Camogli vale già da solo il prezzo della gita. Mi sembra di essere all’interno del film Luca della Pixar, ambientato in realtà nelle cinque terre, dove le casette variopinte e coloratissime si mescolano alla perfezione con il mare. Ci sono già molti bimbi che fanno il bagno e anche i miei erano molto invogliati dalla trasparenza dell’acqua. Con rammarico deci- diamo di fermarci solo un’ora in questa cittadina, famosa per le ac- ciughe e per il pesce pescato nella vecchia tonnara. La gita continua per San Fruttuoso, con la sua splendida abbazia sulla spiaggia e famosa per il Cristo su- bacqueo. Ci dirigiamo infine nella incomparabile Portofino, cittadina sinonimo di ricchezza e sfarzo. Ar- rivare dal mare e trovarsi difronte il suo piccolo ma bellissimo portic- ciolo che affaccia sulla piazzetta principale a sua volta circondata da portici con boutique costosissi- me, ha un fascino davvero unico. Il paesaggio è da cartolina e gli splendidi yacht che si trovano or- meggiati non fanno altro che arric- chire l’esclusività del posto. Viaggi iaggi V Una delle sorprese più affascinanti del centro storico è trovare le botteghe storiche, scoprirle mentre si passeggia per le sue strade assaporando una focaccia o una farinata è un’esperienza unica e autentica La giornata è stremante con molti saliscendi alla ricerca di un appro- do al mare libero per far fare un bagnetto, nelle verdi acque, a mia figlia. Il tutto è stato molto bello, ma con un po’ di rammarico devo dire però che non ho trovato un’anima in questa cittadina, per parafrasare Cocciante la definirei “bella senz’anima” . Al ritorno in barca siamo stati for- tunati ad imbatterci in un branco di delfini i quali tra le onde del bat- tello ci hanno rallegrato con uno dei loro show. L’ultima mezza giornata la dedi- chiamo un po’ allo shopping lungo via XX settembre e un po’ a passeg- giare e a cercare di capire ancora meglio le tante sfaccettature di que- sta città, chiamata la Superba per il suo glorioso passato, ma città che da sempre è proiettata nel futuro come poche città al mondo. Credo che quattro giorni appena siano ba- stati ad assaporare un po’ la città, ma che bisogna viverci molto più tempo prima di capire appieno le sue tante contraddizioni. Genova è chiamata la superba per- ché Francesco Petrarca scrisse: “Vedrai una Città Regale, addos- sata ad una collina alpestre, Su- perba per Uomini e per Mura, il cui solo aspetto la indica Signora del Mare” , ma ripensandoci men- tre tornavo in treno, credo che si possa definire la Superba per quello, ma anche molti altri motivi storici e culturali che l’hanno resa nel tempo una città continuamente alla ricerca del futuro e con una forte anima indipendente. n

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