Table of Contents Table of Contents
Previous Page  15 / 36 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 15 / 36 Next Page
Page Background

Istat

15

Settembre / Ottobre 2017

ha voluto sottolineare l'head hun-

ter Carola Adami «e nemmeno

parlare di una più alta incidenza di

lavori part time e di pensioni più

basse è errato. È però anche vero

che in Italia il gap salariale è me-

diamente minore rispetto al resto

del mondo». Stando ad uno studio

Accenture, infatti, a livello mon-

diale una donna guadagna 100

dollari ogni 140 guadagnati da un

uomo. In Italia, invece, questo gap

si riduce a 131 dollari ‘maschili’

ogni 100 ‘femminili’. Non è certo

un risultato lusinghiero, ma è pur

sempre meglio di quanto fatto da-

NEL SETTORE

CREDITO I DATI SONO

IN CONTROTENDENZA

GRAZIE AL SINDACATO

gli altri Paesi europei. Nell'UE, in-

fatti, il divario medio relativo ad

ogni singola ora lavorata tra uomi-

ni e donne è pari al 16,3%, mentre

in Italia (e in Lussemburgo) questa

differenza si ferma al 5,5%. In In-

ghilterra, invece, sfiora il 21%, per

oltrepassare invece il 22% in Ger-

mania.

Sono dunque queste le luci e le

ombre del mercato del lavoro fem-

minile in Italia: il dato maggior-

mente positivo è quello secondo il

quale nell'ultimo decennio, nono-

stante la crisi economica, il tasso

di occupazione femminile è co-

munque cresciuto, soprattutto in

settori come quello del credito.

«Non si può negare – la spiegato

la Adami – la maggiore volontà di

adattamento delle donne, che ac-

cettano sempre più di adattarsi a

lavori flessibili come i part-time o

il telelavoro».

n

fermandosi a 103,2. Nonostante

una formazione scolastica ed acca-

demica mediamente migliore, pe-

rò, le donne continuano ad ave-

re maggiori problemi non solo nel-

l'ingresso, ma anche nella perma-

nenza nel mercato del lavoro:

guardando ai laureati magistrali,

dopo 5 anni dalla laurea il 90% de-

gli uomini è infatti occupato, di

contro al 80% delle donne; i primi

vantano un contratto a tempo in-

determinato per il 58% dei casi,

mentre le seconde si fermano al

48%. Nello stesso frangente, anche

lo stipendio medio risulta concre-

tamente diverso. Sempre a cinque

anni dalla laurea, infatti, lo stipen-

dio medio maschile è di 1.624 eu-

ro, di contro ai 1.354 euro di quello

medio delle colleghe, il tutto a pa-

rità di ogni altra condizione. «Non

è quindi certo un errore parlare di

donne sottostimate e sottopagate»