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8

Attualità

ttualità

A

Márquez (

Dell’amore e di altri de-

moni

) sembrano evocare la crisi

identitaria dei giovani: gli occhi con

cui le nuove generazioni leggono la

realtà non sono più gli stessi.

I giovani, chiarisce Bauman, non

vogliono”definire un’identità”, ma

vogliono avere la possibilità di po-

terla ridefinire quando è il momen-

to di darle una nuova definizione.

Se i nostri antenati si preoccupa-

vano della loro identificazione,

oggi prevale l’ansia di re-identifi-

cazione. L’identità deve essere a

perdere perché un’identità che

non piace, non piace abbastanza,

o semplicemente rivela la sua età

rispetto a identità “nuove e miglio-

ri” disponibili sul mercato, deve

essere facile da abbandonare.

Forse la qualità ideale dell’identità

più desiderata sarebbe la biode-

gradabilità.

La crisi finanziaria esplosa nella

seconda metà del 2006 (lo sgon-

fiamento della bolla immobiliare,

la crisi dei mutui

subprime

e la

bancarotta di Lehman Brothers nel

settembre 2008), oltre a mettere

in ginocchio l’economia, ci ha con-

dotto allo sgretolamento di valori

durevoli come il senso di apparte-

nenza alla società e alla famiglia.

Lo indica,

spiega Bauman,

il dato,

ad esempio, secondo il quale è ca-

lata del 40 per cento la percentua-

le delle famiglie negli Stati Uniti

che condividono almeno un pasto

al giorno

. La famiglia non è più il

baricentro della vita sociale e spes-

so non riesce ad essere per i giova-

ni un sostegno, nel momento in cui

accedono al mondo del lavoro. In-

quietudine e senso di inadeguatez-

za sono sentimenti che accompa-

gnano le vicende delle nuove gene-

razioni nel loro percorso di vita.

Oggi le certezze che hanno accom-

pagnato le scelte dei nostri genitori

(la sicurezza del posto di lavoro,

l’aiuto della famiglia, l’investimen-

to nella propria vita) sono supera-

te: il senso del futuro è stato so-

praffatto dal senso di impotenza e

di solitudine. I giovani sanno di

non poter sfruttare pienamente il

proprio

know how

nel mercato del

lavoro, a volte avaro di opportunità

e lungimiranza: tre parole,

investi-

re sui giovani

, stanno diventando

una sorta di

réclame

, una propa-

ganda da inserire in una dichiara-

zione di intenti. D’altra parte

quando i giovani si scontrano con

la realtà, rimangono disillusi,

sconfitti, fragili.

Il marketing,

af-

ferma il sociologo Bauman,

ha sa-

puto capitalizzare questa debolez-

za fin dai tempi del walkman lan-

ciato sul mercato con lo slogan

“mai più da soli” e da lì è stata una

corsa inarrestabile a proporre dei

surrogati della collettività

.

Questa corsa, frenetica e, appunto,

inarrestabile, ha trascinato le nuo-

ve generazioni verso la definizione

di connettività, un rifugio dove cer-

care una identità che si realizza

nella continua esposizione di sé,

tramite

social network

e blog per-

sonali.

Ma non sono i giovani ad avere

scelto questo nuovo modello di

modernità, liquida, dove ciò che è

rilevante adesso può facilmente di-

ventare consunto domani. Non so-

no né i responsabili né i creatori

ma, probabilmente, sono ostaggi di

essa.

Usando le parole del sociologo

polacco, è

una generazione sen-

za tutto, figlia della società li-

quida.

n

LA CRISI FINANZIARIA ESPLOSA NELLA

SECONDA METÀ DEL 2006, OLTRE A METTERE

IN GINOCCHIO L’ECONOMIA, CI HA CONDOTTO

ALLO SGRETOLAMENTO DI VALORI DUREVOLI

COME IL SENSO DI APPARTENENZA ALLA

SOCIETÀ E ALLA FAMIGLIA