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di

Flavia Gamberale

zionale sparsi per il mondo, c’è Mi-

chiel Bakker. Impossibile sapere

quanto annualmente l’azienda in-

veste in questo programma. “È il

nostro ingrediente segreto”, scher-

za il Direttore di Google Food. Sul

valore del progetto non ci sono

dubbi, invece. “Per Google l’ali-

mentazione dei dipendenti ha sem-

pre avuto un ruolo di prim’ordine.

Basti pensare che il 56esimo lavo-

ratore assunto da noi è stato pro-

prio un cuoco”.

Perché una multinazionale

dell’Ict come Google, che ope-

ra in tutt’altro settore, dà così

importanza all’alimentazione,

tanto da dedicare a essa un

programma?

Il cibo è stato sin dall’inizio consi-

derato un elemento chiave per ren-

dere il nostro ambiente di lavoro

familiare. E tutt’oggi è uno dei car-

dini della nostra filosofia aziendale.

Per noi il pasto è uno dei momenti

in cui i dipendenti socializzano e

condividono idee. Inoltre, pensia-

mo che garantire una corretta nu-

trizione ai nostri lavoratori sia un

investimento a lungo termine sulla

loro salute e, quindi, sulla loro pro-

duttività.

Crede che Google Food possa

diventare un marchio da

esportare in altri contesti o in

altre aziende?

Il programma Google Food è

strettamente collegato alla nostra

azienda, quindi, penso che non

stabiliremo partnership con altre

imprese per quanto riguarda la

diffusione del nostro programma

alimentare. Anche i Google cafè

resteranno per il momento all’in-

terno dei nostri uffici. Quello che

invece faremo, e che stiamo già fa-

cendo, sarà condividere la nostra

cultura del cibo attraverso incon-

tri e pubblici dibattiti con le co-

munità locali.

Cose ne pensa dell’Expo 2015?

Penso che l’Expo 2015 di Milano

sia una grande occasione per ripen-

sare il nostro modo di rapportarci

al cibo, anche in considerazione

della crescita della popolazione

mondiale e del problema della fa-

me nel mondo.

Quali obiettivi vi ponete at-

traverso il programma Goo-

gle Food?

Il nostro principale obiettivo è

quello di favorire presso i nostri di-

pendenti l’adozione di un regime

alimentare basato sul consumo di

verdure anziché su quello della car-

ne. Ciò comporta notevoli benefici

sia per l’ambiente sia per la salute

individuale. Il nostro team sta la-

vorando per sperimentare nuove

tecniche di cucina che rendano i ve-

getali saporiti come la carne, utiliz-

zando gli stessi sistema di cottura.

In un certo senso, la nostra filosofia

si ispira molto alla cultura gastro-

nomica italiana, non solo perché

privilegiamo una dieta mediterra-

nea, ma anche perché concepiamo

il mangiare come un’occasione di

aggregazione, un’esperienza sociale

prima di tutto, in grado di mettere

insieme le persone.

State valutando nuove assun-

zioni all’interno del team di

Google Food?

Sicuramente, man mano che la no-

stra multinazionale continuerà la

sua crescita, ci sarà bisogno di nuo-

vo personale anche all’interno di

Google Food.

Secondo lei, le nuove tecnolo-

gie come cambieranno l’indu-

stria dell’alimentazione e il

consumo alimentare?

Penso che le nuove tecnologie ci

potranno aiutare soprattutto a ri-

conoscere e, quindi, a render tra-

sparente l’origine dei prodotti che

consumiamo e a decodificare la

composizione dei piatti, in termini

d’ingredienti e calorie. Attraverso

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Scala 40

Aprile

/

Maggio 2015